Il Sole 24 Ore, 29 dicembre 2015
Qualcosa si muove in Rcs
Prosegue il recupero del titolo Rcs Media Group dopo la presentazione del nuovo piano industriale da parte dell’amministratore delegato Laura Cioli. Tutto questo mentre nell’azionariato si sono avvicendati i fondi Invesco con quelli Schroders. I primi sono scesi dal 4,385% all’1,32% mentre i secondi hanno incrementato poco sopra il 5% del capitale. L’aggiornamento, che emerge dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti, risale allo scorso 22 dicembre, ovvero il giorno dopo la presentazione al mercato del nuovo piano industriale. La quota di Schroders è detenuta dalla società d’investimento inglese con titolo “indiretta gestione non discrezionale del risparmio”.
Nel dettaglio, in Borsa il titolo del gruppo editoriale ha messo a segno un rimbalzo del 7,01% chiudendo con un ultimo prezzo di 0,565 euro e segnando un massimo di seduta a 0,574 euro. I volumi hanno sommato circa 12,5 milioni di pezzi pari a oltre il 2,4% del capitale ordinario di Rcs. Il via libera dell’assemblea dei soci al rinnovo della delega all’aumento di capitale fino a 200 milioni da esercitarsi entro il giugno 2017 e la presentazione del nuovo piano industriale 2016-2018 hanno contribuito ad interrompere le vendite sul titolo che aveva ormai raggiunto il minimo di 0,45 euro. E in questi ultimi giorni le azioni Rcs stanno recuperando terreno in attesa dell’imminente avvio del confronto con le banche finanziatrici per la rinegoziazione del debito.
Il piano, illustrato prima della pausa natalizia, punta a raddoppiare l’Ebitda, pre-oneri non ricorrenti, dai 70 milioni di fine 2015 a 140 milioni nel 2018, raggiungendo una marginalità del 13%, con utili netti per 40 milioni. E a ridurre il rapporto net debt/Ebitda intorno a 2 a fine triennio, con l’indebitamento netto che dovrebbe scendere a 290 milioni dai circa 500 milioni di fine dicembre. Il tutto in un contesto dove i ricavi sono stimati in crescita dell’1,5% all’anno rispetto al miliardo attuale. Nel primo anno di piano, il 2016, l’obiettivo è il breakeven con un Ebitda dell’ordine del 10%, prima delle poste non ricorrenti. Non sono contemplate cessioni di rilievo, dopo la vendita della Libri. Il grosso del contributo arriverà però dalle efficienze nette, stimate in 60 milioni.