la Repubblica, 31 dicembre 2015
Intervista doppia a Federica Pellegrini & Filippo Magnini. «Siamo ancora qua, alla faccia dei gufi»
Federica Pellegrini&Pippo Magnini.Basta il nome, no? Dati per finiti, la coppia più bella del nuoto (e non solo) ha vissuto un 2015 esplosivo: di nuovo sul podio lei, con l’argento ai Mondiali nei 200 sl, battuta solo dalla Ledecky, ma anche lui, bronzo iridato nella staffetta 4x100 sl con tempi vicini ai migliori di sempre. E promettono di ripetersi anche nel 2016, l’anno delle Olimpiadi di Rio de Janeiro.Quali sono stati i pensieri di Natale?Federica Pellegrini: «I pensierini di Natale sono i buoni propositi: riguardo al lato sportivo vorrei continuare su questa strada, e tenerla anche lontano dalla vasca».
Filippo Magnini: «Sono contento di sentire queste parole, e le sottoscrivo anche io. I miei pensierini sono che ora bisogna darci dentro. Da gennaio voglio cominciare a lavorare sempre per Rio. Federica è già qualificata, io no».
Intanto in questo 2015 vi siete tolti qualche sassolino.
FP: «È stato importante per il mio allenatore. I risultati cronometrici, dal mondiale all’europeo, sono stati conferme per lui e per il mio gruppo di lavoro. Hanno dato fiducia».
FM: «Il 2015 anno quasi perfetto. All’inizio Doha, poi gli assoluti, il bronzo mondiale in staffetta. Per il 2016 sappiamo qual è la direzione, ma ora non si gioca più, non si scherza, non si fanno più prove. Bisogna andar forte da aprile, subito».
Eppure sembra che dovete sempre dimostrare qualcosa.
FP: «Le cose non vengono mai dette in modo diretto, ma sempre sotto forma di battuta. È la realtà. Capisco che magari una medaglia nei 400 può risultare più facile dei 200 sl. Ma sentirselo dire non è bello, tutti sanno che io voglio fare i 200 e quindi essere riuscita a riconfermarmi nella mia gara mi rende contenta. È la gara che volevo».
FM: «Mah, io sono il primo che si chiede conferme, dimostrazioni. Sono severo con me stesso. Quindi capisco le persone che pretendono da noi. Siamo gli unici che possono regalare emozioni all’Italia del nuoto, insieme ad altri ragazzi che sono venuti fuori. Pochi si immaginano il nuoto senza me o Federica. Io sono qua perché voglio l’Olimpiade, non la vacanza. Anche se so che l’oro è lontano».
Sarà l’ultima Olimpiade, a occhio. Come vorreste chiuderla?
FM: «Io voglio chiudere con il sorriso. Che significa prestazione bellissima, e anche se arrivi ventesimo pazienza. Oppure prestazione da schifo, ma con la medaglia. Perché quella si ricorda».
FP: «Io mi sono riservata la decisione, dopo Rio decido sulla mia carriera sportiva. Come chiudere? Difficile immaginare quel giorno. Non ci voglio neanche pensare, sarà un giorno difficile per me. Il nuoto fa parte nella mia vita da 27 anni. Una cosa è sicura: non andrò avanti lasciandomi morire, non ce la farei a finire così».
Ricordate il vostro debutto azzurro?
FP: «Cominciammo insieme in nazionale, Barcellona 2003. Due matricole con tanto di cerimonia. A me i capelli rossi, a lui il taglio».
FM: «E Castagnetti mi escluse dalla staffetta per motivi non sportivi. Me lo disse chiaro e tondo. Ero al primo mondiale, fu scelto quello con esperienza. Poi quando sono diventato io l’esperto hanno scelto quello giovane».
Certo che ora è più facile voltarsi indietro che guardare avanti.
FP: «Gli stimoli ci sono sempre. Noi abbiamo voglia di spaccarci il sedere. Non abbiamo voglia di altre cose, facilmente immaginabili. E sono le cose che ti fanno scegliere se continuare o meno».
FM: «Se Fede smette, smette da campionessa. Io smetto da campione che ha un’età che difficilmente gli consente di vincere. Ho fatto la mia carriera, non voglio smettere come uno che non si qualifica neanche agli Assoluti, ma come uno che dà ancora una mano. Poi ho 33 anni, gli infortuni li ho avuti. Ti dicono: non smettere, ma poi succede. Smetto perché voglio fare altro, vivere a Miami e sposarmi. Ok, lo dico tanto per dire».
La pesantezza del nuoto.
FP: «Il nuoto è così, pesante. Ti alleni per una gara all’anno, per una ogni quattro anni. Ma a noi non pesa nulla del nuoto, grazie alla passione e all’amore…».
FM: «..E se non le vedi in altre persone capisci che quella è una pecora nera. Se non vedo nei giovani la stessa cattiveria che metto io mi incazzo. E questo vale per i dirigenti, gli allenatori eccetera eccetera. Questa è la spinta. Il nostro gruppo di lavoro è piccolo perché chiediamo la stessa passione, lo stesso impegno».
