La Stampa, 4 gennaio 2016
Il giallo dell’ultima bici di Coppi
Fu un giallo lo scambio della borraccia con Bartali, è rimasta inspiegabile la mancata diagnosi in ospedale della malattia che lo condusse alla morte: ora, su Coppi e sul suo mito aleggia un altro mistero, quello della bici ritrovata e acquistata dal figlio Faustino. «È l’ultima su cui papà ha disputato una gara» assicura lui, «non ho mai visto il Campionissimo salire lì sopra e io all’epoca c’ero» replica il cugino Piero, spalleggiato dai (pochi) gregari ancora in vita. C’è stata una perizia, gli esperti hanno giudicato autentica la bici, eppure gli anziani che hanno sempre vissuto di pane e ciclismo hanno già sentenziato: è una bufala. E via con gli aneddoti, i ricordi, le spiegazioni sul perché la storia non regga. Si dovrà approfondire, magari studiare meglio il manubrio, il telaio, la forcella, il rocchetto di quel modello che sarebbe stato usato per la cronometro del Trofeo Baracchi del 1959, che Coppi affrontò in coppia con Bobet. Ci sono foto di quella gara, anche qualche filmato: un confronto è possibile. Ma un effetto immediato quella bicicletta l’ha già prodotto. L’altro ieri, a Castellania, per le celebrazioni del 2 gennaio, c’era il «sold out», una folla inferiore solo al 2010, quando ricorreva il cinquantenario dalla scomparsa di Fausto. Un’operazione di marketing e di turismo riuscita, vera o falsa che sia la bici.