Libero, 31 dicembre 2015
Tags : Violenza sulle donne Italia
Il figlio di Staino è accusato di violenza sessuale, corruzione di minore e maltrattamenti in famiglia
«Quindi c’è una fantasia collettiva su quello che sta venendo fuori in quest’aula?» domanda il giudice. «Non devo dirlo io» risponde sibillino Michele Staino, figlio di Sergio, vignettista de L’Unità, imputato di violenza sessuale, corruzione di minore e maltrattamenti in famiglia. Sono alcuni passaggi dell’udienza a porte chiuse dello scorso 11 dicembre che si è svolta davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Firenze presieduta dal giudice Marco Bouchard. Accuse gravissime, formulate dal pubblico ministero Sandro Cutrignelli che pesano sul disegnatore trentacinquenne.
«È diventato i miei occhi da quando una degenerazione retinica mi ha reso quasi cieco», spiegava Sergio Staino in una recente intervista. «Io faccio schizzi al computer, lui poi pulisce ed edita». Il figlio dell’autore di Bobo è alla sbarra con l’accusa di aver «violentato» la sua ex compagna, sull’isola di Procida nell’estate nel 2008, dopo averla «presa a pugni e per la gola». Da quel fatto, nel maggio del 2009, è nata una bambina. Staino è anche accusato di essersi «masturbato (...) in presenza della figlia» davanti a siti porno e di averla in più circostanze lasciata chiusa sola in macchina.
Negli anni, la coppia, che dal 2013 ha avviato la separazione, ha più volte tentato un percorso clinico per affrontare le problematiche di violenze e maltrattamenti. Al termine di varie terapie, a Michele Staino venne diagnosticato un disturbo dissociativo curato con alcuni farmaci.
Secondo la madre della bambina, che si è costituita parte civile, difesa dall’avvocato Francesco Ceccherini, Staino «faceva orge» e il loro rapporto è sempre stato segnato da una «tendenza alla masturbazione» con «l’esigenza di farlo continuamente» passando «varie ore del giorno» su siti porno. In un’occasione sarebbe stato colto in flagrante da un testimone «davanti al computer» mentre «cercava di tirarsi su le mutande (...) con la bambina accanto che giocava».
L’ex compgna accusa Staino anche di ripetute percosse che le avrebbero procurato lividi. «La situazione è diventata intollerabile (...) perché lui è stato molto violento (...) a volte mi picchiava talmente tanto che mi procurava dei lividi». Secondo l’accusa a segnalare che qualcosa in quella famiglia non andava per il verso giusto sono stati anche i comportamenti e le parole della bambina. Le insegnanti dell’asilo, A.B. e L.M., testimoni al processo, hanno raccontato di alcuni episodi allarmanti della piccola nel rapporto con le zone erogene sue e degli altri compagni.
Staino, assistito dagli avvocati Pier Matteo Lucibello e Alessia Lastrucci, ha respinto ogni accusa. Anche perché con il contrabbasso si è persino esibito in una manifestazione del Comune di Firenze durante la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ha raccontato di come si fosse preso cura della sua ex compagna dopo che aveva tentato il suicidio e che «tra alti e bassi» avesse comunque deciso di continuare la storia dopo aver saputo che lei era incinta.
La difesa di Michele ha offerto un ritratto poco edificante dell’ex compagna del vignettista, impegnata nel suo «sexy shop», a vendere «vibratori di ogni dimensione» e che arrotondava «posando nuda per i pittori». Staino ha negato il presunto stupro avvenuto a Procida, «non ho mai agito nessuna forma di violenza», anzi è stata «una situazione vissuta come violenza» dalla compagna e lui ha accettato che lei definisse così quell’amplesso unicamente per «non averle chiesto» di avere un rapporto completo «non protetto». In pratica si è trattato solo di una «concessione al suo modo di esprimersi». Staino ha negato anche gli atti di onanismo denunciati in presenza della sua piccola. «Non mi sono mai masturbato in presenza di mia figlia» ha giurato il vignettista in aula, ammettendo solo «di averlo fatto una volta» ma «era nella culla (..) e sicuramente dormiva». Ha respinto pure l’accusa di maltrattamenti in famiglia, giustificando i lividi lasciati sul corpo della moglie con il suo sonno agitato e movimentato. Quindi ha spiegato la circostanza in cui ha lasciato la bambina da sola in macchina: «Dormiva molto bene, si sentiva cullata (…) e l’ho vista dormire così bene che ho pensato di andare a prendere un libro in casa e scendere per mettermi a leggerlo accanto a lei» ha aggiunto Staino in tribunale. Inoltre secondo Staino «non sono mai esistite» le «minacce di morte» al termine di una «ronda» sotto l’appartamento della ex.
In aula il vignettista ha ammesso di aver frequentato una prostituta moldava «per 30 euro» e di essere stato colto dai sensi di colpa per aver speso «soldi di famiglia». Nel dibattimento è emerso soprattutto il difficile rapporto nella famiglia Staino, legato proprio all’attività di Sergio, storico vignettista. Così come ha raccontato nella sua testimonianza l’attore Paolo Hendel che ha tentato «di fare da paciere» nel rapporto tra padre e figlio. «Sergio Staino fa un lavoro totalizzante» ha dichiarato l’attore «è sempre stato portato a richiedere su di sé tutta l’attenzione della sua famiglia» e «Michele potrebbe essersi sentito addosso dei problemi di autonomia» tanto da «mettere in discussione anche il lavoro con suo padre» con «delle rivendicazioni sul rapporto lavorativo». «So che Michele – ha proseguito Hendel – era andato da un avvocato ed un commercialista per capire la situazione economica di Sergio».
I rapporti di lavoro conflittuali emergono anche nel racconto dell’ex compagna di Staino. «Lui lavora per il padre (...) da quando aveva tredici anni» spiega la donna. Senza stipendio sembra. O almeno è quello che ha sostenuto la donna. «Nel momento che ha chiesto una retribuzione fissa mensile sono cominciati i problemi proprio pesanti». Quelle vignette erano un’ossessione. «Tutti i giorni per l’Unità», ma «soprattutto quando lavorava per tavole grandi, per la Coop». «Per lui era un’esigenza utilizzare il porno quando lavorava per suo padre (...) aveva bisogno di visionare il porno per tenersi sveglio». La prossima udienza è fissata il 18 gennaio 2016 e in aula è atteso come testimone anche Sergio Staino.