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 2016  gennaio 04 Lunedì calendario

Freddy, morto alcolista, era il fratello Trump che sapeva piacere a tutti

New York, anni sessanta. Donald J.Trump, all’epoca ancora studente universitario ma già mosso da grandi ambizioni, si ritrovò a cena con il fratello maggiore, Freddy, in un condominio di Queens, costruito dal padre. L’atmosfera si fece subito tesa. Freddy, pilota di linea, gioviale e godereccio, scherzava a tavola con gli amici e Donald lo osservava insofferente. Ad un certo punto lo prese di petto esortandolo a mettere la testa a posto e dare un senso alla sua vita entrando nell’impresa di famiglia. «Donald diede a Freddy una bella lavata di capo», racconta Annamaria Schifano, all’epoca fidanzata di uno dei migliori amici di Freddy, che era presente alla cena. Ricorda che Donald prendeva fuoco facilmente. Quella di Freddy, giovane aitante, estroverso, dai comportamenti autodistruttivi, che morì alcolista a soli 43 anni nel 1981, è una storia triste di cui si fa menzione raramente parlando di Donald Trump, il candidato alla presidenza popolare per l’aura di solidità, realizzazione personale e perenne successo che lo circonda. In un’intervista Trump ha dichiarato che l’esperienza del fratello gli ha fatto capire che le scelte sbagliate possono portare alla rovina anche chi sembra destinato al successo. Le vicissitudini di Freddy gli hanno insegnato a tenersi alla larga dall’alcol e dal fumo, ad esempio. Ma la dolorosa vicenda di Freddy Trump, di otto anni maggiore di Donald e destinato come primogenito ad ereditare l’impero immobiliare del padre, dimostra anche quanto sia rischioso non conformarsi alle regole di una famiglia dominata da un padre energico e perfezionista e da un aggressivo fratello minore. Nella famiglia Trump impegnata nella scalata sociale Donald era il secondogenito e il prediletto dal padre, che si lanciò con grinta nella mischia del mercato immobiliare newyorkese rendendo il nome Trump famoso nel mondo. Freddy è stato la delusione, non aveva l’istinto del killer, e si è talmente discosto dalle ambizioni paterne che i suoi figli sono stati esclusi dal testamento del patriarca. Fin dall’inizio Freddy si mostrò diversissimo dal padre autoritario e totalmente dedito al lavoro. Mentre Fred senior si affermava come uno dei massimi costruttori newyorkesi, il suo primogenito scapestrato faceva baldoria con gli amici nella casa di famiglia. Quando erano ragazzi, Donald idolatrava il fratello. Ma nel futuro che aveva in mente non lo voleva tra i piedi. Freddy abbandonò le costruzioni per dedicarsi alla sua passione, il volo, e divenne pilota della TWA, dando il via a un periodo felice. Nel 1962, a 23 anni, sposò Linda Clapp, una assistente di volo. La coppia ebbe due figli, che vennero chiamati come i nonni paterni, Fred e Mary e si stabilì a Queens. Prima dei trent’anni però Freddy prese a bere molto e Donald, ormai all’università, disapprovava i suoi comportamenti esortandolo a non sprecare tempo in stupidaggini e a tornare alle costruzioni. «Ero troppo giovane allora, non capivo», dice oggi Donald Trump. «Adesso insegno le strategie per avere successo e la prima cosa che dico è: bisogna amare il proprio lavoro». Dice che col tempo si rese conto che il fratello era un ottimo pilota e che il suo posto era in aria, non nei cantieri, ma quando si laureò e iniziò a far carriera nella sede della Trump a Coney Island, Freddy ormai era alcolista. Gli anni che seguirono furono inclementi. Freddy divorziò, smise di volare e fallì un’iniziativa di pesca commerciale in Florida. Alla fine degli anni Settanta tornò a vivere a casa dei suoi genitori a Jamaica Estates, e dirigeva una delle squadre di manutenzione del padre. Freddy continuò a bere e nel 1981 morì. Nel decennio successivo Donald pose il marchio Trump su grattacieli, casino e aeroplani. Nel 1999, dopo la cerimonia funebre del patriarca della famiglia venne aperto il testamento di Fred Senior, steso con l’aiuto di Donald. Dal patrimonio di almeno 20 milioni di dollari venivano esclusi i discendenti di Freddy. Ma oggi Donald Trump ha dichiarato che è giunto ad apprezzare lo spirito libero che caratterizzava suo fratello. «Si faceva voler bene da tutti, proprio al contrario di me».