La Gazzetta dello Sport, 2 gennaio 2016
Federica Pellegrini, la nostra bandiera per Rio. Intervista
Fede: una bandiera per Rio. Chi la porterà ai Giochi, se non lei, la divina Federica Pellegrini che proprio quel giorno compirà 28 anni? Presto sapremo. Saranno comunque Giochi di Fede. Lei, intanto, dà il benvenuto al nuovo anno. Così.
Federica, esprima un desiderio all’impatto col 2016.
«I miei desideri e speranze sono sempre legati ai miei prossimi impegni sportivi e soprattutto all’Olimpiade, ma sono cose intime e private, l’unica cosa che posso dire è che spero di vivere il 2016 come ho vissuto l’ultima parte del 2015 da giugno in poi... Von serenità!».
Se fosse davvero la portabandiera, ha già qualche idea su come sfruttare questo ruolo? Ci sono rischi di distrazione? E si sentirebbe davvero la rappresentante ideale dello sport italiano?
«Non voglio assolutamente sfruttare questo ruolo, se sarò scelta io. Sarà una cosa molto seria per me. Mi ha fatto piacere leggere parole di stima di tanti atleti diversi di diversi sport su questo argomento».
Tanto che il campione del mondo Gregorio Paltrinieri dice che lei merita più di tutti di fare la portabandiera: sta cambiando tutto anche in squadra, ma quanta è stata dura in questi anni metterci la faccia?
«Ora c’è una squadra molto unita com’era anche ai tempi di Atene 2004. Quanto mi sono divertita quell’anno. Ora con Greg ci dividiamo le pressioni».
Sarà una coincidenza, ma il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è un altro formidabile motivatore per lei?
«Sì, ma in un modo tutto suo, cercando di mettermi ancora più tensione e in difficoltà!».
Federica è nata per i 200 stile libero: 4 vasche, tutte tatticamente diverse da affrontare. Rispecchiano modi diversi di essere Fede?
«I miei 200 sono i miei 200 modi d’essere. Qualcuno diceva: “Dividi la gara in 3 parti: corri la prima con la testa, la seconda con la personalità e la terza con il cuore...”. Per me è esattamente così».
Da un’Olimpiade all’altra: eravamo rimasti al 5° posto di Londra: vinse l’americana Allison Schmitt poi caduta in depressione. Lei invece pare rinata.
«Mi risulta ancora difficile capire come tanti atleti dopo aver vinto un’Olimpiade si perdano così pesantemente».
Come ha fatto a resistere lei?
«Ogni tanto me lo chiedo ma penso che madre natura mi abbia fatto un grandissimo regalo mettendomi a disposizione un corpo molto galleggiante...».
Per tornare al top, doveva scendere dal podio a Londra?
«A Londra fu il punto più basso ma saperlo ed essere comunque arrivata quinta nelle 2 gare è una piccola consolazione».
Si sta realizzando il teorema Castagnetti: abbassando i volumi sta emergendo la Fede 2.0.
«Ho sempre saputo quali sono i miei punti forti non per poca modestia ma perché, dopo 20 anni che nuoto, so che cosa mi serve per sentirmi bene in acqua e questo si traduce in quantità della qualità».
Il nuoto è sport vincente in Italia: lei ne è l’icona, quanto la rende orgogliosa?
«Sono orgogliosa del mio percorso fino ad oggi, anche se decidessi di smettere in questo preciso istante lo farei con il sorriso perché penso di aver dato tanto al nuoto almeno quanto il nuoto ha dato a me. Indipendentemente se sarò portabandiera, vorrei per una volta vivere la cerimonia non da una camera di hotel».
Kobe Bryant a Pechino venne e vedere la sua gara e voleva conoscerla, per lui è l’ultimo anno e a ogni partita è apoteosi e anche lui vuole chiudere a Rio. Se lo incontrasse nel Villaggio di Rio le chiederebbe un selfie?
«Certo, mi piacerebbe molto».
Mario Balotelli non era stato tenero con lei negli anni scorsi, ora lui è caduto in disgrazia e lei è più famosa di molti calciatori. Ma questo calcio con le donne di Locri minacciate non le provoca reazioni forti?
«So che qualsiasi cosa possa dire su Balotelli, può venire strumentalizzata, quindi evito. Mentre per le ragazze di Locri non ci sono parole: questa è violenza sulle donne, anche se sportive non siamo dei computer senza sentimenti».
Anche Phelps s’è creato il suo gruppo di lavoro come Fede fa da sempre: il segreto di una longevità vincente è anche nello staff?
«Il segreto è farsi seguire da persone di cui ti fidi e che ti trasmettono energia positiva».
A proposito: cos’è questo fioretto della barba di Giunta: c’è qualche patto particolare in chiave Rio?
«Non lo vuole rivelare neanche a me, purtroppo! A questo punto spero non lo riveli a nessuno».
Ai Mondiali di Kazan, lei è stata d’argento dietro l’americana Katie Ledecky, in un certo senso la prima delle umane: e se l’americana facesse pure i 400 misti o i 100 sl, pensa sia a quel punto battibile per sfinimento?
«Non voglio pensare che per cercare di superarla devo sperare che faccia più gare possibili. Penso solo ai 200 stile libero e a chi li farà quel giorno in finale».
