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 2015  dicembre 31 Giovedì calendario

Alla fine i libri distillati potrebbero anche risultare migliori degli originali

Un amico, ai tempi del liceo, andava sempre in giro con un libro Adelphi perché sosteneva che lo aiutava ad attaccare bottone con le ragazze. Il raccontino, quando lo ascoltò, non piacque a Roberto Calasso che scuotendo la testa lapidariamente sentenziò: “Speriamo l’abbiano fatto in tanti”. Diciamo che l’utilizzo afrodisiaco dei libri funzionerebbe di meno con i “Distillati” (e non solo per la sciccheria del pittogramma della luna nuova, il marchio Adelphi).
I “Distillati” sono la nuova iniziativa di Centauria, marchio di Fabbri Editori, che da un paio di giorni porta in edicola i best seller di oggi “distillati”. Non riassunti, solo accorciati come l’orlo di una sottana passata di moda, diminuiti nel numero di pagine (circa la metà) e di euro (3,99). Il tutto ovviamente con il consenso (e annesse royalty) di autori ed editori.
Primi titoli distribuiti in edicola Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson e Venuto al mondo di Margaret Mazzantini. Sono previste due uscite mensili: già in programma La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, Il dio del fiume di Wilbur Smith, Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks e Il socio di John Grisham.
Il motto dell’editore è: “Godetevi tutto d’un fiato i best seller di cui tutti parlano, le storie più avvincenti che siano mai state scritte nel tempo di un weekend”. L’idea non è nuova, è un recupero dei vecchi Reader’s Digest Condensed Books, editi dal 1950 negli Stati Uniti: successi letterari in versione light per il grande pubblico, da Steinbeck a Forsyth.
Fecero fortuna anche in Italia, tramite la consorella Selezione del Reader’s Digest, che oltre all’omonima rivista, pubblicava anche libri “strizzati”: su Amazon e altri portali si trova ancora qualche esemplare.
“L’idea è di rivolgersi a quella parte di pubblico che dice ‘leggo meno o non leggo più perché non ho tempo’”, ha spiegato al Corriere della Sera Giulio Lattanzi, responsabile di Centaura. “Si tratta di Distillati e non di riassunti e l’idea di offrirli in edicola li colloca già presso un pubblico particolare, ad esempio persone in viaggio, o lettori che abitualmente amano comperare i gialli e i libri in edicola. Intendiamo condensare il best seller nel tempo di un film o di una serie tv, mantenendo la voce dell’autore e senza nessun intervento modificativo. E lo facciamo sapendo bene che si tratta di un ‘intervento’ sull’integrità del testo, che pure cerca di lasciare inalterato il cuore del libro. Ma la nostra speranza è che, dopo aver letto i nostri distillati di romanzi, i lettori decidano di leggere altri libri dell’autore. Originali”.
Ma cosa manca ai condensati, rispetto agli originali? Descrizioni, scene, trame e personaggi secondari. Manca tutto il superfluo: non si tratta di bignami, o di compendi. È un’operazione chirurgica o, se preferite, sartoriale. “Dacci un taglio”, poteva essere un buon titolo, assai moderno e diretto per la collana, ma “Distillati” è molto più evocativo: ricorda un cognac d’annata. E stiamo pur sempre parlando di libri, ancorché concentrati come il pomodoro dell’Ortolina, per il tempo di una serie tv. Una sveltina letteraria, buona per un viaggio in Frecciarossa. Alleggerire i libri del resto è un’operazione di editing fondamentale, che se non fanno gli autori di solito fanno gli editor. Carlotta Fruttero racconta che suo padre “stava ore sul divano per decidere se mettere o no un aggettivo. Alla fine lo toglieva quasi sempre”.
Se qualcuno ha letto La prima madame Bovary, uscito in Italia nel 2007 per Medusa – una ricostruzione filologica del manoscritto originale – si renderà conto che la versione definitiva (assai più snella) è infinitamente migliore, al netto di alcune scene modificate, tagliate e del tratto così diverso da cui emerge un Charles Bovary meno soporifero.
Non è detto che i “Distillati” non siano meglio degli originali. L’idea non è nuova, ma ben si adatta ai nostri tempi di velocità frettolose e di crisi economica. Potremo andare a cena senza timore di essere esclusi da una conversazione. Dopodiché farsi qualche domanda sulle cene a cui t’invitano, se bisogna essere preparati su Margaret Mazzantini, è tutta un’altra storia…