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 2015  dicembre 30 Mercoledì calendario

La trasformazione di Tsipras, il protagonista del 2015

Nonostante la vulgata, il 41enne Alexis Tsipras, due volte premier della Grecia in soli 8 mesi, non è mai stato un proletario. Figlio di un ingegnere che ha lavorato a lungo nell’ambito dell’edilizia pubblica, Alexis è un rampollo della buona borghesia ateniese stabilita a Kipsely, uno dei pochi quartieri nel centro della capitale greca dove ancora vivono i cittadini benestanti, tutti gli altri si sono trasferiti negli anni sulle colline che dominano Atene, a causa dell’arrivo continuo di immigrati. Ma la sua casa e quella dei genitori è rimasta comunque al riparo “dall’invasione” per i prezzi ancora relativamente alti degli affitti.
Grazie alle proprie capacità oratorie e alla scarsa passione per lo studio dell’ingegneria civile, facoltà in cui si è comunque laureato, fin dagli anni del liceo ha preferito puntare sulla politica. A bordo di una moto, capelli lunghi al vento e maglietta con la foto del Che, Alexis ha portato il verbo della sinistra anche in altri atenei, diventando il leader del movimento studentesco. Che, all’età di 27 anni, rappresentò al G8 di Genova nel 2001.
Dopo essere entrato in Synaspismos, il partito delle sinistre locali, di cui faceva parte anche Syriza, ha fatto una rapida carriera diventandone in pochi anni il front men. Nel maggio del 2012, durante la sua prima campagna elettorale da candidato premier con poche speranze (perché Synaspismos fino ad allora non era riuscito a entrare in Parlamento), grazie alla crisi già conclamata, alle sue promesse di contrastare l’austerity pianificata da Bruxelles – subito accettata e applicata dal governo conservatore di Nea Demokratia allora in carica – e alla bella presenza, le proprie chance e del partito che rappresentava sono improvvisamente salite. Ma il nuovo leader della sinistra radicale ha dovuto attendere il mese successivo, quando si tennero nuove elezioni, per imporsi definitivamente come unico avversario pericoloso di Nea Demokratia e dell’arcigno leader Antonis Samaras, portando il partito a un soffio dalla vittoria. In quei due mesi cruciali per la sua ascesa politica intanto la sua compagna di sempre Betty gli aveva dato il secondo figlio.
Ateo dichiarato, contrario all’istituzione del matrimonio e ai sacramenti in un paese confessionale per Costituzione, dove i politici giuravano senza eccezioni davanti al patriarca ortodosso, insomma con una fama crescente di ribelle all’establishment religioso e all’oligarchia dominante, unita al look informale in cui la cravatta è rigorosamente bandita, Tsipras dal 2012 alle vittoriose elezioni del gennaio 2015 è diventato il protagonista assoluto della scena politica greca e l’ attore principale – con la cancelliera Angela Merkel – di quella europea.
È stato questo giovane politico l’unico in grado, dopo anni di crisi nera, di riaccendere le speranze di coloro, non solo greci, che vedono nella politica di Berlino la causa di tutti i problemi economici e sociali dell’Unione. Almeno fino al 5 luglio scorso quando ha indetto un referendum per saggiare gli umori del popolo sulle nuove misure di austerity richieste dalla troika per evitare il default dello Stato e l’uscita della Grecia dall’euro.
Mentre gli occhi del mondo erano puntati sul braccio di ferro tra Davide e Golia, le banche venivano chiuse, i pensionati si mettevano in fila in vestaglia e pantofole per notti intere nel tentativo di ritirare più contanti che si potesse, e le Erinni iniziavano a volteggiare sul desco già imbandito per il piccolo favorito in odore di vittoria, minacciando di imbrattarglielo con scariche di anarchia e rivolte violente. E fu così che il piccolo vincitore ebbe un ripensamento, ammantato di vero o falso “senso di responsabilità”, e crebbe firmando il 12 luglio il terzo memorandum ancora più capestro di quelli precedenti; quello che per tanti suoi fan è stato un clamoroso autogol, per molti, specialmente i non greci, un tradimento, un inchino ai poteri forti dovuto alla mancanza di coraggio di fare quello che fino ad allora aveva predicato.
La maggior parte dei greci però ha capito il dilemma di Tsipras: essere o non essere l’artefice del Grexit, e il 20 settembre lo ha rieletto primo ministro con una percentuale più alta di quella ottenuta il 25 gennaio. L’herpes che aveva devastato visibilmente la sua bocca e le numerose visite del cardiologo a Maximou (la residenza del primo ministro) per tutta la durata delle estenuanti trattative di luglio con i creditori, ha convinto anche i greci delusi che Tsipras non poteva essere accusato di cinismo, semmai di ingenuità. Con la fuoriuscita il mese scorso di altri stretti collaboratori del premier come Gavril Sakellaridis ex portavoce del governo, la sua maggioranza è tornata risicata.
Dopo essere stato rieletto tre mesi fa, Alexis ha dovuto muoversi come un funambolo, nella costante ricerca da una parte di mantenere la Grecia nell’euro, cercando di attuare riforme collegate al terzo memorandum, dall’altro cercando di tenere a bada la forte opposizione all’interno del suo partito e contemporaneamente di numerosi gruppi sociali ed economici. Ecco perché i negoziati si trascinano senza fine, nel tentativo di attenuare gli effetti delle nuove misure siglate con Bruxelles attraverso il cosiddetto “programma parallelo”. Recentemente il governo ha dovuto ritirare un disegno di legge a causa delle richieste dei creditori, ma alla vigilia di Natale è passato un decreto che adotta alcune delle misure. Il governo è riuscito a mettere a segno in Parlamento una proroga delle unioni civili tra coppie dello stesso sesso. Con 153 seggi su un totale 300, è molto improbabile che il governo Tsipras possa durare a lungo. Ciò significa che dovrà almeno stringere alleanze con un nuovo partner, probabilmente il partito centrista di Vasilis Leventis, entrato per la prima volta in parlamento alle ultime consultazioni.
Molto, inoltre, dipenderà dal prossimo leader di Nea Demokratia, che potrebbe sostenere Tsipras quando a gennaio verranno votate le leggi più indigeste, come il taglio delle pensioni.
La proposta del governo per smussarne gli effetti sarà presentata al quartetto dei creditori molto probabilmente tra il 3 e 4 gennaio, in attesa che l’8 arrivino ad Atene i tecnici da Bruxelles.