Corriere della Sera, 31 dicembre 2015
Il dronista ovvero colui che fa le riprese dall’alto (anche in tv)
Tempo fa, a Madonna di Campiglio, un drone si è schiantato sulla pista frantumandosi a pochissima distanza dal campione austriaco Marcel Hirscher. Era stato usato per rendere ancora più spettacolari le riprese tv, una iniziava della Fis in collaborazione con Infront Sports e Media che gestisce i diritti televisivi della coppa del mondo.
Dunque, esiste un nuovo mestiere tv, il dronista. Sì dronista, non tronista, neologismo, ahimè, già registrato dallo Zingarelli: «Chi partecipa a uno spettacolo stando seduto su una specie di trono al centro dell’attenzione di una cerchia di spettatori». I tronisti sono figli di Maria (De Filippi), i dronisti della tecnologia.
Da un po’ di tempo, nelle fiction, nei reality, negli adventure game si vedono rapinose inquadrature dall’alto. Una volta, per simili inquadrature ci voleva l’elicottero, con costi spesso proibitivi per piccole o medie produzione e con esiti non sempre esaltanti. Adesso, invece, c’è il drone. La parola viene dal linguaggio militare (in inglese significa ronzio) e definisce una speciale categoria di oggetti volanti. Se muniti di telecamera, i droni ci regalano riprese aeree a costi relativamente bassi (l’affitto per un giorno è di circa 300 euro).
A questo punto entra in scena il dronista, il guidatore di droni. Per diventare tali bisogna però frequentare un corso e cercare di non colpire gli attori o gli sportivi in scena.
L’inquadratura dall’alto ha indubbiamente un suo fascino ed è carica di significati retorici. Per esempio, in Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock c’è un’inquadratura dall’alto che mostra Cary Grant che fugge dal Palazzo dell’Onu conferendo alla scena una vertiginosa prospettiva. Nel Cielo sopra Berlino, il regista Wim Wenders si avvale di una speciale e costosa gru (detta «louma») per effettuare tutte le inquadrature dall’alto, esaltando il punto di vista degli angeli.
Vediamo ora cosa i dronisti ci regaleranno in tv.