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 2015  dicembre 31 Giovedì calendario

E Francesco chiude il 2015 con un miracolo. Con un bacio avrebbe guarito una bimba malata di tumore a Philadelphia

Eppure c’è un miracolo. Eppure Qualcuno governa la storia negli angoli riposti del mondo, i più decisivi, dove esistono le persone qualunque. Il grande Papa non riesce a dominare il destino e a scacciare i draghi. Essi tornano più forti. Non sono le cavalcate nelle praterie delle riforme a dare dolcezza al mondo, non sono neppure la mani e le penitenze di un Papa che gira con la Cinquecento a spezzare le catene del male. Ma attraverso di lui è passato qualcosa di infinitesimo, anzi di immenso: una bambina risanata dal cancro. Come l’ombra di Pietro che guariva i paralitici, così è accaduto a quella di Francesco. Ovvio: occorrerà tempo per verificare, commissioni di scienziati diranno la loro, ma la testimonianza di un padre e di una madre vale più del processo Vatileaks 2. Questa è, per la Chiesa, la lezione dell’anno (poco) Domini 2015, che le fatiche immani di papa Francesco non sono riuscite a rendere migliore. Non le fatiche, ma la grazia, quella c’è stata. I tentativi di riforma del pontefice venuto quasi dal confine del mondo, condotti come se dovesse essere lui, Bergoglio, a piegare con le sue braccia il forcone del diavolo, appaiono oggi essere un clamoroso fiasco, anzi un boomerang. Nomina una Commissione per ripulire la faccia della Chiesa dalle macchie di fango e dallo sterco di Satana (il denaro) e sbarazzarla dagli infidi e dai maramaldi. E che cosa accade? Investe le sue risorse di risanatore e la credibilità della Santa Sede in una allegra combriccola di spergiuri, che passa documenti segreti naturalmente per aiutarlo a risanare. Sono quelli che lui stesso ha scelto, confidando in che cosa? Nel suo fiuto? Nei raccomandati dagli angeli progressisti che si sono assiepati subito intorno alla sua corona di uomo che vive da povero, ma ha il potere immenso di governare una cosa che non è sua ma di Cristo.
Ancora. Non c’è nessun giornale che osi riferirlo, come se fosse questo il criterio del bene e del male: ma le piazze non sono piene come ai tempi del negletto Benedetto XVI. Sceglie ufficialmente la povertà, la insignificanza retorica dei gesti, per puntare sulla nudità del sacramento. E così all’inaugurazione dell’Anno della Misericordia, la paura degli attentati tiene lontano le folle, e sono solo quarantamila in piazza. Ma la lussureggiante e faraonica esibizione di leoni, farfalle e scimmie sulla facciata di San Pietro, cattura centomila spettatori senza paura. Una beffa. Meglio il panteismo voluttuoso di un creato gonfio di se stesso, che l’annichilimento (kenosi) della croce di Cristo.
Un fallimento? Tutte queste macchie imprevedibili rendono ancora più chiaro che non sono le doti umane di progressismo avventuroso o conservatorismo meschino a condurre la Chiesa, ma un dato misterioso e incancellabile: la presenza di un Altro nella storia, che non ha bisogno di avere un Papa Ercole, che taglia le nove teste dell’Idra. Ma della fede. Questo è il Papa che ci restituiscono i fiaschi del 2015: un grande uomo di fede.
Parliamo dal miracolo. Francesco a Philadelphia, durante il grande incontro della famiglia, non ha incontrato solo lo sventurato sindaco Ignazio Marino, ma ha baciato sulla fronte una piccina di un anno,Gianna Masciantonio. Il suo tumore inoperabile al cervello è regredito. E anche in questi giorni giunge notizia che Gianna si sta rafforzando nello sconcerto affascinato dei medici.
La cronaca di questo fatto mi obbliga a rendere una testimonianza personale, che rende vicinissimi Giovanni Paolo II e Francesco. Nel 1993, agosto, seguivo Wojtyla in Yucatan, Messico. Una donna avvicinò don Guido Todeschini e me, avendo noi i cartellini del seguito papale, ci affidò una lettera. Raccontava che nel maggio del 1990, al santuario della Madonna di Guadalupe, la sua bambina malata di un cancro al cervello, fu sfiorata dal papa, ed era guarita. Portammo la lettera al Papa. Non negò, e non si stupì. Lui che spostava i confini del mondo e abbatteva i giganti del male, disse che non era lui: «È proprio vero che non sono io, ma è il Signore che fa i miracoli: non mi sono accorto di niente, nessuna forza è uscita da me». La fede sposta le montagne, guarisce i piccoli, getta incantesimi di felicità. Buon anno della Misericordia.