Corriere della Sera, 3 gennaio 2016
Gli operatori turistici sardi pronti a dare un milione a Ryanair perché non tagli i collegamenti con Cagliari e Alghero
Gli operatori turistici della Sardegna fanno una colletta per convincere Ryanair a non tagliare i voli sull’aeroporto di Alghero. Absit iniuria verbis, sembra la favola di Robin Hood all’incontrario se si mettono a confronto i numeri del colosso irlandese dei cieli e quelli pur ragguardevoli del turismo sardo. Ma quello che sta avvenendo non è finzione, è realtà: albergatori e altri soggetti economici del nord dell’isola si sono prefissi di mettere assieme entro la fine di gennaio un milione di euro per evitare il taglio di 22 collegamenti (14 ad Alghero, 8 a Cagliari) preannunciato da Ryanair. Riavvolgiamo il nastro: per incoraggiare mister O’Leary a far decollare e atterrare i suoi aerei in Sardegna, a Ryanair venivano offerti sconti sulle tasse aeroportuali; è accaduto in altri scali italiani e stranieri solo che la Ue ha sempre estratto il cartellino giallo, sostenendo che quegli sconti si traducono in indebiti aiuti di Stato. Una procedura d’infrazione è stata aperta anche sul caso della Sardegna e di fronte alla prospettiva di veder svanire le agevolazioni, la compagnia low cost ha preannunciato il taglio dei voli a partire da aprile. Il che significa, nel caso di Alghero, un dimezzamento del traffico, attestato su 1.600.000 passeggeri l’anno. La metà che sparirebbe sarebbero tutti turisti inglesi. Ma temendo di perdere una fetta preziosa di clienti, gli operatori economici del nord della Sardegna hanno lanciato la «colletta»: mettere assieme un milione di euro per convincere Ryanair a mantenere i voli. Non è ancora chiaro se l’obolo verrebbe consegnato direttamente alla compagnia o alla società di gestione degli aeroporti che in questo modo potrebbero riproporre gli sconti, evitando la trappola degli aiuti di Stato. Chi tenga il coltello dalla parte del manico è fin troppo chiaro: nel primo semestre del 2015 l’azienda di O’Leary ha sfondato il muro del miliardo di utile netto (+37% rispetto all’anno precedente) complice il basso costo del carburante e a un fattore di riempimento dei velivoli del 93%. Stupisce che l’economia di una regione che non attraversa di sicuro uno dei periodi più brillanti debba «tassarsi» per ingraziarsi i favori di un gigante. Ma è l’economia, bellezza.