Corriere della Sera, 3 gennaio 2016
Storia degli incidenti col Vaticano provocati dalla Rai
Da Dario Fo a Leopoldo Mastelloni, per dire due casi antichi. Da Andrea Rivera a Luca Romagnoli, per ricordarne due recenti. La storia dei rapporti tra la Rai e la Chiesa ha conosciuto incidenti piccoli e grandi: ma sempre si è trattato di scontri occasionali presto superati, perché tra la Rai e il mondo cattolico, compresi Cei e Vaticano, c’è da sempre una forte alleanza. L’alleanza – che è ancora in vigore – ha aiutato le due sponde a superare le ricorrenti tempeste.
La più forte resta quella su Dario Fo e ha la data del 22 aprile 1977, quando Rai2 ospita Mistero Buffo, capolavoro del futuro premio Nobel. Nella satira di Fo che colpiva Bonifacio VIII fu visto un attacco all’ottantenne Paolo VI e la reazione ecclesiastica fu intonata da un telegramma del cardinale Ugo Poletti – vicario di Roma – a Giulio Andreotti presidente del Consiglio: «Interprete di innumerevoli cittadini e organizzazioni romane, esprimo dolore e protesta per dissacrante e anticulturale trasmissione televisiva». Per Dario Fo da allora la Rai è divenuta una terra straniera.
A Leopoldo Mastelloni è successo qualcosa di simile, in questo caso per una bestemmia: è il 22 gennaio 1984 quando l’attore perde il controllo e si lascia scappare un’imprecazione, identica a quella della sovrimpressione di tre giorni addietro, essendo ospite della trasmissione «Blitz» di Gianni Minà. Ci fu persino un processo e l’attore fu assolto ma per la sua ricomparsa in televisione dovettero passare 22 anni e il rientro avvenne nelle reti Mediaset, non in Rai.
Provoca proteste persino l’esclamazione intenzionalmente scherzosa di «Wojtylaccio» che Roberto Benigni in diretta Rai pronuncia dal palco del Festival di Sanremo nel 1980, come ultimamente (2014) una bestemmia di Tiberio Timperi a «Uno mattina in famiglia».
Casi di conflitto tra la Chiesa e la Rai si sono avuti lungo gli ultimi due decenni a motivo del concerto del Primo Maggio che si svolge nella piazza di San Giovanni in Laterano su iniziativa dei tre maggiori sindacati e che viene mandato in diretta da Rai3. «Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana» grida al microfono uno dei conduttori nel 2007 e l’ Osservatore Romano : “È vile e terroristico lanciare sassi, questa volta addirittura contro il Papa’’».
Il caso più rumoroso dei tempi recenti ha per protagonista Luca Romagnoli, sempre al concerto di San Giovanni, edizione 2013: il cantante alza al cielo un preservativo, come un prete farebbe con l’ostia all’elevazione, dichiarando: «Questo è il modello che uso io, che toglie le malattie dal mondo, prendetene e usatene tutti, fate questo, sentite a me». «Gesto blasfemo di irrisione dell’Eucaristia» fu la protesta dell’ Osservatore Romano firmata dal cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini.
Il vicario Vallini si fa portavoce dell’indignazione cattolica per quest’ultimo episodio come il vicario Poletti per il caso di Dario Fo 36 anni prima: ma i tempi sono cambiati, non c’è più la Democrazia cristiana a gestire la politica della tv di Stato e in Vaticano si è appena insediato Francesco, il Papa delle telefonate a Marco Pannella ed Emma Bonino.