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 2016  gennaio 02 Sabato calendario

Il nemico della Russia è la Nato, non l’Isis. Parola di Putin

L’Alleanza Atlantica, le “rivoluzioni colorate” ed il terrorismo internazionale sono le grandi minacce, in quest’ordine, contro cui si scontra la Russia. Vladimir Putin ha aggiornato la Strategia di sicurezza nazionale con un documento pubblicato poche ore prima del Capodanno.
LA CONTRO-AZIONE
L’espansione della Nato verso i confini della Federazione viene vista come il fumo negli occhi dal Cremlino. Gli Stati Uniti ed i suoi alleati hanno organizzato una “contro-azione” per bloccare «la politica interna ed estera indipendente» di Mosca. L’obiettivo degli occidentali, secondo i russi, è di controllare le questioni internazionali globali.
Da anni Vladimir Putin parla delle «sfere di influenza» e vorrebbe avere le mani libere nello spazio ex sovietico, considerato dal Cremlino – da dopo il crollo dell’Urss – come il “proprio cortile di casa”. La crisi ucraina, scoppiata nel 2014 ha, però, fatto saltare i fragili equilibri raggiunti nell’ultimo decennio in questa area del mondo.
LO SCONTRO CON BRUXELLES
L’adesione o l’avvicinamento di alcuni Paesi europei alla Nato hanno ulteriormente evidenziato lo scontro tra Mosca e Bruxelles. Nel 2009 l’Albania e la Croazia sono entrate a pieno titolo nell’Alleanza atlantica, mentre nel 2011 Bosnia, Georgia, Macedonia e Montenegro hanno ricevuto il titolo di “Stati aspiranti”. Ma non solo: per la rabbia dei russi, Podgorica ha avuto qualche settimana fa il via libera per diventare il ventinovesimo Stato dell’organizzazione militare occidentale.
Stando alla nuova Strategia di Mosca, aggiornata ogni sei anni, l’allargamento della Nato avviene «in violazione del diritto internazionale».
Le cosiddette “rivoluzioni colorate”, appoggiate da americani ed occidentali nello spazio ex sovietico, mirano a sovvertire l’ordine costituito. Un esempio è stato il sostegno al «colpo di Stato anticostituzionale in Ucraina». «Nelle regioni vicine alla Russia – è stato scritto – si sviluppano processi di militarizzazione e di corsa agli armamenti».
Ma a cosa ci si riferisca non è chiaro. Mosca, viene aggiunto nel documento, «ha dimostrato la capacità di garantire la propria sovranità, l’indipendenza statale, l’integrità territoriale, la difesa dei diritti dei connazionali all’estero». Come si evitano i conflitti armati? La risposta fornita è semplice: con il mantenimento del deterrente nucleare.
A FIANCO DI ASSAD
Il terrorismo internazionale, che la Russia dichiara ufficialmente di combattere in Siria al fianco del presidente Bashar Assad, è visto come un fenomeno conseguente di questo confronto con gli occidentali. Il documento afferma che «la nascita e il consolidamento dell’Isis sono il frutto della politica dei doppi standard di alcuni Paesi».
Anche la sicurezza economica è entrata nell’appena approvata Strategia del Cremlino. In una situazione di disequilibri finanziari internazionali Mosca si deve impegnare a rafforzare il proprio sistema finanziario interno, stabilizzare il corso del rublo ed abbassare gli interessi bancari.
I VALORI NAZIONALI
I primi risultati, invece, raggiunti in questo scontro con l’Occidente sotto il profilo culturale riguardano la rinascita dei valori spirituali nazionali russi. Inoltre, è dal 2009 – ossia dall’ultimo documento di Strategia pubblicato quando il presidente era Dmitrij Medvedev e premier era Vladimir Putin -, che la salute del popolo si è rafforzata e le previsioni di vita sono in aumento per la migliorata situazione sanitaria.