la Repubblica, 4 gennaio 2016
«Basta con gli sms che compaiono sugli schermi della tv». Intervista a Rita Borioni, consigliere Rai
«Questi messaggi che scorrono sullo schermo sono una cosa da radio privata degli anni Settanta», dice Rita Borioni, consigliere della Rai, «con tutto il rispetto per gli autori dei programmi e per le famiglie a casa, non ne vedo proprio il senso. È vero, serve una forma di relazione con i telespettatori, ma vanno sperimentati modelli diversi. Scrivere ciao nonna non aggiunge niente al programma, solo qualcosa di autoreferenziale e inutile. Noi dobbiamo ideare soluzioni nuove ed anche di più facile gestione». Il modello degli sms è ingestibile? «Leggo di 150 mila messaggi arrivati in 5 ore. Una simile valanga di parole porta con sé il rischio di infortuni gravi come quello del 31 dicembre». La Rai però guadagna dei soldi grazie agli sms. «Cifre basse che converrebbe dare in beneficenza, prima di mettere questo modello da parte». E lo scaricabarile tra RaiUno e la vostra società commerciale RaiCom? «Bene ha fatto Campo Dall’Orto ad avviare un’indagine interna. La tentazione di scaricare su altri le colpe va arginata, l’indagine chiarirà tutto». Sospetta che il conto alla rovescia sia stato anticipato ad arte per strappare spettatori a Canale 5? «A questo proprio non credo. Non ne capisco l’utilità in termini di ascolti mentre alto è il rischio di essere sbugiardati il giorno dopo. Sarò una ragazza ingenua, non ci vedo il dolo». Insomma, un 2016 che parte con il piede sbagliato. «Sono passate molte ore dai fatti. A mente fredda, dobbiamo gioire per la spinta che la Rai ha dato alla riscoperta di Matera. Un piccolo borgo, non una grande città d’arte. Una perla di un Sud che troppe volte è ignorato. Da questo punto di vista, la notte del 31 è motivo di orgoglio per il servizio pubblico televisivo». Lei si accontenta di poco. Quasi tutti hanno visto un maxi-autogol. Che tuttavia ora vi permetterà di congedare gli attuali direttori di rete e nominare persone a voi più gradite. «Se mi permette un gioco di parole, nomine sunt consequentia rerum. Le nomine saranno la conseguenza del nostro progetto editoriale. Non possiamo fare alla vecchia maniera quando le persone venivano prima delle idee». Ma il progetto dov’è? «Il progetto è ormai delineato. Mette al centro il servizio pubblico come grande risorsa del Paese. Traccia una rotta di riforma che ha portato a prime scelte importanti. È in arrivo un direttore editoriale per coordinare le news. Ci stiamo rafforzando sulle piattaforme più innovative, a partire da Internet. In generale, le donne e gli uomini della Rai hanno la missione di entrare di più nelle dinamiche del Paese». Cadranno come birilli tutti i direttori delle reti e dei tg? «Indicare i designati è un potere di Campo Dall’Orto. Mi limito a dire che rinnovare nella continuità è sempre meglio». Chi vorrebbe confermare? «Nomi non ne faccio, non gioco con i professionisti in campo». Campo Dall’Orto sceglierà – si sente dire – tutte persone esterne alla Rai. «Ripeto: rispetto le prerogative del nostro dg. Penso solo che la tv di Stato ha al suo interno delle professionalità splendide».