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 2016  gennaio 04 Lunedì calendario

Marco Orsi, la passione per il nuoto e quella per il tortellino («L’ho tatuato in zona costume e indosso una collana con il tortellino come ciondolo»)

Marco Orsi, detto il Bomber, 25 anni, emiliano di Budrio, è velocista nel midollo e con forza, volontà e un sorriso sempre acceso sta realizzando l’obiettivo di una vita: diventare il nuovo Filippo Magnini. «Da piccolo sognavo di batterlo. Nel tempo ce l’ho fatta, ma lui resta il vero e unico capitano». 
Lei è il suo degno erede. Le 5 medaglie agli ultimi Europei in vasca corta lo dimostrano. 
«Lo spero. L’oro nei 100 è stato eccezionale. Ho pensato: “Se è un sogno non svegliatemi”». 
Il Bomber infatti nasce cinquantista. 
«Già. Una vasca, un solo respiro, tutto in 20’’. Ma da un po’ lavoro sulla resistenza alla velocità, voglio diventare completo». 
Come si allena? 
«In acqua ogni giorno, doppia seduta due volte la settimana, poi due o tre sedute in palestra a seconda di come mi sento, senza assilli. Al massimo faccio 4km ma impiego 2h e mezzo perché con il mio tecnico Roberto Odaldi facciamo tante pause, guardiamo video, riflettiamo sui dettagli. Per noi velocisti dietro un centesimo di miglioramento c’è un lavoro di mesi». 
In questo è l’opposto di Gregorio Paltrinieri. 
«Vero. Lui fa 9/10 km in due ore, giù a testa bassa…». 
A vedervi nuotare siete gli opposti, e non solo per le distanze. 
«Greg è leggero, io potente, col mio 1.89 per 89 kg. Lui è un talento naturale, rende tutto semplice. Io, come molti velocisti, sono un cristallo coi muscoli delicati. A noi basta niente per farci male. Il lavoro di prevenzione è decisivo». 
Lei ha mai fatto i 1500? 
«Da piccolino, poi ho detto stop: non è il mio genere. Però nuoto da sempre tutti gli stili, e infatti vado bene nei misti. Variare è importante anche per la testa». 
Perché il nuoto può essere anche una noia, vero? 
«Il rischio c’è. Ma so allentare la presa, magari uscendo la sera a volte». 
Ha detto che il suo difetto è l’istintività. 
«È così. Perciò dal 2012 lavoro con uno psicologo: mi ha insegnato a non innervosirmi, non farmi distrarre dagli avversari, isolarmi: un’ora prima della gara divento un automa e nulla più mi turba». 
Funziona? 
«Eccome. Il trucco è capire che non vai dallo psicologo perché sei debole, ma perché conosci i tuoi limiti e ci vuoi lavorare». 
A proposito di pressioni: ad agosto c’è Rio. 
«Non vedo l’ora, anche se nei 50 e 100 prima dovrò qualificarmi. Poi ci sono le staffette: il bronzo mondiale nella 4x100 sl è stato fantastico». 
Le staffette sono state uno degli aspetti più belli del 2015 azzurro. 
«Il segno di una nazionale nuova. Il flop olimpico a Londra è stato una specie di rito di purificazione che ha compattato il gruppo. Non credete a chi dice che il nuoto è uno sport individuale…». 
Lei sembra un tipo «old school». 
«È così. Sono vintage come certi giubbotti di pelle. I miei valori sono tradizionali: lavoro, onestà, sincerità. E il merito è tutto dei miei genitori». 
A proposito di old school, lei è un grande fan di Valentino Rossi. Su Facebook ha scritto: «Per me hai vinto tu». 
«Vale mi esalta come faceva Michael Schumacher. Io vengo da una terra di motori e Rossi è come Magnini: un immortale. Quest’anno stroncherà tutti, vedrete, compreso quell’invidioso di Marquez». 
Nel tempo libero che fa? 
«Amici, playstation, tifo Bologna, quando posso gioco a beach volley. Se non nuotassi farei il pallavolista, come le mie due sorelle gemelle». 
Poi c’è la passione sfrenata per il tortellino, una filosofia di vita. 
«Una droga. Oltre a mangiarli, l’ho tatuato in zona costume e indosso una collana con il tortellino come ciondolo». 
Restando sulle passioni: il sesso pregara fa bene o male? 
«Mah. Io non l’ho mai fatto. Sarebbe complicato in spogliatoio». 
Veramente, pensavamo la sera prima… 
«Ah bé, la sera prima sì. E fa benissimo». 
Come vede il suo futuro dopo il nuoto? 
«Ho un diploma di istituto tecnico, quando smetterò non escludo di iscrivermi all’Università, ma ora è dura: rischierei di fare tutto male. Come allenatore invece non mi vedo». 
Sul suo profilo Facebook c’è una foto del Bomberino bambino con una cuffia rossa. Che sogni aveva all’epoca? 
«Ero un piccolo tortellino, non avevo grandi obiettivi ma una grande panza. Il nuoto era gioco e divertimento. E a dire il vero, panza a parte, è rimasto tutto come allora. Per fortuna».