il Giornale, 29 dicembre 2015
Quelli per cui il 2015 è stata una delusione
C’è chi già prepara il 2016 ma anche chi guarda indietro, all’anno vecchio ormai chiuso, con la consapevolezza che qualcosa non è andato come doveva. Tra delusioni più o meno grandi, il 2015 ha offerto tante (forse troppe?) storie di insuccesso.La più clamorosa ha visto protagonisti i due leader indiscussi del calcio mondiale degli ultimi anni: Sepp Blatter e Michel Platini. Il colonnello svizzero, travolto dal FifaGate, ha abdicato dopo un regno quasi ventennale fatto di presunte mazzette, che hanno portato il calcio mondiale ad un calo di credibilità come non mai. Un epilogo drammatico, con una squalifica di otto anni che sa tanto di prepensionamento. Per le Roi Michel Platini, anch’egli coinvolto nello stesso scandalo, l’accusa d’aver intascato tangenti ha messo la parola fine alla sua credibilità da manager del mondo del calcio.
Anche il 2015 di Vincenzo Nibali è stato un incubo e questo nonostante siano arrivate delle vittorie, tra cui il Giro di Lombardia, che hanno provato a dare un volto semipositivo alla stagione; lo squalo siciliano si è accontentato del quarto posto al Tour de France che aveva vinto l’anno prima e, ad aumentare la dose di delusione, l’esclusione dalla Vuelta perché trainato dall’ammiraglia Astana. A chi è andata peggio è Fernando Alonso, che dopo aver accarezzato il sogno Mondiale per due volte con la Ferrari, alla McLaren-Honda è riuscito solo a ritagliarsi uno spazio da comparsa nelle retrovie, sempre a lottare per la decima posizione o giù di lì. Risultato? Per la prima volta in 14 anni di attività in Formula 1 ha totalizzato meno punti del suo compagno di squadra. Tornando al calcio, un’altra coppia che ha fatto parlare di sé in negativo è quella formata da Mario Balotelli e José Mourinho. Il primo ha fallito ancora una volta annata: dal 2012, quando arrivò in finale degli Europei con l’Italia, non è più riuscito ad incidere ad alti livelli. Al Liverpool prima e al Milan poi, è stato fermato dalla pubalgia. A soli 25 anni. Per l’ormai ex Special One, esonerato dal Chelsea pochi mesi dopo aver stravinto la Premier League, il fallimento è stato totale. Di sicuro sarà uno spartiacque della sua carriera: positivo o negativo, starà a Van Gaal e al Manchester United dirlo.
Parlando della Milano sportiva, l’accoppiata Olimpia Milano- Milan ha vissuto una delle annate peggiori della propria esistenza: le Scarpette Rosse sono riuscite nell’impresa di non raggiungere la finale del campionato italiano nonostante un budget doppio rispetto alla concorrenza e di perdere anche la finale di Coppa Italia; senza dimenticare l’esclusione al primo turno nell’attuale Eurolega con tre vittorie e sette sconfitte. Il Milan, con Inzaghi prima e Mihajlovic poi in panchina, è riuscito a gettare al vento un’annata e mezza sostando a metà classifica nella mediocrità della Serie A attuale, lontano dai fasti di un tempo che lo volevano in cima al mondo.
E poi c’è Marc Marquez, per tutti gli italiani il re del biscotto: colui che nel finale della MotoGP ha difeso in modo per nulla sportivo il connazionale Jorge Lorenzo ai danni di Valentino Rossi. Senza dimenticare il crollo verticale della nazionale olandese di calcio, il ritiro misterioso di Sun Yang ai Mondiali di nuoto prima della finale dei 1500 stile libero poi vinta da Gregorio Paltrinieri, l’annus horribilis dell’atletica italiana (nessun titolo ai mondiali di Pechino, oltre alla squalifica di 26 atleti con l’ombra del doping) e il tonfo della nazionale inglese di rugby, eliminata nella prima fase della Coppa del Mondo organizzata in casa. E poi Tiger Woods e Rafa Nadal: un 2015 che si è chiuso male per molti. Un 2016 che sa di rivalsa per tanti.