Quali sono gli errori da evitare alla quarta Olimpiade?
«Potrei dire di cercare di viverla più serenamente delle altre, ma è una bugia! È sempre un’Olimpiade!».
Sarà un anno con gli Europei di calcio e i Giochi di Rio: lo sport azzurro aiuterà l’Italia a uscire dalla crisi e a sentirsi ancora più fieri della sua gioventù?
«Penso che gli italiani si identifichino molto nello sport azzurro in questo periodo perché è una delle poche cose che li può rendere orgogliosi di vivere in questo Paese».
Da quando lei impazza negli spot tv, com’è la sua vita pubblica? Ricorda quando “cosa fa la Pellegrini quando non nuota”?
«È’ stato divertente girare lo spot dei pavesini come questi ultimi, certo che le battute per strada si sprecano ma fanno molto ridere».
Lei sembra aver fatto pace col mondo, sembra meno dura con se stessa, ma i compromessi faranno mai parte della sua vita? E sulla Leopolda di Renzi è sembrato che volesse prendere le distanze: teme, insomma, ancora qualche strumentalizzazione o che la tirino per la giacca vista la sua popolarità?
«Con Renzi abbiamo un buon rapporto di comunicare, anche in privato. Odio essere strumentalizzata perché fa sì che la gente mi veda diversa da quello che sono veramente: ma detto questo, avrò sempre le mie idee e sono sempre molto precise e senza compromessi».
Lei ha candidato la Pennetta a portabandiera pur di non farla ritirare.
«Flavia ha vinto la cosa più importante per una tennista, come una medaglia olimpica, ma se ha scelto così ha fatto bene».
Un 2015 vincente e felice, ed un 2016 che segnerà anche la sua vita fuori dall’acqua?
«A Giochi finiti, quando prenderemo la decisione di fermarci io e Filippo parleremo di futuro, lui penso si ritirerà».
La candidatura olimpica di Roma 2024 sarà un’altra bella ribalta per lei: lavoro garantito per il dopo carriera magari dopo Tokyo?
«Spero di poter dare una mano, per vincere: io a Roma ho vissuto l’emozione di vincere i Mondiali nel 2009, gare in cui non sono andata più così veloce, spinta dal calore del proprio pubblico, e so cosa significherebbe per gli italiani disputare un’Olimpiade in casa».
Qual è l’ultimo pensiero prima di addormentarsi ed il primo quando si sveglia: sempre nuoto?
«No, non per forza sempre nuoto, anzi cerco di non pensarci troppo al di fuori degli allenamenti».
Il Brasile è sinonimo di allegria, il Sudamerica le piace?
«Non ci sono mai stata però sono molto curiosa».
Che Olimpiade sarà a livello organizzativo?
«Dicono che Rio sia una città molto caotica, spero solo che gli spostamenti e i viaggi siano il meno dispendiosi possibili a livello di energie. Ricordo che a Londra dall’aeroporto al Villaggio facemmo un viaggio in bus di 4 ore senza aria condizionata per il traffico».
Presto a Verona farete i test in notturna: inviterà gli italiani a notti magiche per la prossima estate?
«Speriamo siano magiche!».
Valentino Rossi e Federica Pellegrini: ormai avete fatto il vuoto in termini di popolarità. Quale lezione dalla sua vicenda?
«Che se un atleta si sente di proseguire la sua carriera oltre i limiti posti dagli altri è perché ha ancora molto da dire».
A che cosa rinuncerà con tutte le gare previste da marzo? Gli Europei di Debrecen non furono funzionali nel 2012, i campionati di Londra è proprio necessario farli visto che interrompono la preparazione? Da quando lei si allena con Giunta sta però gareggiando di più all’estero e pensa le sia servito?
«Gli Europei saranno una tappa di passaggio come fu Vichy l’anno scorso prima dei Mondiali di Kazan fatti in pieno carico, valutando i giorni di gare che più ci interessano dei 7 in programma».
Lei ha vinto tutto, nessuna ha fatto 6 podi mondiali consecutivi come lei: cos’è che in fondo la sta sorprendendo?
«Io ho sempre combattuto, a parte gli anni in cui ero nettamente superiore, per stare con le prime. Sia nei primi anni che in questi ultimi, molti mi vedevano fuori dal podio, ma a me piace contraddirli: questa gara mi ha regalato tanto, perciò dò il massimo per stare sempre con le prime. A Rio le avversarie saranno tante e i 200 sl mai così competitivi: stavolta dovrò tirare fuori tutto di me, anche il di più del di più. Se ho coronato i sogni della mia carriera, devo farmi trovare pronta per coronarli ancora».
Da chi accetterebbe un invito a cena?
«Sono una persona molto timida...quindi mi farei accompagnare».
C’è un gesto generoso che non ha mai svelato».
«Sono tutti alla luce del sole».
Ha mai chiesto davvero aiuto?
«Sì, mi è capitato...».
A Kazan ha pianto: le succede poche volte.
«È sempre stato liberazione: la tua coscienza capisce finalmente che c’è qualcosa che non va o che va troppo bene».
Ma quando la chiamano divina, si sente come una Marylin delle piscine?
«La Monroe diceva “lascio agli altri la convinzione di essere i migliori”, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare».