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 2015  dicembre 31 Giovedì calendario

Cosa vuole fare Marchini per diventare sindaco di Roma. Intervista

Un senato civico composto da 50 rappresentanti dei «corpi intermedi» e «una convention dei moderati per incoronare il nuovo candidato sindaco». Alfio Marchini si muove a tutto campo per conquistare il Campidoglio. Tra progetti da mettere in piedi a gennaio e novità legislative per dare un baricentro a Roma.
Marchini, il premier ha confermato il voto a giugno: ha avuto mai il timore di un rinvio?
«Mai. Renzi sapeva bene che sarebbe stata una scelta sciagurata».
Finora con Fassina lei è l’unico candidato. Perché da tre mesi ha rifiutato gli inviti in tv?
«Non sono assillato dai sondaggi a sei mesi dalle elezioni. Preferisco lavorare a programmi e squadra. È da marzo che dovrà partire il trend in crescita dei consensi».
Nel Pd si fa il nome di Giachetti: è un competitor pericoloso?
«Tutti lo sono. Lo conosco da quando lavorava con Rutelli nel 1993. È una persona perbene».
Marino minaccia di ricandidarsi: l’ex sindaco potrebbe impensierire il Pd renziano?
«Un anno fa gli consigliai di dimettersi e ricandidarsi. Ha aspettato troppo e il 30 ottobre il Pd davanti al notaio ha sancito la morte del centrosinistra. Hanno ragione, su questo, Fassina e Sel».
Nel centrodestra c’è ancora un forte dibattito sul suo nome: quando è l’ultima volta che ha sentito Berlusconi?
«Mi ha fatto venire in mente che non lo ho chiamato per auguri di
Natale. Lo farò domani».
È vero che Berlusconi sarebbe pronto a un appoggio informale pur di non bruciarla?
«Gli hanno imputato tutto ma non di essere machiavellico. Ha capito prima di tutti che la stagione politica dei vecchi partiti e vecchie ideologie è finita».
Bene, ai partiti del centro destra cosa dice?
«Non credo che il candidato cosiddetto unitario possa uscire da un vertice di palazzo. Bisognerà attivare il coinvolgimento del popolo dei moderati per rafforzare i valori identitari e definire programmi concreti e realizzabili».
Sta evocando una sorta di primarie allargate?
«Abbiamo un’idea innovativa che va in quella direzione e che presenteremo a febbraio un minuto dopo il nostro programma».
Una convention?
«Sinistra e destra hanno fallito, ma le istanze alle quali avrebbero dovuto dare risposte sono ancora insolute e chi non si riconosce nel Pd sente il bisogno di un passaggio dove fisicamente un popolo si ritrovi e riprenda un nuovo cammino».
I grillini continuano a essere dati per favoriti: preoccupato?
«Lo erano anche nel 2013 quando Grillo era al 30% e noi all’ 1% e tutti lo davano per vincente. Finì con noi al 10% e loro al 13%».
Ha usato le parole di Gramsci – «odio gli indifferenti, odio chi non parteggia» – in onore della sua famiglia o per mostrare che gli steccati non esistono più?
«La parola odio non fa parte del mio vocabolario ma la provocazione di Gramsci coglie nel segno: l’indifferenza uccide. E a Roma ha lasciato campo libero ai poteri marci. Ora bisogna metterci la faccia senza celarsi dietro stucchevole buonismo».
Non ha risposto sulla sua famiglia.
«Sono fiero del coraggio con la quale la mia famiglia si è battuta
nel secolo scorso. E non vedo perché lasciare Gramsci alla Le Pen che lo cita pubblicamente».
In questi giorni c’è l’emergenza smog. Targhe alterne e blocchi non funzionano.
«Ecco perché serve il senato civico. Abbiamo le più belle teste in campo scientifico, ma combattiamo con armi preistoriche».
Ecco, questo Senato civico è una provocazione?
«No, il fallimento delle ultime due giunte ha evidenziato la necessità di favorire un maggior coinvolgimento delle élites cittadine e dei corpi intermedi».
E come sarà composto?

«Un’assemblea di 50 rappresentanti dei corpi intermedi, della cultura, del lavoro e delle imprese romane a cui affidare compiti di controllo del governo cittadino e il diritto di formulare proposte alla giunta e al consiglio».
Tecnicamente è fattibile?
«La verifica tecnico-giuridica è positiva. Il nuovo organismo andrebbe nella direzione già espressa dal legislatore».
Ma oltre al senato i romani avranno mai un sistema dei trasporti europeo?
«Se parla di metro, no. Se invece parliamo di sistema integrato metro, tram, trasporto su gomma, allora sono convinto che alla fine del nostro mandato, Roma sarà alla avanguardia».
Di chi è la colpa del caos trasporti del 24?
«A Natale andava fatta una ordinanza estendendo l’orario della metro nel rispetto del contratto dei lavoratori. Per Capodanno, per fortuna, è intervenuto».
La milanesizzazione di Roma sta funzionando?
«In termini di smog sicuramente...Roma non ha bisogno di dream team o salvatori ma di una fase costituente che rifondi il modello di governo».
Come?
«A gennaio presenteremo la nostra proposta di riforma costituzionale: Roma Capitale Città Metropolitana che dovrà assumere lo status di ente territoriale autonomo in quanto Capitale della Repubblica, come le altre Capitali europee. I 15 municipi si trasformeranno in unioni di comuni con una gestione integrata dei servizi di interesse economico generale. Semplificheremo la vita ai romani!».