la Repubblica, 29 dicembre 2015
Tutta Forza Italia se la prende con Sandro Bondi, il traditore
«Inutili e perfidi gli attacchi dei forzisti a Bondi». È una senatrice dem, Laura Puppato a difendere Sandro Bondi, il cantore dell’Italia berlusconiana, l’ex ministro e coordinatore azzurro, che ha lasciato Forza Italia approdando al Senato nel gruppo di Denis Verdini. In un’intervista ieri a Repubblica, senza mezzi termini Bondi rinnega quel ventennio e le sue politiche, sulla bontà delle quali – si autoassolve – si era illuso. E soprattutto paragona l’ex premier a un conte Ugolino senza grandezza tragica ma con una vena di sadismo.
Per i berlusconiani, che vedono il partito dividersi e frammentarsi ormai a un passo dallo sgretolamento, è sale sulle ferite. Reagiscono con una pioggia di critiche e di insulti. Bondi «solo un anno faceva a gara con Dudù a scodinzolare davanti a Berlusconi» (Simone Furlan). «Sorpresi e amareggiati per le parole di Bondi che fa torto a milioni di italiani» (Mariastella Gelmini, vice capogruppo di Fi). «Bondi scriveva “A Silvio”. Vita rinnegata, vita ingrata. Presto ci aspettiamo “A Matteo”» (il deputato Simone Baldelli). E Paolo Romani, capogruppo forzista al Senato, bolla come «indecoroso lo sfogo personale di Bondi frutto di uno stato psicologico»..
Puppato, in definitiva se li è cercati Sandro Bondi le ironie e gli insulti dei berlusconiani?
«E lo fanno ferocemente. Ma suggerirei ai forzisti di dotarsi di una ricca riserva. Ne avranno da attaccare, dal momento che sono tanti quelli che lasciano FI. Dovranno attingere a tutta l’ironia di cui sono capaci».
Gli dicono di essere stato come Dudù, il cane di Berlusconi e della sua compagna Francesca Pascale. È stato un cortigiano docile?
«Bondi è vissuto di grandi amori. Il Pci all’epoca in cui era sindaco di Fivizzano, quindi non in ruoli secondari. Poi è arrivato il grande innamoramento per Berlusconi che avrebbe dovuto garantire una rivoluzione liberista più che liberale, il mercato sopra tutto. Ha visto il fallimento di quella stessa scommessa. Questa rivoluzione non solo non c’è stata e neppure è stata abbozzata, ma gli interessi personali e imprenditoriali di Berlusconi si sono imposti su tutto».
Non pensa che la scelta di Bondi di appoggiare il governo sia legata a un interesse personale?
«Vivo a contatto con chi nel centrodestra ha deciso di garantire la continuità al governo Renzi, proprio al Senato dove i numeri ballano. Non credo che si tratti per Bondi, come per la sua compagna Manuela Repetti, di convenienza personale. Probabilmente aveva chance di carriera politica maggiori o perlomeno uguali se fosse rimasto con Berlusconi».
Per lei è in buonafede, quindi?
«Sia lui che Repetti sono sempre molto attivi, sembrano convinti che una storia sia finita e un’altra ne stia per cominciare. Ritengono forse di impegnarsi in una nuova strada. Sono una coppia di ferro».
Bondi è un traditore?
«Ma questo è un terzo tempo per la sua vita politica, ciascuno di noi ha diverse evoluzioni. A me sembra che abbia preso atto dei fallimenti e abbia deciso in modo determinato, non senza travagli probabilmente. Sulla violenza degli attacchi che ora gli rivolgono, penso che i forzisti sbagliano».
In che senso sbagliano?
«Dovrebbero approfondire e analizzare la condizione in cui si trovano con un leader ottantenne che ripete sempre le stesse cose come un disco rotto. Insomma un po’ penoso...».
Se Bondi è così disgustato della politica vissuta fin qua, potrebbe lasciare il Senato, non crede?
«La Costituzione parla di autonomia di mandato e lui evidentemente si sente di rappresentare così chi lo ha eletto».