Corriere della Sera, 29 dicembre 2015
Bill Clinton, che vorrebbe essere chiamato «Adamo»
Non vorrebbe farsi chiamare First Gentleman o First Dude, ha fatto sapere. Preferirebbe che ci si rivolgesse a lui chiamandolo «Adamo». Come il primo uomo, o il primo uomo etero ex presidente degli Stati Uniti a rischiare di diventare una first lady leggendaria. È Bill Clinton, è stato marito infedelissimo e – dice Donald Trump – ha «terribili precedenti di abusi sulle donne»; è stato un presidente popolarissimo; per quanto neghi, potrebbe essere un co-presidente proprio come sono certe prime dame intelligenti, tipo sua moglie. Ma da peso massimo politico, e con la sua nota capacità di interagire, complemento della meno espansiva Hillary. Rilancerebbe uno dei ruoli pubblici più deprimenti di sempre, quello di coniuge adorante in silenzio e col permesso di uscire per cause benefiche, campagne pro salute e fitness, té con omologhe malcapitate. Mostrerebbe come forse di certe figure non ci si riesce a liberare, ma che ci si può liberare dall’obbligo di pensarle come figure femminili (Clinton è dedito alla beneficenza e alla vita mondana già da anni). Sarebbe uno scambio di ruoli tra maschio e femmina globalmente interessante, forse portatore di contaminazioni. Un Clinton che durante i vertici internazionali tiene banco tra le prime signore avrebbe forse un effetto straniante, utile a ripensare i ruoli, magari a far pensare che un uomo può fare cose meno importanti della sua compagna, ed essere contento (ammesso che Bill Clinton sia contento; tempo fa ha detto «essere un ex presidente è grandioso, puoi dire e fare quello che ti pare, a meno che tua moglie non si candidi»; e si vedrà se in lui prevarrà l’ambizione clintonesca o la paura di vivere blindato e osservato per quattro-otto anni; se creerà problemi o aiuterà Hillary; se la saga continuerà o finirà qui).