il venerdì, 31 dicembre 2015
2016, le previsioni sportive di Gianni Mura
Ogni promessa è debito ma ogni premessa no. Questa in particolare, perché è obbligatoria. Le previsioni, che non sono profezie, si fanno respirando l’air du temps, che non è solo un profumo di Nina Ricci. L’aria, qui e ora, dicembre 2015, è pesante anche negli stadi, nei luoghi dove si fa e si guarda sport. E negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, nei grandi magazzini, fuori dalle basiliche e dalle chiese. Si chiamano misure di sicurezza e ottengono due effetti opposti: c’è chi si sente più sicuro e chi più angosciato. Mi sentivo più sicuro quando non c’erano uomini armati agli angoli e sui tetti, né metal detector. Ma, se ci penso bene, i metal detector c’erano anche alle Olimpiadi di Montreal. Un bravo collega del Corsera, ferrarese di nascita ma dai tratti un po’ maghrebini, ad ogni passaggio attivava l’allarme e i poliziotti erano sempre più tesi, col dito sul grilletto. Quando si fu tolto, oltre alle scarpe, anche i calzoni, si scopri il motivo: un gettone della Sip finito nel risvolto. Poi ci si ride su. Adesso c’è poco a ridere. Moltiplicati gli obiettivi sensibili, e lo sport fa la sua parte.
Allo Stade de France, per l’amichevole Francia-Germania, i terroristi avevano progettato una strage, ma i kamikaze si erano fatti esplodere all’esterno. Lontano lontano, in tempi più feroci, per le Olimpiadi si interrompevano le guerre. Oggi no, ieri neanche. In Messico nel ’68 il massacro di studenti ad opera della polizia in piazza delle Tre Culture, 700 feriti tra cui l’inviata Oriana Fallaci e un numero imprecisato di morti, tra 150 e 300. Nel ’72 a Monaco un commando palestinese di Settembre nero entra nel Villaggio olimpico e sequestra 11 tra dirigenti e atleti israeliani. Moriranno tutti: gli II, più 5 fedayn e un poliziotto tedesco.
Gli eventi sportivi più seguiti nel mondo: mondiali di calcio, Olimpiadi, Tour de France. I mondiali si giocheranno nel 2018 in Russia, forse. Nel 2016, Tour de France dal 2 al 24 luglio. Ma anche europei di calcio (dal 10 giugno al 10 luglio). Olimpiadi per la prima volta in Sudamerica, a Rio, dal 5 al 21 agosto, e Paralimpiadi dal 7 al 18 settembre. Europei più Tour significa dover controllare, e non è facile, non solo gli stadi, i ritiri delle squadre, gli spostamenti dei tifosi, ma anche, nel caso del Tour, 3.519 chilometri di strade, più gli alberghi dei ciclisti, le sale-stampa, le salite, le discese.
Previsioni, partendo dall’inverno. Qualche soddisfazione dallo sci, maschile e femminile. Nel calcio, almeno fino a febbraio, prosegue la corsa a cinque in testa al gruppo. In ordine alfabetico: Fiorentina, Inter, Juve, Napoli e Roma.
Poi sarà corsa a tre, rallentano Fiorentina e Roma. O anche altre due. Finale allo sprint. Abituati i tifosi a vittorie per distacco della Juve negli ultimi quattro anni, l’incertezza dell’esito finale li spingerà a furibonde polemiche sugli arbitri. Nulla sarà perdonato, nemmeno un calcio d’angolo inesistente ma assegnato. Moviole roventi. Interrogazioni parlamentari. Dopo aver cacciato Iachini e assunto Ballardini, Zamparini richiamerà Iachini cacciando Ballardini. Importante è che ci sia la rima. Altre squadre italiane andranno sotto il controllo di capitali stranieri. Tifoserie in allarme. Quando una grossa firma alimentare viene acquistata all’estero, nessuno fa una piega. Tanto per dire che tra pane e circensi il popolo ha già fatto le sue scelte. A Roma sembra che il popolo giallorosso voglia accentuare la distanza dal presidente James Pallotta e che le istituzioni gli diano una mano. Pochi considerano un particolare: Pallotta è cresciuto negli States, il modo di tifare diffuso in Italia non lo capirà mai, e ha ragione quando lo critica.Se la distanza diventasse una frattura, Pallotta sene tornerebbe negli States e che sarà della Roma? Un emiro o un nababbo russo del gas si farà avanti di sicuro. E rivedremo un film già visto.
Prima degli europei le finali di coppa. Champions league: si prega di ripassare, troppo forti Bayern e Real Madrid per Juve e Roma. Uefa: perché no? Fattibile, non facile. In vista degli europei di calcio, per la prima volta a 24 squadre, praticamente mezza Europa, il presidente della federcalcio Tavecchio, in una telefonata privata, si dichiara fiducioso sul cammino della Nazionale e sul suo indomito spirito: «Conte ha sotto due coglioni così e in squadra non abbiamo checche danzanti come dervisci». Resa pubblica la telefonata privata, Tavecchio smentisce di aver mai pronunciato la parola dervisci. Prima degli europei, 46 giorni di Balotelli sì-Balotelli-no sui giornali. Alla fine, no. In contemporanea, altro pesantissimo interrogativo: Conte resta in panchina o saluta a fine Europei? Saluta, ma non può dirlo. Chi lo sostituirà? Ancelotti, sentenzia l’opinione pubblica. Ma Ancelotti è goloso e ha già fatto una scelta alla bavarese (lampone e vaniglia del Madagascar, danke), ossia il Bayern. Ha già imparato in tedesco alcune parole fondamentali: Gesottener tafelspitz mit frischen kren (manzo bollito con rafano fresco), Jungschweinbraten (arrosto di maialetto) e Marillenknodl (canederli di albicocche). Pressing non è tedesco, ma visto che prima c’era Guardiola non c’è bisogno di spiegarlo ai giocatori.
Gli europei. Sorteggio impegnativo ma non allarmante, visto che passano le prime due di ogni girone e le migliori quattro terze. Gli azzurri debutteranno contro il Belgio a Lione, poi Svezia a Tolosa e Irlanda a Lilla. Il giovane Belgio, con Germania, Francia, Spagna, è nel mazzetto delle candidate alla vittoria finale. L’Italia è un’incognita, può combinare moltissimo ma anche poco. Se arriverà tra le prime quattro nessuno potrà criticare la squadra né il et. Il 56,5 per cento dei giocatori in A è straniero. La percentuale di stranieri è maggiore solo nel campionato inglese: 59, mentre la Germania si ferma al 45,9 e la Spagna al 40. Se negli anni d’oro un et (Bearzot, Vicini, Sacchi) poteva non convocare ottimi giocatori, vista l’abbondanza di italiani, negli anni magri un et è obbligato a convocare anche giocatori non eccelsi. Per citare un detto napoletano, l’acqua è poca e la papera non galleggia. Più ottimisticamente, riesce a galleggiare ma non benissimo.
Altri sport. Vettel bene al primo anno di Ferrari, crescerà. Dopo il biscottone spagnolo, il giovane Valentino Rossi (37 anni il 16 febbraio, ma non li dimostra) continuerà a gareggiare. Un po’ perché vince spesso, molto perché si diverte. Prima del doppio avvenimento francese c’è il Giro d’Italia. Nibali lo corre e lo vince. C’è tutto il tempo per cambiare idea e programma, ma al Tour l’Astana dovrebbe schierare come capitano Aru. Già bravo se chiude sul podio, alla prima esperienza. Maglia gialla a Parigi, forse non ci crede nemmeno lui. Se Quintana non si sveglia un po’ prima di quest’anno, vincerà ancora Froome, con tutti i dubbi che si porta dietro. Un nome italiano nuovo: Gianni Moscon, trentino della Val di Non, 21 anni. Neoprofessionista, va forte in pianura, benino in salita. Suona la fisarmonica (già questo particolare me lo rende simpatico), studia ingegneria gestionale all’università di Vicenza. Bradley Wiggins il suo idolo. Correrà in maglia Sky, questo mi piace già meno perché è una squadra che tende a rendere tutto scientifico, mentre il ciclismo ha bisogno di un po’ di fantasia.
Si può parlare di Olimpiadi senza accennare all’operazione Olimpia, condotta da Nas e Ros? Forse sì, ma sarebbe sbagliato anche se Malagò, presidente del Coni, e Giorni, presidente della federatletica, sono certi dell’innocenza degli atleti. Sono 26, per cui la Procura antidoping ha chiesto due anni di squalifica. Non perché positivi ai controlli, ma per averli elusi nella pratica del wherabouts. Ogni giorno l’atleta deve comunicare la reperibilità per eventuali controlli. Se non lo fa, o lo fa in ritardo, dopo due salti di controllo (per la nostra federazione) oppure tre (per la Wada, l’agenzia mondiale antidoping) è come se fosse stato trovato positivo e scatta la squalifica. Catena di comunicazione che non funzionava, dicono gli atleti. Capiremo più avanti. Robetta, di fronte alla richiesta della richiesta della Wada di escludere in blocco, per doping di stato, l’intera squadra russa di atletica. Niente Rio. Mossa politica, ha ribattuto Putin. Il Ciò (Comitato olimpico internazionale) ha inviato un ultimatum ai Paesi non ancora allineati con normative della Wada: oltre alla Russia, troviamo Kenya, Ucraina, Brasile, Francia e Spagna, che non sono pesci piccoli.
Che sia la Wada o l’Fbi, gli americani stanno scrollando forte le istituzioni sportive. Arrestati illustri membri della Fifa, Blatter giù dal trono, Platini pure. Quasi sempre si tratta di mazzette. L’accusa è di aver incassato parecchi soldi per favorire le candidature della Russia e del Qatar ai mondiali di calcio. Polizia e pulizia. Indignazione a comando. Quando si tratta di assegnare i grandi eventi, i soldi non sono mai estranei. O le valutazioni geopolitiche, o il peso degli sponsor. Altrimenti, come avrebbe fatto nel 1996 Atlanta a scippare ad Atene le Olimpiadi del centenario? A Rio gli sport passeranno da 24 a 26: nuovi arrivati golf e rugby. La cosa ci tocca relativamente, in chiave di medaglie. Le aspettiamo dall’acqua delle piscine, da Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri, da Tania Cagnotto nei tuffi, da fondiste e fondisti in acque libere, se non è chiedere troppo. Altre medaglie possono arrivare dall’arco, dal tiro, dal ciclismo, dal canottaggio, dalle pedane di scherma, forse dal pugilato, dalla pallanuoto, dalla pallavolo.
Da seguire come una telenovela il cammino di Alex Schwazer, il marciatore positivo all’Epo. A seguire: confessione, lacrime in diretta, coinvolgimento della fidanzata (Caroline Kostner), fine di un amore. A pena non ancora scontata, Scwhazer si è affidato a Sandro Donati, ossia il più duro, e puro, ispirato e coerente dei crociati antidoping. Con lui si allena Roma. Se Schwazer a Rio conquistasse una medaglia, sarebbe la prova che si può arrivare in alto anche senza doping, cosa che molti ritengono impossibile. Durante le Olimpiadi non è escluso che Zamparini licenzi il nuovo allenatore del Palermo (Ballardini, Mandorlini?). Prima delle Olimpiadi, seguendo l’esempio di Carpi e Frosinone per la prima volta in serie A, molto probabile che arrivi il Crotone. Prima che Tavecchio legga ai microfoni il suo messaggio di benvenuto alla simpatica compagine abruzzese, qualcuno gli fa notare che Crotone è in Calabria.