Il Sole 24 Ore, 28 dicembre 2015
La classifica dei 20 Paesi più ricchi al mondo
È tutta una questione di punti di vista. Prendiamo la lista dei 20 Paesi più ricchi al mondo. Per ricchezza cumulata, s’intende. Con oltre 7.300 miliardi, l’Italia è settima. Ci batte la solita Germania, quarta con 9.358 miliardi, e ci batte anche la Francia. Ma se prendiamo la ricchezza media pro capite, allora le cose vanno diversamente. Nelle tasche di ogni italiano ci sono 121mila dollari, in quelle di ogni tedesco 114mila. E se guardiamo alla crescita della nostra ricchezza negli anni, scopriamo che negli ultimi 15 il portafoglio medio di ciascuno di noi è aumentato del 65%: 73mila dollari nel 2000, 121mila appunto nel 2015.
Le classifiche arrivano dalla società d’analisi New World Wealth. Oltre a fotografare l’Italia, fanno il punto sul percorso compiuto dai principali Paesi emergenti. Proprio quelli su cui puntiamo per vendere i prodotti del made in Italy. Ma chi ha i portafogli migliori per comprarli?
Stando ai dati della New World Wealth, la Corea del Sud è ben posizionata: tredicesima per ricchezza cumulata (nonostante sia un Paese di soli 49 milioni di abitanti), può contare su una ricchezza procapite di 46.300 dollari, la più alta fra tutti gli emergenti. Dietro Seul si piazza il Messico, con 16.500 dollari in media pro capite: la sua ricchezza complessiva è superiore a quella dell’Olanda e il portafoglio dei suoi abitanti in 15 anni è cresciuto dell’85 per cento.
Quanto a ricchezza cumulata, la Cina, forte dei suoi 1,3 miliardi di abitanti, è seconda solo agli Stati Uniti. Peccato che la ricchezza individuale sia molto più bassa, pari a 12.800 dollari: un quarto di quella coreana. In compenso i cinesi hanno dalla loro un tasso di crescita della ricchezza pro capite vertiginoso, tra i più alti al mondo. Tra il 2000 e il 2015 il portafoglio medio è aumentato del 341 per cento. Solo l’Indonesia ha fatto meglio (+362%), anche se la sua base di partenza erano i 1.300 dollari pro capite (che quindi oggi sono arrivati a 6mila). La velocità del suo sviluppo, in compenso, è tale da obbligarci a tenere d’occhio il suo mercato consumer.
Guardando queste classifiche, si nota però un altro Paese, tutt’altro che emergente, le cui ottime chance balzano all’occhio: l’Australia. Seconda per ricchezza pro capite (204mila dollari) dietro alla Svizzera, in quindici anni ha visto il portafoglio medio dei suoi abitanti balzare del 248 per cento. Un tasso da Bric in un Paese evoluto. E un’ottima opportunità per le nostre imprese che esportano.