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 2015  dicembre 31 Giovedì calendario

Il Capodanno dei botti silenziosi

Capodanno 2016, va in scena questa notte il «puzzle dei botti». Ordinanze e divieti sparsi in tutta Italia, quasi mille comuni hanno già detto no a razzi, petardi, mortaretti e castagnole in nome della lotta allo smog e della tutela dei nostri amici animali. Lo slogan per tutti quest’anno sembra essere uno solo: «A Capodanno vogliamo sentire soltanto il botto dello spumante». Ognuno però si regola a suo modo. Anche le multe non sono tutte uguali: a Bologna si va da 100 a 500 euro, a Salerno invece il sindaco fa lo sconto ai trasgressori e si partirà solo da 25. Ancora: il sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, ha aderito per esempio anima e corpo all’operazione «fuochi d’artificio silenziosi», con pubblica distribuzione di lanterne luminose in piazza in occasione del brindisi augurale. A Venezia, però, pur avendo vietato i botti non mancheranno i fuochi d’artificio tradizionali. Tutt’altro che silenziosi, ecco il paradosso... 
Comunque sia, l’Italia di Capodanno sembra rinsavire: 251, l’anno scorso, furono i feriti per i botti di mezzanotte. Rispetto ai 361 dell’anno prima e ancor meglio che nel 2013, quando invece si contarono purtroppo due morti, entrambi in Campania, a San Martino Sannito e Pontelatone. E così, da Bologna a Milano, da Torino a Palermo, nelle ordinanze dell’ultimo dell’anno vengono banditi ufficialmente «gli artifici esplodenti e rumorosi». L’elenco delle città «virtuose» si aggiorna di ora in ora: Vicenza, Cagliari, Salerno, Caserta, Treviso, Cassino, Genova, Pescara, Reggio Calabria, Aosta, Lampedusa. A Cortina d’Ampezzo e a Cesena, addirittura, lo stop andrà avanti per tutto il 2016. Ma neppure sulle multe son tutti d’accordo: la Questura di Roma «se il fatto è commesso in un luogo dov’è in corso un’adunanza di persone» prevede «anche l’arresto». 
Botti vietati contro le polveri sottili: il contributo annuo dei fuochi d’artificio solo a Milano è stimabile in circa 44 tonnellate di Pm10, il 6% delle emissioni totali. Ma lo scopo è anche quello di rispettare gli animali domestici, cani, gatti e pappagallini, per i quali petardi e fuochi rappresentano ogni volta una tortura: così è partita la campagna «Feste felici con i nostri amici». «La cosa migliore – è il consiglio di Alessandra Riviera, dell’unità cinofila della polizia – sarebbe chiuderli in casa, abbassando le tapparelle per attutire il più possibile i rumori. E lasciare tv e radio accese». 
Questo, però, sarà anche il primo «veglionissimo» col pericolo attentati, le piazze e i concerti presidiati dai militari. E serve poco a sdrammatizzare il nome dato dai rivenditori clandestini all’ultima follia: una batteria di petardi con la carica pirica di un piccolo razzo, una sorta di bomba-carta ribattezzata sinistramente «Isis». Non a caso, in queste ore, polizia, carabinieri e finanza sono alle prese con sequestri-monstre: 540 chili a Roma, 100 (razzi, fontane, bengala) a Napoli; 250 a Terracina; 1.600 fuochi in un negozio di cinesi a Sarzana e un arresto a Palermo. «Ma anche i botti legali sono rischiosi – avverte Salvatore Timpano, artificiere della polizia —. Perciò è importante spararli all’aria aperta e non in casa e mai puntarli, neppure spenti, contro una persona. E perfino le stelline di Natale tenerle alla larga dal viso dei bimbi e da tende o vestiti». Un sudamericano di 22 anni ieri ha perso entrambe le mani a Leggiuno (Varese) mentre stava confezionando un fuoco con la polvere da sparo di due pistole. È in pericolo di vita. Un dodicenne si è ferito a Napoli con un petardo mentre giocava in strada a Scampia: presenta lesioni al secondo dito della mano destra, guarirà in 10 giorni. Speriamo bene.