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 2015  dicembre 29 Martedì calendario

Madre e figlia morte in sala parto, la procura di Torino apre un’inchiesta per omicidio colposo

Omicidio colposo: è l’ipotesi (senza indagati) formulata dalla procura di Torino per la morte di Angela Nesta, mamma di 39 anni, e della sua bimba Elisa, decedute insieme nella notte tra il 26 e il 27 dicembre per complicazioni nella sala parto dell’ospedale Sant’Anna, centro d’eccellenza piemontese. Parallelamente all’inchiesta della magistratura procederà anche l’indagine del ministero della Salute: il ministro Beatrice Lorenzin invierà gli ispettori a Torino per accertare le procedure di ricovero e il rispetto dei protocolli sanitari. 
L’inchiesta penale è coordinata dal pm Monica Supertino: ieri, come primo atto, ha incaricato i carabinieri di acquisire le testimonianze del compagno della donna, Francesco Scarlata, e del papà, Pietro Nesta, per ricostruire le ultime fasi del ricovero. Angela era stata ricoverata nella sera del 23 con forti dolori all’addome, ma in precedenza era già stata visita due volte al pronto soccorso dell’ospedale. La prima volta la sera del 21 e dimessa poche ore dopo con un referto che rileva «contrazioni ogni 7-10 minuti», e la seconda volta il 22, nel pomeriggio. Anche in questo caso era stata rimandata a casa dopo i controlli di routine, risultati tutti regolari.
Angela, alta di statura ma con qualche problema di peso comparso negli ultimi anni, avrebbe acquistato con la gravidanza non più di 17 chili. Niente di preoccupante secondo il compagno, a giudicare dalle visite effettuate presso la ginecologa dell’ambulatorio territoriale che aveva in cura la donna. «Nel corso tutta la gravidanza – ripetono i familiari – Angela non ha mai avuto problemi, solo qualche sbalzo di pressione negli ultimi giorni». 
Il referto
La morte della donna, stando al referto dell’ospedale, è sopraggiunta per arresto cardiaco, provocando anche il decesso del feto. Sugli effetti scatenanti – tra le ipotesi un’emorragia massiva, una crisi ipertensiva, o un’embolia polmonare – dovrà fare piena luce l’autopsia su entrambi i corpi, prevista oggi: ad effettuarla sarà il medico legale Valter Declame, nominato dalla procura. Da accertare, soprattutto, l’incidenza che ha avuto nella catena degli eventi «l’induzione al parto» effettuata con l’introduzione di «gel prostaglandinico» nell’utero della donna, il giorno 26, poco prima di mezzogiorno. L’avvocato Giulio Calosso, legale di fiducia dei familiari, ha nominato consulenti di parte l’anatomopatologo Aurelio Storace, specialista in ostetricia e ginecologia, e il medico legale Tullio Bandini. «I familiari – spiega il legale – vogliono conoscere la verità: ma resta stupefacente come l’ospedale abbiamo affrontato il loro dramma senza alcun approccio codificato o sostegno. Un ospedale di quelle dimensioni dovrebbe prevedere che qualcosa possa andare storto, e pensare quindi a un protocollo per affrontare situazioni del genere». 
«Mi hanno strappato la cosa più bella che avevo. La vita va avanti... ma come» si dispera Francesco. E aggiunge: «Ricordo il giorno che mi ha detto di essere incinta: il 2 maggio. Scoppiavo di gioia, non riuscivo a stare fermo. Finalmente, dopo quattro anni di tentativi, potevamo gridare al mondo la nostra felicità. Ora è tutto finito».