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 2016  gennaio 04 Lunedì calendario

Vita da maggiordomo, tra stipendi da sogno e tanto lusso

Era stata un’ambizione che aveva sfiorato anche Lady Diana prima di diventare principessa: fare la nanny, la baby sitter diremmo noi. Si era iscritta all’alta scuola di tate londinesi. Prestigiosissimo e gettonatissimo incarico in Inghilterra. Niente a che fare con quello che rappresenta nell’immaginario collettivo italiano: un lavoretto spesso part-time, adatto a studentesse universitarie che vogliono arrotondare. Ed era proprio questo lo scenario davanti a cui si è ritrovata nove anni fa Paola Diana, imprenditrice con il pallino dell’innovazione, quando ha cercato una persona a cui affidare i suoi bambini. È lei che racconta: «Non sapevo davvero da che parte girarmi, all’epoca abitavo a Bologna, ero una donna sola, appena separata, con due bambini piccoli, un lavoro impegnativo all’università che richiedeva tempo; cercavo come tutte le mamme di questo mondo una persona affidabile, con esperienza, capace di empatia con i bambini ma anche in grado di preparare un buon pranzo, capace di dire qualche no davanti a un capriccio di troppo. Insomma, chiedevo una professionista ma mi sono resa conto che non era facile. Anzi, impossibile».
MODELLO INGLESE
Un sistema – quello delle baby sitter – che funziona con il passaparola, il sentito dire, amica di amici, pensionate ancora in gamba, ex bidelle di scuole che si reinventano baby sitter, vicine di casa disponibili. «Mi sono guardata intorno, in Inghilterra ho trovato il modello che avrei voluto importare in Italia. La nanny è un mestiere serissimo, professioniste capaci». Ed ecco l’idea imprenditoriale, geniale per quanto semplice e necessaria, una mamma, che di queste necessità ne ha fatto un lavoro e ha creato «Nanny & Butler». Tate di alto livello e maggiordomi a cinque stelle; mestieri che non stanno conoscendo crisi ma che anzi, sono in continua espansione. «Noi formiamo personale altamente specializzato – spiega Diana – e di conseguenza ha una retribuzione adeguata; lo stipendio base è 1.500 euro al mese a salire: più il curriculum è di alto profilo e più lo stipendio sale». Le migliori bambinaie per famiglie milionarie hanno stipendi che variano tra i 50mila e i 100mila euro all’anno. Poi bisogna aggiungere i benefit: girare tutto il mondo a bordo di jet privati, in prima classe, la possibilità di vedere posti esotici. Vivere in castelli, isole esotiche, palazzi da mille e una notte. Sempre accanto alle famiglia dei super-vip: che talvolta regalano carte di credito per spese illimitate. In Italia i numeri stanno crescendo: «Dall’inizio del 2015 – spiega Paola Diana – la richiesta di maggiordomi è aumentata del 20% sul mercato italiano e del 60% sul mercato svizzero, costituito in buona parte da italiani che si sono trasferiti». «Fin dall’inizio, da quando mi sono buttata in questa attività avevo più richieste che candidate. Ho capito subito che c’era una grande carenza. E non mi sbagliavo». Un’attività che in questi anni è stata sempre in crescita, tanto che un paio d’anni fa ha aperto una filiale anche a Londra. «Le nostre tate possono guadagnare mille pound (oltre 1.300 euro) a settimana». Ma come si fa a diventare tate di lusso? Conoscono le buone maniere, parlano almeno due lingue, sanno cucinare, rammendare, addestrate a corsi di autodifesa, perfette senza mai perdere la calma, capaci di contenere capricci e di portare a spasso pargoli, impeccabili nei modi e nell’abbigliamento. Insomma Mary Poppins moderne, che alle «rivali» londinesi non hanno niente da invidiare. «Lo dimostra il fatto che le nostre nanny sono tra le più richieste a livello internazionale».