Parliamo del fattore G, Matteo Giunta.
FP: «Io non ho mai pensato: “mi faccio allenare dal cugino di Filippo”. Lo conoscevo già da due anni, poi ho deciso di dargli le redini. Perché volevo i 200, e Philippe Lucas non ha mai capito. Anche il carattere di Matteo aiuta».
FM: «Io ho iniziato la palestra con lui, ed è andata bene. Anche Santucci è andato bene. Fede aveva voglia di cambiare la sua palestra, s’è trovata bene. Poi ho cominciato a farmi allenare da lui, e Matteo mi ha aiutato. Federica ha visto tutte queste cose. Certo, avevo tensione, sentivo la responsabilità della scelta».Il 2012, l’annus horribilis.
FP: «Mi sono successe cose che non mi hanno aiutato sul piano personale, e gli allenamenti erano sempre uguali. Un mix di cose determinanti. Poi ho voluto cambiare tutto».
FM: «Eppure io sono convinto che Rossetto con lei ha fatto un lavoro buono. È mancata la prestazione».
Dal 2003 ad oggi, 2015, quanta acqua sotto i ponti.
FP: «Quante onde, nel nuoto italiano, da Brembilla-Boggiatto-Fioravanti-Rosolino. Abbiamo cavalcato la loro onda fino al 2009. Poi un calo e il flop del 2012 con la squadra che è andata totalmente male».
FM: «Ora ci stiamo riprendendo, ma abbiamo un passaggio generazionale più lento rispetto agli altri paesi, l’Italia è più piccola».
Voi due restate le star.
FP: «L’Italia si è sempre appoggiata su uno solo che portava a casa la pagnotta…».
FM: «Paltrinieri ha le carte per vincere, ma per essere star ci vorrà tempo. Potrà vincere molto. Noi abbiamo portato il nuoto fuori dai confini dallo sport, spianato la strada a molti».
Pellegrini/Magnini, Pennetta/Fognini…
FM: «La Pennetta ha fatto una prestazione bellissima. Non so come si sente lui, Fognini, ma io non sono in competizione con Fede. Lei ha vinto tutto, io ho i miei mondiali. Sono il secondo italiano più medagliato. Certo, non ho vinto le Olimpiadi. Sono state carriere diverse, sport diversi. Ma che so, la ragazza di Phelps non potrà mai vincere gli stessi ori... poi se vorranno dirmi che sono scarso pazienza. Ma delle malelingue me ne strabatto, dicano quel che vogliono».
FP: «Bah, per me il fattore serenità è molto importante, aiuta vivere insieme le cose. Io e Pippo abbiamo due modi differenti di approcciare la gara. Io mi stresso il giorno della gara, lui un mese prima. E questo ci aiuta».
FM: «Una cosa devo dirla: se non fossimo stati insieme avrei smesso nel 2012. Averla come partner mi ha allungato la carriera».
Siete la coppia più bella?
FP: «Ce lo dicono abbastanza, non ce lo diciamo da soli».FM: «Abbiamo il nostro perché: dai risultati all’appeal e al pubblico. No?».
Due carriere sportive come rollecoaster.
FP: «È normale che nella vita di un’atleta vi siano dei picchi. Non è normale perdere l’allenatore-mentore con il quale avevo vinto tutto quello che potevo, le crisi d’ansia e gli altri problemi precedenti. I miei down sono stati più profondi di chiunque altro».
FM: «Invece io dico che noi siamo stati i più costanti, perché sempre presenti, anche nei momenti peggiori. Sempre tra i primi otto al mondo. Ma non abbiamo avuto carriere facili, questo sì».Che eredità lascerete?
FM: «Federica lascia qualcosa di irripetibile come nuotatrice. Come esperienza potrebbe lasciare ancora di più, ma non le è stata affiancata mai nessuna in allenamento. Solo standole vicino si può capire il suo livello d’allenamento».
FP: «Pippo viene dalla scuola di Alberto (Castagnetti, ndr), sputare sangue e non farsi metter la mano avanti. Questa filosofia oggi s’è persa, e le giovani generazioni non capiscono…».
FM: «… I giovani non vogliono vedere come si allena Federica. La staffetta non si allena insieme, un vero peccato».
FP: «L’eredità di Filippo non può prenderla nessuno. Sulla lapide scriveremo “in allenamento spaccava il c... a tutti con la sola forza mentale”».
FM: «Rosolino e Pellegrini sono stati i due peggiori compagni d’allenamento. Con loro si può solo imparare».Sorridete e sembrate sereni. Neanche i bookmakers ci credevano.
FP: «Quattro anni a settembre. Con tanti alti e bassi».
FM: «É nata strana. Sta andando via sciolta. Come coppia più sereni adesso.
Cresciuti, equilibrio con due personalità forti».
FP: «Ma ci siamo persi, e ritrovati...».
FM: «All’inizio c’erano due ragazzi non normali, uno è Magnini, l’altra è Pellegrini».
FP: «Ma volevamo essere due persone normali, avere una vita di coppia, fare e avere quello che hanno tutti».FM: «E siamo ancora qua, alla faccia dei gufi».