La Stampa, 4 gennaio 2016
I terroristi ora provano a passare per gli aeroporti minori
E adesso Genova. Stesse modalità. In coppia, con documenti palesemente contraffatti. È cambiata la destinazione: Londra e non più Malta. Orio al Serio (Bergamo), Ciampino (Roma) e adesso l’aeroporto ligure. Al momento di imbarcarsi, due passeggeri il 31 dicembre vengono bloccati, controllati: viaggiano con documenti falsi. Sono una coppia di sedicenti siriani che doveva raggiungere Londra. Nei loro smartphone hanno fotografie che ritraggono armi e scene di guerra.
Quale collegamento
Un episodio simile era successo il 17 e il 18 novembre in altri due scali italiani: a Orio al Serio e a Ciampino due coppie erano state fermate. C’è un filo conduttore che lega Genova, Orio e Ciampino? Sono tre fotogrammi di un unico film?
Le prime impressioni escluderebbero questa ipotesi, ma l’Antiterrorismo sta indagando: «Quello che finora dimostrano i tre episodi è una grandissima stretta e accuratezza nei controlli da parte delle forze di polizia. Fino a prova contraria, tutto dimostra che siamo di fronte a episodi di traffici di migranti, due sicuramente collegati tra loro. Ma siamo pronti a riconsiderare gli episodi se dovessero emergere altri elementi».
La rete dei controlli
La rete dei controlli italiani finora si è dimostrata robusta e attenta. E non solo negli aeroporti più importanti, come Roma-Fiumicino o negli scali milanesi di Linate e Malpensa. Anche negli altri aeroporti, minori solo in apparenza. Prendiamo Orio al Serio e Ciampino: nella classifica della movimentazione dei passeggeri in Italia, l’aeroporto di Bergamo si posiziona al terzo posto con 9.624.795 passeggeri mentre Ciampino è al nono posto con cinque milioni e mezzo, Genova occupa la posizione 23 con un milione e duecentomila passaggi annuali.
Ma sono questi scali, considerati a torto «minori», a essere diventati snodi importanti di flussi migratori illegali.
Il Paese di transito
I tre episodi dimostrano che l’Italia è diventata area di transiti e la scelta di utilizzare scali aeroportuali di «provincia» potrebbe essere maturata per «testare» il nostro sistema di controlli (non è un caso che l’Antiterrorismo parli appunto di «stretta sui controlli»).
Verso il Nord Europa
Dai primi elementi, quanto successo a Orio e Ciampino sembra avere un collegamento. Anzitutto a legarli è la stessa destinazione finale delle due coppie di viaggiatori: Malta. Le indiscrezioni che filtrano dalle indagini ipotizzano l’esistenza di una unica regia che muove le fila del traffico.
Le due coppie bloccate a Orio e Ciampino volevano raggiungere Malta, dove è presente una importante comunità siriana. Probabilmente l’isola del Mediterraneo non sarebbe stata la destinazione finale del viaggio che avrebbe dovuto proseguire successivamente fino a un paese del Nord-Europa.
Secondo le prime informazioni, le due coppie di siriani avrebbero raggiunto l’Italia via terra percorrendo la rotta balcanica. Uno dei due bloccati il 18 novembre scorso ad Orio al Serio, che è stato poi indagato per associazione e arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, aveva nel suo smartphone una foto che lo ritrae con indosso una divisa dell’Isis. Lui si è giustificato dicendo di essere stato costretto a fare il vigile e a regolare il traffico ad un incrocio di Raqqa.
Anche quelli di Ciampino, fermati il giorno prima, il 17 novembre, avevano documenti falsi, uno di nazionalità norvegese, l’altro francese.
Ora è ancora presto per ipotizzare un collegamento tra la sedicente coppia siriana (i documenti iraniani complicano ulteriormente il puzzle) fermata l’ultimo giorno dell’anno a Genova, e le quattro persone bloccate il 17 e 18 novembre a Bergamo e Roma.
Certo, anche nella nostra intelligence ci si interroga sulla «singolarità» del percorso scelto dai siriani. Turchia, Grecia, Balcani, Italia per raggiungere Malta e poi magari volare – è l’ipotesi – in Inghilterra.
«Seguiamo gli sviluppi delle indagini – confermano gli analisti – pronti a riconsiderare questi episodi con una diversa interpretazione».