PADRONI DI CASA
«Oggi, dopo nove anni di duro impegno e dedizione abbiamo ottimi risultati. Lavoriamo con le più importanti famiglie italiane e non solo. Tra i nostri clienti ci sono magnati russi, principesse dell’Arabia Saudita, famiglie inglesi di alto lignaggio». Ma per essere competitivi non bisogna lasciare nulla al caso. Ci sono corsi che spiegano come comportarsi con un bambino appena nato, accudirlo, lavarlo, fare il bagnetto, corsi sull’alimentazione per essere preparate nel momento delicato dello svezzamento. «Noi con l’aiuto di psicologi spieghiamo come impostare la parte della disciplina, attività per sviluppare la creatività del bambino». Professione gratificante, per allevare giovani rampolli. «Eppure culturalmente in Italia si continua a pensare alla tata come alla donna di servizio tutto fare, c’è ancora confusione tra i ruoli, e si tende comunque a unire due competenze per risparmiare. Insomma un modo di ragionare un po’ al ribasso, anche se poi le famiglie pretendono il meglio, garantendo oltretutto stipendi che sono più bassi di quelli all’estero». Non in tutto il mondo però è così. «In Russia come in Inghilterra ad esempio, sarebbe impensabile chiedere alla tata di occuparsi anche delle faccende domestiche. Cioè sarebbe come chiedere al cuoco di potare le piante del giardino. Le tate che trovano impiego nelle grandi famiglie di magnati russi sono tra le più fortunate. Prestano servizio in sontuose dacie fuori Mosca, abitazioni stupende, con stipendi estremamente generosi. A differenza del nostro sistema, lì preferiscono avere diverse tate che ruotano, ognuna lavora sette giorni su sette per poi avere una settimana intera di riposo. Un sistema che può essere molto comodo per chi abita all’estero. Ad esempio abbiamo una nostra tata a servizio in una di queste importanti famiglie russe. Loro erano contentissimi, soddisfatti delle sue capacità con i bambini e hanno saputo ricompensarla: il suo stipendio era diventato di 500 pound al giorno, lei si è comprata un appartamento a Londra».
PAESE CHE VAI...
Certo, non è sempre facile avere a che fare con i piccoli eredi. Un lavoro che spesso è impegnativo e frenetico. «Gli arabi ad esempio pretendono la perfezione dal personale. Vogliono i loro piccoli principi vestiti in modo impeccabile, impensabile un colletto fuori posto o una macchia sulla camicia. E poi hanno la smania di far fare tante attività ai propri figli. È compito della tata gestire l’agenda in modo da far combaciare gli orari con le lezioni di yoga, di pianoforte, di equitazione e di golf. Certo, non da ultimo l’educazione. Tasto forse tra i più sensibili e dolenti. Mentre le mamme inglesi lasciano fare alla tata, le mamme italiane, russe e arabe sono più propense a vietare alle tate di sgridare i pargoli». Tra i lavori più ambiti c’è ora anche quello del maggiordomo, figura che negli ultimi anni sta ritrovando l’antico splendore: stipendio tutt’altro che da crisi, con cifre che arrivano a 120mila pound all’anno. Tutto sta nel curriculum, più il profilo è alto, più richiesta c’è. È il caso del sultano del Bahrain, che ha contattato la Nanny & Butler, che ha provveduto a presentargli Giovanni, laureato in legge e con un master in Gran Bretagna, perfetto come house manager. A sfornare maggiordomi e assistenti personali è anche l’Associazione italiana maggiordomi, che prepara, con appositi corsi, personale in grado non solo di occuparsi di una casa, ma anche di un’ambasciata, gestendone ogni aspetto. Un vero professionista, in grado di lavorare in hotel di lusso, navi o case private, anche su chiamata, per eventi particolari. «Con la crisi molti perdono il lavoro e si reinventano anche a cinquant’anni in questa professione», spiega Elisa Dal Bosco.
DISCRETI PER LEGGE
Ma come deve essere il maggiordomo perfetto? Ha un savoir-faire innato, è cortese, mai sopra le righe e con ottime capacità organizzative. E poi è un ottimo giardiniere, bravo in cucina e dotato di una pazienza infinita. L’identikit del buon maggiordomo non è cambiato molto dal personaggio di Alfred Pennyworth del fumetto di Batman con una piccola variazione: ad andare per la maggiore in questa professione oggi sono le donne perché sanno fare più cose contemporaneamente. La figura del maggiordomo nell’era moderna è paragonabile a un direttore d’orchestra, si occupa di gestire la nostra vita al meglio sia per quanto riguarda gli impegni lavorativi che gli appuntamenti mondani. Sono in grado di amministrare per conto delle ricche famiglie i loro terreni, ville e staff come navigati responsabili aziendali. Senza di loro, c’è da giurarci, molti dei novelli Bruce Wayne non potrebbero (far) organizzare feste esclusive sulla spiaggia per il jet set internazionale. E garantire ai loro ospiti un’accoglienza impeccabile dove, dall’arredo al cibo fino al party code, nulla è lasciato al caso. Il merito è in gran parte di questi uomini e donne ombra affidabili e multitasking. «Ma soprattutto – aggiunge Diana – sono tenuti a essere estremamente discreti. Il maggiordomo incontra celebrità, politici, ambasciatori, uomini potenti della finanza, e sono tenuti a firmare un documento sulla privacy, l’NDA. Con questo documento si impegna a non rivelare niente di quello che sente o vede in casa, altrimenti dovrà pagare una pesante penale».