La Stampa, 3 gennaio 2016
La potenza della Chaouqui, gola profonda di Dagospia
«Bertone ha pensato di poter mettere Ricca che tiene sottoscacco. E che fa? Chiede a un cardinale che lui ricatta, di intercedere presso un altro cardinale che va dal Papa e ignaro delle frociate lo raccomanda come persona che potrebbe aiutare lo Ior». A utilizzare questo linguaggio apparentemente criptico è la futura consigliera vaticana Francesca Chaouqui. Siamo nel luglio 2013, quando non ha ancora incarichi in Curia.
Il dossier della Santa Sede
«Così Ricca viene nominato – continua – e al Papa giunge un dossier con gli ammanchi della domus Sanctae Marthae». Sta chattando con un giornalista del sito Dagospia e parla di Battista Ricca, da poco designato prelato della banca vaticana. Qualche giorno prima il settimanale l’Espresso aveva rivelato le relazioni gay del monsignore. Nomina chiave, quella di Ricca, perché dà diritto a vagliare le carte dello Ior, inclusa la lista segreta dei conti correnti. Chaouqui sulla carta è solo una pr che con il Vaticano non dovrebbe avere nulla a che fare. Perché la nomina avverrà pochi giorni dopo: il 19 luglio 2013.
Eppure un mese fa, il 12 dicembre, in un’intervista alla Stampa Chaouqui diceva tutt’altro di Ricca: «I miei nemici sono gli stessi che hanno attaccato il prelato dello Ior Battista Ricca, gli stessi interni che sperano che Bergoglio muoia da un giorno all’altro». Accuse precise che rimandano allo scandalo che scosse i primi mesi di pontificato di Francesco. Ma secondo quanto riferiscono a La
Stampa accreditate fonti vaticane, in un dossier da due anni in mano ai vertici della Segreteria di Stato, è contenuta una conversazione tra Chaouqui e il giornalista di Dagospia Riccardo Panzetta. Ne emerge una ricostruzione della vicenda differente da quella fornita dalla pierre, sotto processo in Vaticano per la fuga di documenti segreti della commissione finanziaria della quale faceva parte.
Dopo la pubblicazione dell’articolo sull’Espresso, la pr chatta su Facebook con il giornalista: «La storia del prelato dello Ior: se vuoi ti aggiungo qualcosa di monsignor Ricca». Poi, dopo qualche giorno, lo ricontatta. E ci va giù pesante: «È omosessuale. Gli scandali in cui è stato coinvolto riguardano il fatto che questo soggetto sc... con i camerieri (...) dopodiché tornò a Roma e Bertone iniziò a proteggerlo». Le altre frasi, che qui non troverete, sono molto più pesanti. «L’accordo della nomina – continua la pr – era che non potendo mettere monsignor Lucchini, ha pensato che potesse mettere Ricca che tiene sotto scacco». Chaouqui fa riferimento a un incidente diplomatico avvenuto nel maggio 2013 all’aeroporto di Ciampino, dove uno dei più fidati collaboratori dell’allora Segretario di Stato Tarcisio Bertone, Roberto Lucchini, fu fermato per una perquisizione legata a documenti delicati di cui però non si seppe nulla. Ma per capire meglio la rete della «papessa» occorre concentrarsi sulle date del voluminoso carteggio.
Fuga di notizie riservate
Francesca Chaouqui scrive per la prima volta su Battista Ricca il 9 luglio. Due giorni dopo, Panzetta le risponde: «La storia di Ricca è impubblicabile». Ben prima della sua nomina, dunque, Chaouqui inonda Dagospia di indiscrezioni sui giochi di potere tra i cardinali. Parla di Tauran, Bertello, Comastri, Sepe e Paglia. «Verifico e ti dico» era la sua formula. Panzetta, già a febbraio 2013, si lamenta con la pr: «Passi le notizie a Nuzzi e company». Raggiunta ieri sera al telefono, Chaouqui non smentisce il rapporto di lunga durata con Dagospia. Resta però senza risposta la domanda fondamentale: come mai una pr era così informata dei segreti vaticani al punto che, appena nominata, i capi del la Curia, individuandola come gola profonda, si rendono conto di essersi messi in casa un «corvo»? Una che diceva: «Bertone continua a mettere lo zampino e a fare cazzate»?