Origami, 31 dicembre 2015
Se solo la Nasa guardasse Star Trek
Per scoprire come si possano percorrere enormi distanze intergalattiche in un tempo ragionevole, gli scienziati della Nasa dovrebbero guardare di più Star Trek. Gli sceneggiatori della popolare serie televisiva, che nel 2016 compirà 50 anni, sono persone competenti e, per sposare l’astronave Enterprise a velocità superiori a quella della luce si sono inventati soluzioni fantasiose, ma non cosi lontane dalla realtà. Quando il capitano James Kirk ordina ad esempio al timoniere «Velicità warp, signor Sulu», allude a un sistema di propulsione al quale si sta davvero lavorando al Johnson Space Center di Houston, anche se per ora si tratta solo di un’idea da sperimentare.
Secondo la teoria della Relatività generale di Einstein nessun corpo può viaggiare alla velocità della luce. Questo principio vale per tutti gli oggetti, astronavi comprese, ma non per lo spazio che li circonda, che si può contrarre o espandere a qualunque velocità. Sempre Einstein ci ha spiegato che lo spazio e il tempo non sono concetti assoluti, ma dipendono dal sistema di riferimento dal quale vengono osservati. È stato un fisico messicano, il professor Miguel Alcubierre, a intuire per primo
nel 1994 che se un veicolo spaziale non poteva viaggiare alla velocita della luce, forse poteva farlo lo spazio circostante, espandendosi nella direzione della partenza e contraendosi in quella di arrivo.