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 2016  gennaio 03 Domenica calendario

Checco Zalone sfonda al botteghino. Debutto da 7 milioni di euro

Buon anno Checco Zalone lo dice ora. Nelle prime 24 ore Quo Vado? ha battuto tutti i record e ha incassato quasi 7 milioni di euro (6 milioni 852 mila) sfiorando 1 milione di presenze (930 mila). Addio Star Wars, il battesimo stellare è quello di un attore comico che nella vita si chiama Luca Medici: usa il mattarello delle risate contro tutti e non sai mai come la pensa. Il produttore Pietro Valsecchi: «Ci vorrebbe uno Zalone all’anno per spingere l’intero sistema del cinema». Il distributore (Medusa) Giampaolo Letta: «Diverte e scalda il cuore».
Una storia più costruita degli altri tre film di Zalone, pensata col regista e alter ego Gennaro Nunziante. Siete caduti dalle nubi, dopo questi numeri? «Io non capisco molto di dati e non so fare i calcoli. Non siamo salvatori di niente. C’è uno sdoganamento verso di noi? Ti ricordi quando nessuno votava Berlusconi e vinse le elezioni? Anche la definizione dei salotti buoni della cultura... Spesso si voleva da noi una commedia che non ci appartiene: la commedia rifugge la profondità. La sua profondità la trovi nella leggerezza». Il film, sul mito del posto fisso, è più corale degli altri. Andiamo dai magnifici «coristi».
Una Sonia Bergamasco che non ti aspetti: «Avevo già fatto un ruolo comico in Tutti pazzi per amore in tv, la persona che mi ha fatto più ridere al mondo è Carmelo Bene». Un altro pugliese! «Sì, ma alle prove era durissimo». Sonia è la funzionaria del ministero che deve tagliare il personale con delle «simpatiche buonuscite», Checco non ne vuole sapere: «Tento perfino la carta sessuale, fallisco e da carnefice divento vittima. È un racconto dell’oggi, con un’aderenza alla realtà, non avere snobismi mi sembra un sintomo di salute psicofisica. I numeri non sempre rispecchiano i valori, ma indicano qualcosa che non va preso sottogamba».
Eleonora Giovanardi è l’outsider, ha 33 anni, è di Reggio Emilia ma vive a Milano, viene da una serie web e due lungometraggi. Interpreta la ricercatrice che in Norvegia studia l’impatto ambientale su foche e orsi polari; una donna linda come la neve; tre figli da tre compagni, tre etnie diverse; fa innamorare Checco e ne trasforma le furbizie italiche: «Mi avevano vista in tv con Maurizio Crozza nei panni di Veronica Lario». Aveva i capelli lunghi e biondi e zac, l’hanno trasformata: «Conoscevo il fenomeno Zalone, non i suoi film. Li ho visti e mi sono detta: questo qui non è per niente scemo. C’è un lavoro pazzesco di scrittura ed è aperto alle improvvisazioni». Per il regista Nunziante, «ci sono film che nascono con intenti mortuari di voler piacere al pubblico, puzzano di piacioneria e falliscono. Il nostro vero lavoro è la lealtà, è fare le cose che piacciono a noi. Non ci piace il cinismo, mi fa ridere quando si parla di buonismo». I critici sono stati più teneri: «I critici parlano del film che avrebbero voluto vedere. Dicono che si vuol fare commedie come Totò, Sordi. Devono pensare che Checco ha una sua unicità e in virtù di quello devono giudicarlo. Sordi, grande. Ma noi siamo di un altro tempo. E sfido chiunque a dire che siamo trash. Ci sono attori che hanno fatto del trash il loro cavallo di battaglia, e ci campano. Il cinema italiano produce film a basso budget con la pretesa che la gente li vada a vedere. E la gente si accorge che li stai prendendo in giro. Come se io ti invitassi a cena a casa mia e a tavola non trovi niente. Questo è un Paese diviso e prima o poi dovrà esserci la riconciliazione». Questo però nel film non c’è: «C’è nel finale, grazie all’incontro con una donna, una riconciliazione con se stessi. Checco capisce che non c’è chi dall’altro dice che bisogna cambiare, siamo noi che dobbiamo cambiare».
Gli altri pugliesi del cast sono Lino Banfi (il senatore rottamato) e Maurizio Micheli (fa il padre di Checco), che dice: «Rispetto ai comici tradizionali, che fanno dei perdenti, Checco è uno sfigato aggressivo, una cosa tipica della gente di Puglia, dove sono cresciuto ma sono nato a Livorno. Se un film piace ai critici non piace al pubblico. Qui è successo il contrario. Chi ha la puzza sotto al naso cambierà idea. Vogliamo dire una parola grossa? Qui trovi dei contenuti rispetto agli altri film». E Banfi: «Mi contattarono dissi no, i camei lasciano il tempo che trovano. Ma Nunziante mi ha detto: ti dobbiamo un tributo, Checco ci tiene, fa la tua imitazione da quando lavoravamo a TeleNorba. Ho conosciuto questi due nipoti, li ho visti talmente in simbiosi, sono connubi che non esistono più al cinema. Ho accettato perché odora di 60 milioni, gliel’ho detto». Checco Zalone, l’unico autorizzato a sparare fuochi d’artificio durante le feste.