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 2016  gennaio 04 Lunedì calendario

Chi è Federico Bigotti, il ventiduenne che ha ucciso la mamma a coltellate e poi ha postato un selfie sorridente su Facebook

Adesso, chiuso in cella e sorvegliato a vista nel carcere di Perugia, Federico Bigotti – che compirà 22 anni il 13 gennaio – non fa che ripetere: «Io amavo mia madre...». Nel capo d’imputazione formulato dal procuratore Antonella Duchini, però, c’è scritto che il matricidio che il ragazzo avrebbe commesso la mattina del 28 dicembre scorso, colpendo in casa la signora Annamaria Cenciarini, 55 anni, «con reiterate coltellate, almeno 9», è avvenuto «con crudeltà» e «per futili motivi», «in occasione dell’ennesimo litigio». Non solo: Bigotti in passato avrebbe «maltrattato la propria madre con continue ingiurie e violenze psicologiche, minacce anche di morte e percosse, in un’occasione anche con un manico di scopa...». 
Il caso è chiuso, dunque, ma nella villetta in località Varesina ora si è aperto un baratro nella testa e nel cuore di Antonio, operaio metalmeccanico in una ditta di Città di Castello, marito di Annamaria e padre di Federico, che malgrado il lutto e la disperazione ha scelto comunque di non abbandonare suo figlio: «Gli starò vicino – ha detto ieri all’avvocato Vincenzo Bochicchio —. Ho capito troppo tardi che lui aveva bisogno d’aiuto...». L’avvocato Bochicchio, dopo l’arresto di sabato sera, dice che per il suo assistito probabilmente chiederà una perizia psichiatrica. Troppe stranezze, negli ultimi due anni. Troppe stranezze, anche dopo l’omicidio. Come quel selfie raccapricciante postato da Federico su Instagram, 24 ore dopo il delitto, con l’hashtag #riposainpacemamma, poi da lui stesso cancellato dopo aver collezionato circa 300 tra commenti e insulti, il più benevolo dei quali era «assassino!». O come l’autoscatto sorridente messo su Facebook sabato a poche ore dall’arresto. Una stranezza dopo l’altra, come quando durante la veglia funebre organizzata per sua madre nella chiesa di San Pio X, la settimana scorsa, Federico è entrato al bar a prendersi un caffè. 
Da due anni viveva chiuso dentro casa e usciva dalla finestra della sua stanza, mai dalla porta, raccontano perplessi i vicini, prigioniero dei suoi deliri d’onnipotenza: un giorno sognava di andare a giocare nel Barcellona, un altro di diventare un modello famoso oppure un attore («il mio punto di riferimento è Al Pacino», diceva). Violento sin dai tempi dell’asilo, cacciato da due scuole e pure dalla squadra di rugby. A 19 anni si presentò a Talents Today: «Vengo da Città di Castello, in campagna si vive bene, si sta rilassati, io sto in una piccola villettina. Ma ora voglio conoscere un altro mondo dove nessuno c’è mai stato perché è andato sempre dietro alla massa. Mi chiamano come Primo Carnera, l’uomo montagna, perché sono grande e grosso, ma sono anche buono, dolce e sensibile...», racconta sempre lui in un video postato su Youtube. 
Forse il talent show era andato male, anche un paio di delusioni amorose di certo l’avevano segnato. In questi ultimi tre mesi, però, si era fissato col dimagrimento e aveva perso più di 30 chili – lo testimoniano ancora le foto su Facebook —, sempre più in preda alle sue allucinazioni. Sua mamma Annamaria volevo solo tentare di riportarlo alla realtà, «gli voglio bene ma non riesco a salvarlo», si sfogava. Gli diceva di uscire a trovarsi un lavoro e soprattutto di smetterla con l’hashish, con la droga che l’aveva fatto arrestare già a 19 anni e che Federico quasi sicuramente ha fumato anche nelle ore intorno al massacro. 
Ma è stato tutto inutile. Era una donna gracile, Annamaria, ex operaia alla Sacofgas di Città di Castello, con dei gravi problemi alla schiena che l’avevano costretta ad andare in pensione anticipata. La mattina del 28 dicembre era ancora in pigiama quando Federico l’ha aggredita in cucina. Non ha potuto far nulla per difendersi ma lui ha continuato a colpirla, al petto, al mento, al collo, «quando versava già in stato agonico». Poi il ragazzo ha chiamato suo padre al lavoro: «Corri papà, mamma s’è suicidata davanti a me!». L’autopsia, però, lo ha smentito. Difficile suicidarsi, colpendosi alle spalle.