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 2016  gennaio 04 Lunedì calendario

È il giorno dello sbarco della Ferrari a Piazza Affari

Alle 9 di questa mattina Ferrari sarà quotata anche a Milano. La Borsa principale per trattare i nuovi titoli del Cavallino rimarrà naturalmente Wall Street, dove la Rossa è già sbarcata ad ottobre. Ma da oggi anche l’Italia avrà la sua cerimonia con la campana che annuncia l’arrivo ai box dell’azione di Maranello. A suggellare l’avvenimento simbolico ci saranno i vertici del Lingotto e di Ferrari ma anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che nei mesi scorsi aveva ottenuto da Sergio Marchionne la promessa di una quotazione secondaria italiana. Simboli a parte, la sostanza dice che da oggi i destini di Borsa di Fca e Ferrari saranno autonomi e separati. Ieri il Lingotto ha annunciato che tutte le operazioni preliminari allo spin off sono state compiute. Confermata la distribuzione di un titolo di Maranello per ogni dieci Fca posseduti, le azioni Ferrari circolanti saranno complessivamente 188 milioni. Dopo il 10% di titoli messo sul mercato al momento della quotazione a New York, rimane da distribuire l’80 per cento che viene dato in queste ore a chi possedeva il titolo Fca al 31 dicembre scorso. Il rimanente 10% è infatti nelle mani di Piero Ferrari che proprio nelle scorse settimane ha stretto un patto con gli Agnelli per il controllo della società.
Da questa mattina si comincerà dunque a capire quali saranno i valori delle due società separate. I quasi 200 milioni di azioni Ferrari al valore di 48 dollari, l’ultimo spuntato il 31 dicembre a Wall Street, capitalizzano poco più di 8,8 miliadi di euro, così come il miliardo e trecento milioni di titoli Fca, venduti nell’ultima seduta a pochi centesimi sotto i 13 euro, capitalizzano circa 16,9 miliardi di euro. Senza il valore Ferrari il nuovo titolo Fca dovrebbe capitalizzare circa 8,1 miliardi e dunque valere 6,2 euro. Ma l’effetto dell’abbattimento del debito legato allo spin off potrebbe far salire l’azione del Lingotto in area 7 euro.
L’attenzione sarà tutta puntata sul valore di di Fca. Non solo perché un aumento della capitalizzazione potrebbe favorire il merger con Gm auspicato dagli Agnelli e mettere la loro finanziaria, Exor, nelle condizioni di diventare il principale azionista del grande gruppo americano. Ma anche perché il valore di Fca nei prossimi mesi dipenderà molto dalla capacità di mantenere gli obiettivi contenuti nel piano quinquennale al 2018 presentato lo scorso anno a Detroit. Un piano che punta molto sul successo dell’Alfa Romeo e della Jeep. Mentre le vendite di quest’ultima stanno andando a gonfie vele, il lancio dei modelli Alfa è stato rinviato di alcuni mesi rispetto al piano originale. Per colpa del rallentamento dei mercati ma forse anche per difficoltà sorte durante la messa a punto dei prototipi. Problemi che sarebbero ormai stati superati ma che avrebbero causato un ritardo. Se ne saprà di più a fine gennaio quando Marchionne ha annunciato una messa a punto del piano.