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 2015  dicembre 31 Giovedì calendario

Tutte le incongrunze sul caso Bossetti che però, probabilmente, non lo assolveranno

Assenza di freni inibitori... Particolare efferatezza nell’esecuzione del delitto... Casualità nella scelta della vittima... Circostanze di tempo e di luogo». Queste le motivazioni con le quali la Corte d’Assise ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Massimo Bossetti. Più che valutazioni di merito sembrano motivazioni di una sentenza. Ma il processo è solo a metà strada. Devono ancora sfilare molti testimoni. Il mistero di quel Dna mitocondriale che non appartiene a Bossetti nessuno l’ha saputo spiegare. I colpi di scena sono in agguato. Anche se «qualcosa» abbiamo già visto. Interviste taroccate: «Ho visto pubblicato il contrario di quel che avevo detto», ha dichiarato Massimo Maggioni, il muratore che ha denunciato Bossetti per calunnia. «Volevano pagarmi l’intervista se avessi accettato il testo che avevano scritto e che non corrispondeva a quel che avevo detto», ha rivelato Antonella Ornago, cameriera in una trattoria frequentata da Bossetti. «È un processo segnato. Bossetti non ha scampo», ci dice un avvocato che la sa lunga. «Sarà, ma il vero processo non è questo. È già stato fatto in carcere. E Bossetti è stato giudicato. Chi fa del male ai bambini, in carcere se la passa male. Molto male. A lui in un anno e mezzo di detenzione non è stato torto un capello. Capisce cosa intendo?», rivela un agente della Penitenziaria. È l’ennesimo enigma destinato a lasciare una scia di dubbi. Anche perché, dopo 20 udienze, quante certezze sono state raggiunte? Forse neanche una.  
1. IL DNA
L’Accusa è certa che il I profilo nucleare trovato sugli slip di Vara sia di Bossetti, ma nessuna è riuscito a spiegare come mai sia sparito il Dna mitocondriale. Otto genetisti hanno dato altrettante spiegazioni diverse. C’è una sola certezza, ma in aula non se n’è parlato. Nel luglio 2012 Emilio Giardina. dell’università di Tor Vergata, ricevette dal Pm Letizia Buggeri i profili genetici mitocondriali di 532 donne per trovare la mamma di Ignoto 1. Giardina, per il confronto, chiese al Ris di avere la caratterizzazione mitocondriale di Ignoto 1, quindi un documento, non un estratto o il campione di Dna. E il Ris cosa fece? Consegnò a Giardina non il profilo di Ignoto 1. ma quello di Yara. Un errore sfortunato? No, perché il mitocondriale di Ignoto 1. alias Bossetti, il Ris non poteva averlo. Non è mai stato trovato da nessuna parte. Al suo posto, sugli slip, c‘è quello di Vara. E il colonnello Lago qualcosa avrebbe dovuto intuire perché prima, il 22 settembre 2011, aveva ricevuto dal Pm l’incarico di una consulenza privata per scoprire caratteristiche di tipo somatico e il mitocondriale di Ignoto 1. Anziché al Racis di Roma che dispone di laboratori ad hoc, Lago si rivolse al Dipartimento di antropologia molecolare dell’università di Firenze e il responso avrebbe dovuto allarmarlo. Accanto al Dna nucleare di Ignoto 1 compariva il mitocondriale di un soggetto femminile (Yara) e di un soggetto maschile sconosciuto, quindi non di Ignoto 1. Il consulente della difesa Marzio Capra si chiede: «Siamo sicuri che non ci sia stato un errore nella caratterizzazione iniziale di Ignoto 1?». Tradotto: che Terrore non si stato fatto dal Ris? La risposta arriverà dalle 1.300 pagine di dati grezzi (le radiografie delle procedure usate) consegnati dal Ris dopo 6 settimane di ricerche in archivio?
2 KIT SCADUTI
II Ris, per fare gli esami del Dna, usa dei kit scaduti? «Sì, può capitare», ha ammesso davanti alla Corte Marco Pizzamiglio, vicecomandante del Ris di Parma. «Le scadenze vengono riviste perché le date indicate dai produttori sono strette per vendere di più. Ma se i kit sono scaduti noi ci accorgiamo». Ma la difesa di Bossetti ha fatto notare che i kit usati per il Dna di Ignoto 1 erano scaduti da dieci mesi, non da qualche giorno.
 
3 UNDICI DNA SCONOSCIUTI
Sul corpo di Yara sono stati scoperti 13 profili genetici. Solo due sono stati attribuiti: a Massimo Bossetti, quello sugli slip, e a Silvia Brena, maestra di ginnastica, quello sulla manica destra del giubbino (positivo al sangue). Ma restano ignoti i due profili genetici, uno maschile e uno femminile, sui guanti, i 7 Dna (due della stessa persona) estratti dalle tracce pilifere trovate sotto la felpa di Yara, un altro Dna mitocondriale maschile, oltre a quello di Yara, scoperto negli slip e un altro trovato su un fazzoletto di carta a pochi metri dal cadavere. Ma forse il dato più inquietante è che sugli abiti e sul corpo di Yara non sia stata trovata una sola traccia genetica dei suoi familiari. Qualcuno ha fatto pulizia?
4 LE FIBRE NELLE FERITE
Cristina Cattaneo nella relazione autoptica non ne parla. Lo ha rivelato Dalila Ranalletta. medico legale e consulente della difesa: «Le 9 ferite su schiena, polsi, dorso e gamba di Yara erano piene di filamenti di tessuto rosso, blu, verde, nero e bianco nessuno dei quali proveniente dagli indumenti di Yara». Come si spiegano? «È stata denudata e tenuta avvolta in un tessuto (un tappeto?) che ha depositato le fibre sulle ferite aperte. E ci sono rimaste quando è stata rivestita», ha detto Ranalletta. Ma Yara è morta nel campo di Chignolo o è stata portata dopo?
 
