il Giornale, 3 gennaio 2016
Sgarbi querelato dagli animalisti perché «offende le capre»
Un inizio d’anno con qualche botto per Vittorio Sgarbi. Prima le polemiche per aver fatto cercare attraverso la «batteria» del Viminale (una sorta di super centralino delle istituzioni), in orario serale, il sindaco di Mazzano per visitare i Musei Mazzucchelli (che però il critico non ha visitato nottetempo ma in orario molto più normale 2 giorni dopo). Poi ci sono messi anche gli animalisti. Ieri Lorenzo Croce, presidente dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), ha dichiarato di aver presentato un esposto alla Procura di Ferrara contro Sgarbi perché «offende le capre». Avrebbe chiesto ai magistrati «di verificare se l’uso spregiativo del termine capra, che lo stesso critico d’arte usa a sproposito, non sia un incitamento al maltrattamento di animali, ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale, oltre che un uso scorretto della lingua italiana. Nella descrizione della specie animale capra infatti si legge che la stessa è tra gli animali più intelligenti».Una follia presentare un esposto del genere? Non secondo Croce: «La nostra è una provocazione fatta contro chi delle provocazioni ha fatto un modo di vivere, e quindi a lui chiediamo, oltre che di smetterla di usare impropriamente il nome Capra come epiteto, anche di andare a vivere tre giorni con i pastori ed imparare, pascolando le capre, quanto sono intelligenti quegli animali». Sgarbi, che è solito colpire con una raffica di «Capra, capra, capra» i suoi avversari polemici del momento (è toccato anche Busi), ha risposto a colpi di ironia: «Ringrazio l’Aidaa, condividendo pienamente le loro posizioni... Avendo evitato di legare al sostantivo capra qualunque aggettivo, ho sempre inteso capra come un complimento, considerando di molto inferiori alcuni uomini. Suggerisco comunque all’Aidaa di fare un esposto anche contro Gesù Cristo che, identificandosi nel buon pastore, ha riconosciuto negli uomini le sue pecore». E del resto Vittorio Sgarbi, noto per non essere uno che le manda a dire, utilizza capra con una certa dose di bonomia. Basti ricordare il suo post su Facebook dopo l’infarto che il 17 dicembre lo ha costretto a un ricovero d’urgenza a Modena. Ecco come ha rassicurato i fan: «Capre, sono ancora qui». Del resto come venne a Sgarbi l’idea di usare «capra»? In un Maurizio Costanzo Show una preside gli diede dell’«asino poetico». Lui rispose con una parolaccia, si beccò una querela. Allora gli venne in mente che capra fosse efficace ma giudiziariamente più innocuo. Invece... Potrebbe passare a «zucca», ma magari scatta anche l’esposto degli orticoltori.Intanto il legale di Sgarbi, Giampaolo Cicconi, ha fatto sapere che nell’esposto sarebbe coinvolto anche il premier Renzi: «per il significato che attribuisce ai Gufi, qualificati iettatori». Secondo Cicconi però, e forse non solo secondo lui, il tutto è penalmente irrilevante: «non vi è stato alcun maltrattamento né alle capre e né ai gufi».