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 2016  gennaio 02 Sabato calendario

Si litiga per i diritti del diario di Anna Frank

È guerra sui Diari di Anna Frank. I diritti d’autore, che valgono per 70 anni dalla morte della giovane autrice ebrea nel Lager di Bergen Belsen nel 1945, dovevano scadere ieri; la fondazione svizzera che li gestisce, con un «escamotage» li ha prolungati fino al 2050; ma una deputata francese e un ricercatore dell’università di Nantes hanno ugualmente pubblicato i testi on line, nella versione olandese.
LA VICENDA
E che cosa accadrà ora è difficile da immaginare: probabilmente un processo internazionale nel nome di un libro che resta tra i più venduti, inserito dall’Unesco nell’Elenco delle memorie del mondo dal 2009, tradotto in 70 lingue e pubblicato in 40 Paesi. Per pura ironia della storia, ieri sono scaduti anche i diritti (ma per parafrasare, non accostiamo le margherite ai porci) del Mein Kampf di Adolf Hitler. Ma qui, non ci saranno polemiche.
La legge sui diritti d’autore, recepita anche in Italia nel 1996, ne fissa il limite a 70 anni dalla morte di chi ha scritto l’opera. La Fondazione che li amministra per i Diari, creata in Svizzera dal padre Otto nel ’63, li ha prolungati qualche mese fa grazie a un artificio: ha dichiarato coautore dell’opera Otto, sopravvissuto al Lager in cui è invece morta la figlia, di neppure 16 anni.
Del resto, gli appunti, salvati da alcuni amici nell’alloggio di Amsterdam, furono consegnati proprio a Otto, che li pubblicò nel 1947 dopo averli completati con altri appunti della ragazza, ma anche depurati di alcune piccole parti: pare 5 pagine, che riteneva compromettenti per se stesso e la memoria di sua moglie Edith Holländer. Ma alla morte di Otto, come da lui prescritto, tutti i testi sono stati consegnati agli Archivi olandesi: i tre diari, il «quaderno delle belle frasi», il libro dei racconti e le pagine sciolte con altri manoscritti. La Fondazione ha così dichiarato l’esistenza di un’opera nuova, di cui Otto non è più solo il curatore, ma anche il coautore. E i cui diritti varranno per 70 anni dalla sua morte: fino al 2050.
POLEMICHE
La decisione ha sollevato polemiche: fino a quel momento, infatti, la Anne Frank Fonds aveva sempre affermato che la ragazza era l’unica autrice dei Diari. Tuttavia, prima di intraprendere questo passo, la Fondazione, per anni, aveva interpellato avvocati ed esperti. Tra i maggiori critici sono la deputata Isabelle Attard e il ricercatore Olivier Ertzscheid. Vogliono «combattere la privatizzazione della conoscenza»; e il docente di Nantes, già a ottobre, aveva pubblicato due versioni francesi del libro: rimosse però poco dopo, su richiesta di un editore francese. Ieri, entrambi hanno inserito sui loro «blog» le edizioni, in olandese, dei Diari, dichiarandole libere da ogni diritto. Dagli Anni 90 sono in corso battaglie legali anche tra la fondazione svizzera e quella olandese, che ne gestisce la casa-museo di Amsterdam: azioni contro l’uso del nome, e per la stessa immagine della sfortunata ragazza. Le polemiche sui diritti d’autore non sono cosa nuova. Già nel ’96 erano divampate, ad esempio, nel nostro Paese. Nel nome dei diritti per le opere di Luigi Pirandello. Fino ad allora, in Italia, scadevano ai 50 anni dalla morte; ma per procrastinarli una legge accettò la normativa già vigente in tutt’Europa, portando il limite ai 70 anni. I testi di Anna Frank, però, sono già noti da tempo e studiati nella loro integrità: non ci saranno cioé sorprese. Ma la battaglia legale divamperà di certo. La prima, fugace, pubblicazione di Ertzscheid era accompagnata da una sua lettera: «Mia cara Anne, ti chiedo il permesso di non aspettare il 2050. Compirò una azione illegale». Ieri, gli è bastato scrivere che «queste parole appartengono a tutti». Staremo a vedere.