il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2015
Capodanno, quell’obbligo di divertirsi fino all’alba che fa venire il latte alle ginocchia dopo venti minuti
È proprio vero, il veleno è nella coda. La settimana più dura dell’anno è senza dubbio quella che separa il Natale dall’ultimo dell’anno, al confronto traghettare tra Scilla e Cariddi è una passeggiata sul tappeto rosso. Uno non si è ancora ripreso dalla gragnuola di scambio dei regali, bigliettini creativi, pranzi e feste aziendali, cene e feste in famiglia, addobbi dell’albero, statuine del presepe, cinepanettoni e telecotechini, ed ecco che bisogna ricominciare subito da capo. Sisifo darebbe le dimissioni, noi invece siamo lì a chiederci che cosa faremo per il Capodanno.
E se c’è un sudoku difficile da risolvere, più difficile di che cosa regalare al cognato invece della solita cravatta, quello è come passare l’ultima notte dell’anno. “Cosa fai per Capodanno?” chiedono tutti. Tu temporeggi, lasciando intendere che non hai ancora deciso quale invito accettare. In realtà non hai ancora deciso da quale minaccia fuggire.
Capodanno dopo capodanno, le hai provate tutte senza mai venire a capo del sudoku. Hai alle spalle i cenoni di 35 portate dal pre aperitivo al cornetto della mattina dopo, i veglioni a tema Star Wars ma anche a tema anni Cinquanta (non si sa perché, tutti gli anni tornano gli anni Cinquanta), le festicciole casalinghe con il conto alla rovescia davanti alla TV dove passa il concerto di Gigi d’Alessio, oppure l’oroscopo di Melissa P., oppure la maratona registrata il giorno prima per risparmiare; hai alle spalle il megaschermo in piazza con il megaconcerto, la megabolgia e il megatemporale che scoppia all’improvviso dopo due mesi e mezzo di siccità record, l’assistenza tecnica all’amico fissato coi botti che vuole trasformare il giardino condominiale in una polveriera, la cenetta afrodisiaca a lume di candela (chi non tromba a Capodanno…) con addosso il coordinato mutande-canottiera-pedalini rosso fuoco.
Niente da fare, l’ultimo dell’anno è un sesamo che non si apre, non c’è niente come l’obbligo di divertirsi fino all’alba per agevolare il latte alle ginocchia dopo venti minuti. È già molto limitare i danni e non passare dalla padella della tradizione alla brace dell’ultimo dell’anno di tendenza. Quest’anno internet è un campo minato: capodanno itinerante a bordo di una limousine, vestiti da valvassori nel veglione medievale del castello valdostano, con le ciaspole e le fiaccole nell’alta valle alpina, sotto le docce emozionali delle antiche terme, in compagnia delle capre nell’agriturismo umbro, in compagnia del guardiano del faro aspettando l’alba sul mare.
Ma ci sono anche il Torture Party (che non è quello già trascorso con i compagni di liceo), l’Animal Party, il Fonduta Party, il Beautiful Party in discoteca con Brooke arrivata direttamente da Hollywood e il Capodanno del silenzio di Castel Condino.
Diciamo la verità: il marchese De Sade non avrebbe saputo fare di meglio.