Corriere della Sera, 31 dicembre 2015
Bill Cosby va a processo. L’accusa: aver drogato e stuprato una diciannovenne. Intanto ha versato un milione di dollari di cauzione per restare libero
Alle 14.30 (le 20.30 in Italia) Bill Cosby si è presentato in pantaloni blu e felpa zebrata al tribunale di Elkins Park per sentirsi contestare formalmente un’accusa micidiale: violenza sessuale aggravata. Poi via al commissariato di polizia: foto e impronte digitali. Da ieri Cosby, 78 anni, uno degli attori più popolari del mondo, è un imputato che resta a piede libero solo per aver versato una cauzione di un milione di dollari. Kevin Steel, sostituto procuratore nel distretto di Montgomery County, in Pennsylvania, ha spiegato che il processo nasce dalla testimonianza di Andrea Constand. La prima udienza è fissata per il 14 gennaio.
I fatti risalgono al 2004. Dai verbali emerge un ritratto di Cosby decisamente lontano dal Signor Robinson, il buon padre di famiglia, attento e affettuoso, della celebre serie televisiva. Per anni lo showman, cantante, musicista, sceneggiatore e produttore dedicava le serate a organizzare cene e feste nella sua casa di Cheltenham Township, un sobborgo a nord di Filadelfia: «Sono sempre stato un incorreggibile playboy, ma non uno stupratore».
Quella notte del 2004 preparò il campo per Andrea Constand, una conoscente di 19 anni che lavorava per la squadra di basket della Temple University. Candele, il fuoco del camino, qualche bottiglia di cognac. Ma da qui in avanti le versioni sono opposte. La donna sostiene di essere rimasta intrappolata: prima drogata e poi costretta a un rapporto sessuale. L’attore ha fatto mettere a verbale che sì, ci fu «un rapporto sessuale, ma con il pieno consenso» della giovane. Il procuratore Steele è giunto, invece, a una prima conclusione: «Il signor Cosby fece due pesanti avance sessuali che furono rifiutate. A quel punto spinse la signora Andrea a prendere alcune pillole di sedativo e a bere vino. Una persona in quelle condizioni non può essere consenziente». Sarà un caso, ma queste sono esattamente le parole usate alla fine di luglio dal presidente Barack Obama: «Un rapporto sessuale con una persona che non è in grado di controllarsi si chiama in un solo modo: stupro».
La vicenda sembrava archiviata nel 2005, quando la studentessa denunciò Bill Cosby. L’attore depose per cinque giorni consecutivi in un hotel della sua città natale, Filadelfia. Alla fine i suoi avvocati ottennero che non venisse incriminato per alcun reato e la causa si chiuse con un accordo i cui termini sono rimasti riservati. Anche il verbale di quella testimonianza sarebbe dovuto restare segreto. Sennonché, dieci anni dopo, un giudice federale ha accolto la richiesta di averne copia, avanzata dai legali di Andrea Constand, che nel frattempo aveva deciso di riaprire il caso. A luglio il documento finì sulla prima pagina del New York Times. A quel punto si fecero avanti altre donne, con accuse di molestie sessuale, più o meno pesanti. Il settimanale New York Magazine ne ha raccolte 35 in una copertina particolarmente riuscita. Nell’immagine compare anche una sedia vuota, come dire che la serie potrebbe essere più lunga.
Il 14 dicembre scorso Cosby ha presentato una querela per diffamazione contro sette di loro. Ma in questa lista non compare Andrea Constand. E ieri Gloria Allred, la legale di altre 29 accusatrici, si è detta convinta che presto saranno aperti procedimenti in altri Stati, per esempio in Colorado.
Negli anni Ottanta Cosby, sposato dal 1964, cinque figli, era l’attore più pagato del Paese. A volte, ha raccontato, «ho dovuto versare fino a 100 mila dollari per ottenere riservatezza» dalle partner occasionali, per lo più modelle in cerca di un’occasione nel mondo dello spettacolo. Nel 2002 è stato premiato con la «Medaglia presidenziale della Libertà». Ma ora il Signor Robinson rischia di cadere rovinosamente dal piedistallo.