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 2016  gennaio 04 Lunedì calendario

L’auto che si guiderà con un battito di ciglia o con un movimento della mano (anche se gli italiani gesticolano troppo)

«Sei stanco, fai una pausa». Siamo arrivati a questi punti. Anche se decidete di viaggiare soli, senza passeggeri rompiscatole che vigilano sulla vostra vitalità alla guida, dopo ore di autostrada ci pensa lei, l’auto, a dirvi che è il momento di accostare e bere un caffè. Con tanto di tazzina fumante che lampeggia sul display.
È proprio così. I sensori vigilano sulle vostre palpebre e sull’andamento della vettura: palpebra calante, leggera deviazione dalla carreggiata e scatta l’avviso. Fantascienza? No, realtà (quasi comune) su tanti modelli oggi in circolazione. Perché ormai la gara tra i grandi costruttori non è più sulle prestazioni o sui consumi. Ma proprio sulle dotazioni tecnologiche. Siamo tutti qui ad aspettare l’auto che guida da sola (l’accordo tra Ford e Google verrà annunciato nelle prossime ore) ma in realtà le nostre macchine fanno già quasi tutto autonomamente. Frenano davanti a un ostacolo, sanno riconoscere col radar un ciclista e lo «proteggono», tengono la distanza di sicurezza, mantengono la velocità impostata, chiamano i soccorsi in caso di perdita di conoscenza, fanno partire il tergicristallo quando piove, memorizzano la nostra posizione di guida, sanno dove abitiamo e ci guidano vocalmente fino al portone. Per ora ci consentono di tenere le mani sul volante (ma non quando parcheggiano da sole). Soltanto gadget, si dirà.
Il 2016 si annuncia un anno ricco di novità in questa direzione. L’auto connessa è stato il tema principale all’ultimo Salone internazionale di Francoforte e lo sarà da dopodomani a Las Vegas, dove aprirà il Ces (Consumer Electronics Show), il paese di balocchi per gli appassionati di diavolerie elettroniche.
Il Ces anche per i costruttori di vetture sta diventando uno dei palcoscenici più importanti. Per Bmw sarà l’occasione di dimostrare come funziona l’AirTouch, ovvero la possibilità di dare comandi al navigatore e ad altri sistemi elettronici soltanto attraverso il movimento della mano. Senza toccare la superficie del display. A Monaco, prima di deliberare il progetto, si erano anche posti, scherzosamente, un problema di sicurezza relativo agli italiani: «Gesticolano troppo».
Un’altra della quale francamente non si sentiva una grande esigenza, ma che potrà contribuire a far diminuire il numero di incidenti: l’ente americano per i brevetti ha registrato poche settimane fa Vehicular Social Media System. Lo ha ideato General Motors per «catturare in modo sicuro su un veicolo, una foto o un video da pubblicare sui social media». Il sistema si basa su una camera collocata sul cruscotto, o incorporata nel tetto o nello specchietto retrovisore. La camera può scattare foto a guidatore e passeggeri ed è connessa a un processore attraverso wi-fi o Bluetooth. A questo si aggiunge una memoria per immagazzinare le immagini registrate. La foto si ottiene schiacciando un pulsante sul volante dedicato esclusivamente ai selfie. Con buona pace di chi non riesce proprio a non far sapere a tutti, sempre, dov’è e che cosa sta facendo.
Ma la vera sfida tecnologica resta quella sui carburanti. Lo scandalo diesel che ha travolto Volkswagen ha dato un’accelerata alla ricerca sulle vetture elettriche e ibride. Anche Fca si butta definitivamente nella mischia dopo il successo ottenuto dalla 500 elettrica negli Stati Uniti: a Detroit nelle prossime settimane verrà presentata una vettura ibrida plug-in con il marchio Chrysler. Evidentemente gli incontri che Marchionne ha avuto in maggio con Tim Cook di Apple e Elon Musk di Tesla in California, hanno convinto anche il manager italo-canadese a sviluppare ulteriormente le nuove tecnologie. Intanto Volkswagen a Las Vegas vuole prendersi la sua rivincita proponendo la versione elettrica del leggendario Bulli, il furgoncino amatissimo dagli hippy negli anni 70. Quello nuovo sarà completamente elettrico e si chiamerà «Budd.e». Per figli dei fiori ancora più green.