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 2015  dicembre 24 Giovedì calendario

Passa la risoluzione Onu, adesso l’Italia può bombardare la Libia

«Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti stanno preparando raid aerei per colpire le basi dell’Isis a Sirte. Credo che appena le condizioni politiche lo consentiranno, entreranno in azione». A fare questa rivelazione a «La Stampa» è Ibrahim Dabbashi, ambasciatore libico all’Onu, commentando la risoluzione con cui ieri il Consiglio di Sicurezza ha riconosciuto l’accordo firmato in Marocco per creare un governo d’unità nazionale, e ha sollecitato i paesi membri a usare tutti i mezzi a loro disposizione per aiutare il nuovo esecutivo a combattere i terroristi e contrastare il traffico di esseri umani.
 
La risoluzione, scritta dalla Gran Bretagna e approvata all’unanimità, può rappresentare una svolta per la Libia, perché va anche oltre le aspettative e include il consenso della Russia. Il testo benedice l’accordo firmato il 17 dicembre a Skhirat alla presenza dell’inviato dell’Onu Martin Kobler, e appoggia il comunicato di Roma emerso dalla conferenza del 13 dicembre. Quindi chiede di «sostenere in pieno» il lavoro di Kobler, e lavorare con le autorità libiche per «costruire le capacità» del nuovo esecutivo.
«Un importante passo verso la stabilizzazione del paese» ha sottolineato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha puntualizzato il «ruolo determinante» svolto dall’Italia, a cominciare dalla Conferenza di Roma. «Il Consiglio di Sicurezza – dice il paragrafo 6 della risoluzione – sollecita tutti gli stati membri a rispondere urgentemente alle richieste di assistenza da parte del governo», e quindi a varare la missione di pace che l’Italia ambisce a guidare. I passaggi chiave, però, sono il 12 e il 15. Il paragrafo 12 sprona tutti i paesi ad «assistere rapidamente il governo nel rispondere alle minacce alla sicurezza libica, e appoggiarlo attivamente per sconfiggere l’Isis, Ansar al Sharia, e altri individui o gruppi associati con Al Qaeda».
Scafisti nel mirino
Il paragrafo 15 invece sollecita la cooperazione contro il traffico di esseri umani «nelle acque territoriali della Libia e in alto mare». In altre parole, per mandare una missione ufficiale di caschi blu servirà un’altra risoluzione, ma per attaccare l’Isis e fermare i barconi basta questa. I piani per farlo sono già pronti. «Sul terreno contro l’Isis – spiega Dabbashi – ci andranno le forze libiche, ma il governo avrà bisogno del sostegno aereo». Le forze speciali americane poi sono a portata di mano, anche a Sigonella, per operazioni di commando contro i terroristi.