ItaliaOggi, 23 dicembre 2015
I tedeschi e la folle tassa sull’albero di Natale
Non ho fatto l’albero di Natale, a Berlino. Non per rispetto delle culture altrui, come senza senso sostiene qualcuno, né per paura dell’Isis. Sono semplicemente pigro, e inoltre inaffidabile. Rischierei di incendiare l’albero, l’appartamento e il palazzo. Forse mia moglie comprerà un Kranz, una di quelle corolle fatte di rami e di bacche, da mettere al centro della tavola.
O appesa fuori dalla porta. Qui non le rubano. E poi non ci sono bambini in casa, né nipoti. L’ambasciata italiana, a dicembre, fa il presepe, con stupende figure napoletane del Settecento. Un’opera d’arte. E nei mercatini vendono a caro prezzo presepi intagliati nel legno, secondo un’antica tradizione artigianale.
Tannenbaum, wie grün sind deine blätter, cantano i bambini all’asilo, albero di Natale, come sono verdi le tue foglie. Cantano anche i piccoli turchi, o siriani, o mongoli, musulmani, buddisti, o i rampolli non battezzati di genitori atei. Nel mio quartiere una piazza è occupata da un venditore d’alberi. Non mi sembrano cari, venti euro se la pianta non supera il metro e 70. Fino a 2,20, il prezzo sale a 30 euro. Al di sopra, 47. Tasse comprese, e qui cominciano i problemi. Quanto deve pagare d’Iva Sankta Klaus, cioè Babbo Natale?
Non è semplice fare i calcoli: 7%, il 10, o il 19, o addirittura nulla? La burocrazia tedesca mi sembra un paradiso al confronto di quella italiana. I miei amici berlinesi non sono d’accordo, e in questo caso hanno qualche ragione. L’Iva sul Tannenbaum, l’albero di Natale, deve averla calcolata qualcuno che odia il Natale. Di norma per l’abete che, nonostante la canzone, non ha foglie, ma aghi, si dovrebbe pagare, di norma, l’aliquota più bassa, il 7%. Solo se arriva fresco fresco dalla foresta. Se è di plastica, made in China, paga il 19. Secondo me, per proteggere la natura dovrebbe essere il contrario. Ma i Grünen, i verdi come le foglie natalizie, non sono ancora intervenuti. Non è finita. Se il Tannenbaum è di seconda mano, l’Iva si paga solo sulla differenza tra il prezzo da nuovo e da usato. Se lo comprate direttamente nella foresta più vicina, si paga il 7%. Ma se ve lo andate a prendere da un vivaio, l’Iva sale al 10,7%.
Secondo i numeri tra venduto e tasse, qualcosa non torna, si deduce che molti tedeschi non pagano nulla perché gli alberi li vendono e li comprano al nero. Non si dovrebbe fare, soprattutto a Natale, però avviene. Potete non pagare tasse legalmente se li comprate da un privato, che però non «allevi» alberi di professione. Come si fa a distinguere? Il burocrate ha pensato anche a questo: il privato può vendere senza Iva un massimo di 140 alberi, se li supera scatta la tassa. Mi chiedo chi sia addetto alla conta, e come l’ufficio delle imposte possa controllare gli abusi.
Senza Iva si compra se l’albero arriva direttamente dall’estero, da una foresta in Scandinavia, o in Russia. Però possono scattare altre tasse, a seconda in che paese sia cresciuto, un membro dell’Unione europea, oppure no. Esenti da tasse sono gli alberi di Natale addobbati nelle caserme. O comprati e venduti da militari, purché facciano parte della Nato, alleanza militare e natalizia. C’è infine un’ultima scappatoia: attendere l’ultimo giorno, e andare dal venditore di Tannenbaum nel mio quartiere. Gli alberi invenduti preferisce regalarli piuttosto che riportarli indietro. Ma bisogna avere un giardino dove trapiantarli e farli sopravvivere fino al Natale del 2016. Sempre che il regolamento comunale preveda la presenza di abeti tra le aiuole.