Corriere della Sera, 28 dicembre 2015
Il problema con la Corsica (c’entra l’Islam)
Si sente parlare di tanto in tanto della Corsica per la bellezza naturale, per Napoleone e per il banditismo separatista che ha rafforzato i pregiudizi francesi sull’isola «ingovernabile». Ma due notizie suscitano un’attenzione diversa e preoccupata. La prima è la storica vittoria dei nazionalisti alle elezioni di dicembre, un successo nel solco di movimenti autonomisti e separatisti che si stanno affermando in Europa per via democratica. Messa in soffitta la lotta armata, la Corsica vuole l’autogoverno.
La seconda riguarda gli incidenti di Natale: prima l’aggressione a due pompieri e a un agente, poi la devastazione di una moschea in un quartiere popolare di Ajaccio, dove è presente una comunità musulmana. L’attacco alla moschea sarebbe stato deciso da bande di giovani per vendicare l’aggressione di funzionari corsi. Il tutto in un clima di tensione che ha spinto le autorità a vietare manifestazioni.
Il successo nazionalista e le violenze danno la misura della posta in gioco, quando le spinte identitarie si trasformano in ostilità verso ciò che è percepito come estraneo alla propria comunità. In passato, in Corsica, erano «estranei» anche i prefetti di polizia e i funzionari inviati da Parigi. Ancora oggi, molti corsi si sentono «colonizzati» dai francesi.
Si rafforzano così la difesa della lingua, della cultura, della storia della «Nazione» corsa e quindi una certa avversione verso le comunità «straniere» come risposta irrazionale alla paura di nuove colonizzazioni, etniche o religiose.
Nel giorno di Natale si sono sentiti slogan – «Arabi andate via» e «Questa è casa nostra» – che tengono insieme sia la questione autonomista sia la questione della presenza di altre comunità.
I nazionalisti hanno vinto, il Front National è comunque il primo partito anche in Corsica. La tolleranza e l’integrazione rischiano la marginalità.