Il Messaggero, 31 dicembre 2015
Tania Cagnotto non ha intenzione di andare in pensione
Tania Cagnotto è considerata la sportiva dell’anno davanti a Flavia Pennetta. Cosa prova?
«È una grandissima emozione e soddisfazione, un risultato che conta tantissimo per un atleta perché, a prescindere dai risultati sportivi ottenuti, vuol dire che il pubblico apprezza il tuo sacrificio».
Ha cominciato giovanissima con le Olimpiadi, a 15 anni a Sydney 2000. Adesso arriva a Rio. Qual è la sensazione?
«Sicuramente sono cresciuta tantissimo, ogni Olimpiade ha una sua storia che arricchisce un atleta. A Rio arrivo diversa ovviamente punto ad una medaglia ma non sarà l’obiettivo principale».
Alle Olimpiadi ha sfiorato il podio a Londra, giù per 20 centesimi di punto. Ci pensa ancora?
«Ci penso ma non più come allora. Da Londra sono cambiate tante cose e ho conquistato un mondiale nel frattempo. Il nostro è uno sport molto particolare perché non esiste un cronometro che stabilisce il tempo del vincitore. Nel nostro caso è l’occhio dei giudici che valuta la prova. Nel 2012 la delusione fu tantissima, non mi aspettavo di uscire dal podio. Però posso dire di essere soddisfatta e di aver preso la mia rivincita».
Ci parla della splendida annata 2015 che l’ha vista oro ai Mondiali di Kazan?
«Vincere un mondiale è un’emozione unica, ti toglie il respiro e ti fa capire quanto di grande sei riuscito a fare. Avevo lavorato tantissimo per quell’obiettivo e oltre ad essere stato il mio successo è stato il successo anche di tutte le persone che hanno lavorato con me. Il 2015 senza dubbio è stato un anno magico».
Qual è il rapporto con la piattaforma? Non le piace più?
«La piattaforma ormai è un amore finito ma non oggi perché ho smesso già nel 2005. Quando poi si sospende questa disciplina è difficile ricominciare perché subentra il fattore della paura».
E con suo padre Giorgio?
«Mio padre è una persona importantissima, tra quelle che contano di più nella mia vita. Il rapporto sicuramente non è facile perché per tanti anni io sono stata vista come la figlia del grande Giorgio Cagnotto».
Come immagina il suo 2016?
«Il 2016 è l’anno delle Olimpiadi. Lavorerò per arrivare all’appuntamento di Rio carichissima e per questo sono ora a Cuba per fare un collegiale fino all’inizio dell’anno. Alle Olimpiadi andrò con il mio solito sorriso ed entusiasmo».
Olimpiadi e poi il matrimonio?
«Esatto. Olimpiadi e poi matrimonio. A settembre mi sposerò e vivremo nella casa che abbiamo comprato tre anni fa. Sarà il mio anno ma non solo dal punto di vista sportivo ma anche umano perché poi fino a dicembre penserò solo a me stessa».
Cosa farà quando smetterà?
«Ancora non ho deciso il giorno del mio ritiro dalle gare. Sicuramente non ci sarà un’altra Olimpiade, ma per un po’ continuerò a gareggiare. Poi l’idea è ovviamente quella di far crescere la mia famiglia ed avere dei figli mentre da un punto di vista lavorativo voglio crescere nella Guardia di Finanza e creare insieme dei progetti per il gruppo sportivo».
Com’è nato il rapporto con Francesca Dallapè per il sincro?
«Con Francesca il rapporto è nato anni fa quando cercavo di portare avanti il sincro. Tra noi c’è stato subito un grande feeling e tutto è stato facile, viviamo una Trento e una Bolzano, quindi per allenarci non dovevamo fare troppi chilometri e caratterialmente ci compensiamo».
Chi è secondo lei il campione italiano del 2015?
«Gregorio Paltrinieri. Ho un grande rispetto per lui perché viene da una famiglia semplice e ha dovuto lavorare tanto per emergere. È un ragazzo che ha avuto dei problemi ma nonostante questo è riuscito ad affermarsi».
E nel mondo?
«Sembrerò ripetitiva, ma sempre Gregorio».