5 IL CORPO MUMMIFICATO
«Il corpo di Yara era in gran parte corificato», ha rivelato ancora Dalila Ranalletta. La corificazione è un fenomeno simile alla mummificazione. Si verifica nei cadaveri conservati in luoghi ermeticamente chiusi, senza ossi geno. «Fosse rimasto all’aperto per tre mesi, come sostiene l’accusa. avrebbe subito un altro fenomeno, quello della putrefazione. Evidentemente in quei tre mesi è stato tenuto al chiuso», ha concluso il consulente.
6 ANALISI DEL SANGUE
«Perché non sono state fatte le analisi del sangue trovato sotto il corpo di Yara?», ha chiesto la dottoressa Ranalletta. «Non toccava a me», ha risposto Cristina Cattaneo. E a chi toccava? A nessuno. Era solo una domanda-trappola quella del consulente della difesa perché un corpo che si mummifica i liquidi li ha già rilasciati da tempo. Lo sapevano anche gli Egizi.
7 IL CAMIONCINO FANTASMA
È considerata la seconda prova contro Bossetti. È stata spazzata via dallo stesso comandante del Ris Giampietro Lago: «Questo video, d’accordo con la Procura, è stato fatto e dato alla stampa per esigenze di comunicazione». Il video regalato a televisioni e giornali che mostrava per 13 volte in un’ora il camioncino di Bossetti transitare attorno alla palestra è stato assemblato dagli inquirenti pur sapendo che solo due immagini mostrano il camioncino di Bossetti. «Identificazione probabile» ha rimarcato in aula il maresciallo del Ris Vincenzo Nobile. Le due immagini buone sono quelle riprese dalla telecamera della Polynt 2 alle 18.35’.31” e alle 18.36’.00’’ in via Caduti dell’Aeronautica. In pratica dove Bossetti. trovando la strada dietro la palestra chiusa per lavori, è stato costretto a invertire la marcia. Tutte le altre che abbiamo visto per un anno in Tv non consentono di identificare l’automezzo di Bossetti. Quindi l’ipotesi accusatoria del predatore che girava forsennatamente attorno alla palestra in attesa della preda sembra caduta. Il perché lo capiremo meglio l’8 gennaio quando in aula deporrà Ezio Denti consulente della difesa. Rivelerà, fra le altre cose, come e con quanti mesi di ritardo quei filmati, che non erano stati sequestrati, sono stati consegnati agli inquirenti dai proprietari delle telecamere.
 
8 LA SABBIA
II 9 dicembre 2010, 15 giorni dopo la scomparsa di Yara, Bossetti comprò un metro e mezzo cubo di sabbia alla EdilBonacina di fronte al campo di Chignolo. Per l’Accusa quella sabbia doveva servire per tumulare Yara. Poi, resasi conto che con un carico di 25 quintali il camioncino sarebbe affondato nel campo fangoso, ha sostenuto che Bossetti si è creato l’alibi per andare a controllare il corpo. L’architetto Sergio Trivella ha detto in aula che, stando alla sua agenda, proprio il 9 dicembre Bossetti lavorava a Boriate Sopra, vicino al campo di Chignolo e quella sabbia mista a pietrisco è servita per rifare un marciapiede. «L’agenda e alcune fotografie dei lavori nelle quali dovrebbe comparire Bossetti le consegnai ai carabinieri». Dove sono finite? Perché non sono nel fascicolo processuale? O anche questa notizia è stata fatta trapelare per esigenze di informazione? «Devo averle io», ha detto in aula il pm Ruggeri.
 
9 YARA È STATA RAPITA?
Bossetti e Yara non si conoscevano. L’hanno detto la mamma, il papà, la sorella e la zia di Yara. L’hanno ribadito compagne e insegnanti di scuola e di palestra. Lo dicono telefoni e computer. Quindi Yara non può essere salita sul camioncino di uno sconosciuto. Lo hanno escluso tutti quelli che la conoscevano. È stata rapita. Ma fra i capi di imputazione il sequestro di persona non figura. Perché?
 
10 I VERBALI
Quelli del processo per l’omicidio di Yara resteranno secretati fino alla sentenza della Cassazione. Lo ha deciso il presidente della Corte Antonella Bertoja: «Per impedire un possibile uso improprio dei verbali di udienza», ha scritto, rispondendo a un giornalista di Quarto grado che aveva chiesto di consultarli. «È un provvedimento abnorme e illegittimo», precisa a Oggi l’avvocato Caterina Malavenda, «Perché il processo è pubblico. Avrebbe senso solo in un processo a porte chiuse. Bisogna rivolgersi al Presidente del Tribunale per far revocare questo provvedimento».