Corriere della Sera, 28 dicembre 2015
I tormenti del piccolo Schmeichel
Kasper ha trovato il suo posto nel mondo, ma lo spazio di una porta di calcio – 7 metri e 32 per 2 metri e 44 – a volte rischia di essere troppo piccolo anche per un portiere. Da qualsiasi parte Schmeichel junior si giri vede sempre e solo le foto e i trofei di papà Peter, che sono la bellezza di 23, esclusi i riconoscimenti individuali: la Champions 1999, l’Europeo 1992, 5 campionati inglesi, 4 danesi, 1 portoghese e 3 Coppe d’Inghilterra sono le vittorie principali in 16 anni di carriera con la Danimarca, il Manchester United, il Broendby e lo Sporting Lisbona di uno dei portieri più forti (e più continui) degli ultimi trent’anni.
Kasper è nato quando il padre, che nel 1986 aveva 23 anni, doveva ancora sbarcare in Premier League, dove avrebbe vinto ogni cosa con i Red Devils. Oggi per una volta davanti a tutti, finché dura, c’è lui, con il Leicester dei miracoli, guidato in panchina da Claudio Ranieri. Dopo tanti anni in giro in prestito dal Manchester City (Darlington, Bury, Falkirk, Cardiff, Coventry) e le esperienza a Notts County (con cui ha vinto la terza serie) e Leeds, dal 2011 Schmeichel junior si è costruito la sua carriera coi Foxes, diventando anche titolare della Nazionale, eliminata da Ibrahimovic negli spareggi per l’Europeo.
Ma più il ragazzo si ritrova sotto i riflettori, più vede allungarsi l’ombra del padre su di sé. E questo aspetto ricorrente della sua vita non gli piace per niente: «Perché la gente crede che sia giusto dirmi che non sarò mai forte come mio padre? La cosa peggiora mese dopo mese – si è sfogato Kasper —. Non so perché, ma per qualche ragione le persone sono più che mai concentrate su questo. Avere un padre come il mio non è stato d’aiuto nella mia carriera, anzi piuttosto il contrario. Credo che starei giocando da più tempo in Premier, ad esempio. Ho 29 anni, sono sposato, ho due figli, ma la gente mi vede ancora come il figlio di qualcuno. Mi vedono come un bambino».
Ah già, quel biondino vestito di tutto punto da portiere dello United che tiene due trofei assieme al padre, vestito da portiere dello United. I tifosi, soprattutto quegli inglesi, hanno memoria storica: «Sono cresciuto con quel bisbiglio di sottofondo: «È il figlio di Schmeichel...». Ma il problema è che adesso la gente non sussurra, viene da me per farsi una risata. E mi dice: “Sei forte, ma non sarai mai come tuo padre”. L’ultima volta è successo qualche settimana fa prima della partita con lo Swansea».
Nonostante la stazza sia quella del padre, Kasper incute forse meno timore e così di recente ci ha pensato Peter in persona a mulinare le braccia come faceva sulla linea di porta per allontanare gli scocciatori, mentre era a tavola col figlio. Sembra quasi un’ossessione.
Ma in fin dei conti, tutto questo potrebbe essere proprio il segno che il ragazzo è cresciuto. Nessuno avrebbe accostato Pelé junior (che tra l’altro faceva il portiere), Maradona o Cruijff ai loro genitori. Nemmeno per scherzo. Mentre Kasper Schmeichel è forse il primo figlio d’arte dell’era moderna – ovvero l’epoca in cui si sa tutto dei campioni del recente passato – a giocare davvero «contro» il proprio padre: il risultato è scontato, ma già questa è una vittoria.