il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2016
Dall’allarme guano al tramonto di Grillo: il frasario di Marco Travaglio
Merde alterne. “Roma, dopo lo smog è allarme guano. Il centro storico ‘bombardato’ da milioni di uccelli migratorio. Decine e decine gli incidenti. Ieri 2 km di Lungotevere sono rimasti chiusi al traffico” (la Repubblica, 3.1). L’avete voluta la pioggia? Ora nuotate.
Quo vado?/1. “Un #buonanno con davanti un più. È l’Italia che va” (L’Unità, prima pagina sulla conferenza di fine anno di Matteo Renzi, 30.12). Resta da #capiredove.
Quo vado?/2. “Lavoro, gli inattivi a quota 3,6 milioni” (Il Messaggero, 30.12). È stata dura, ma alla fine #celabbiamofatta.
Ma anche. “Unioni civili, il piano di Renzi: portare a casa la legge e non scontentare nessuno” (La Stampa, 3-1). Le unioni civili saranno come l’evasione fiscale e il falso in bilancio: vietate, ma anche consentite.
Clamoroso al Cibali. “Unioni civili, Scalfarotto blocca mediazioni al ribasso” (l’Unità, 3.1). L’ennesimo sequel di “Totò contro Maciste”.
Tripoli bel suol d’Etruria. “All’Italia ruolo centrale per la ricostruzione dell’economia libica” (Fayez Al-Serraj, premier designato della Libia, dopo l’incontro con il collega italiano Matteo Renzi, Corriere della sera, 29.12). Gli mandiamo papà Boschi.
Canton Vicino. “La mia collocazione è la destra” (Raffaele Cantone, commissario anticorruzione, Il Foglio, 2.1). E poi dicono che non è renziano.
Stakanov al cannolo. “Il parlamento siculo riunito 17 minuti al giorno” (Libero, 30.12). Così tanti? Attenti all’ernia.
Basilicata cost to cost. “A Matera per la trasmissione la trasferta dei 300 fra tecnici, maestranze e autori: 130 mila euro solo di hotel a spese di Regione e Rai” (Corriere della sera, 3.1). Così poco? Poi certo che l’orologio non funzionava.
I soliti ignoti. “Diretta Rai di Capodanno, indagine interna di Campo Dall’Orto” (Corriere della sera, 3.1). Sincronizzate gli orologi!
I soliti idioti. “D’altronde, che non capisse nulla di ecologia, lo ammise lo stesso Grillo un paio di anni fa, nel 2007” (Claudio Cerasa, il Foglio, 29.12). Quindi, se il 2007 era un paio di anni fa, dovremmo essere suppergiù nel 2009. Sincronizzate i calendari!
Non c’è più religione. “Arabia Inaudita. Riad esegue 47 condanne a morte” (l’Unità, 3.1). Chi l’avrebbe mai detto, finora pareva un governo così illuminato.
TremeBondi. “Sono stato un servo di Berlusconi, ma ho capito tutti i miei errori. Il Cavaliere è stato brillante all’opposizione, ma fallimentare nel governare. Ci lasciava giocare fino a che non toccavamo i suoi interessi” (Sandro Bondi, ex Pci, ex FI, ora Api, la Repubblica, 28.12). Però, che riflessi pronti.
On the road. “Appalti per la pavimentazione stradale: le mazzette venivano pagate in strada” (Il Messaggero, 30.12). Senza parole.
Contesto di cavolo. “Brindisi anticipato, il finale di Star Wars rivelato, parolacce e addirittura una bestemmia. Tutto in diretta. Non è stato certo un
Capodanno tranquillo quello della Rai. La televisione, pubblica o privata che sia, per acquisire una dimensione social a tutti i costi, rischia di divenire uno strumento fuori controllo… La bestemmia ormai è considerata irrilevante, se non accettabile” (L’Osservatore Romano, 2.1.2016). “Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall’altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato” (monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, a proposito della bestemmia pronunciata dall’allora premier Silvio Berlusconi, 2.10.2010). Se bestemmia un quivis de populo va all’inferno, se invece bestemmia B. si contestualizza. Dipende.
Il titolo della settimana. “Il tramonto del Grillo” (l’Unità, prima pagina, 2.1). Pagina da staccare e conservare. Fino alle prossime elezioni.