ItaliaOggi, 23 dicembre 2015
Anche i giapponesi festeggiano il Natale
Il Natale non è un giorno festivo in Giappone, dove soltanto l’1% della popolazione è di religione cattolica. Sono tutti buddisti e scintoisti. Eppure il 25 dicembre tutti si preparano a pranzare a base di due piatti tipici natalizi: il pollo fritto e la torta. E sono in molti a non sapere che queste due specialità non hanno nulla a che vedere con gli alimenti consumati, nel giorno della Natività di Cristo, dagli americani.
In realtà molti giapponesi, fin da bambini, sono abituati a consumare carne di pollo, seguita proprio dal dolce natalizio, guarnito nella parte superiore da un pezzetto di cioccolato.
Una tradizione che non è venuta meno col passare degli anni e che, anzi, sembra essersi consolidata e viene comunemente accettata in tutto il paese asiatico. Inutile dire che, dal punto di vista commerciale, il successo per i produttori di pollo è assicurato: va letteralmente a ruba quello prodotto dall’azienda americana Kentucky Fried Chicken. Le prenotazioni cominciano addirittura in ottobre. I ritardatari rischiano di fare lunghe code, fino a sei ore di attesa, per portare a casa l’agognato cibo.
Niente di religioso, dunque, ma una semplice tradizione, visto che Natale non è nemmeno un giorno festivo. Basti pensare che in genere i matrimoni si celebrano in rito shinto e i funerali seguendo quello buddista. Le usanze, a dire il vero, non sono unicamente ispirate alla cucina. Vi sono altre tradizioni radicate nel passato. Per esempio, i prigionieri di guerra tedeschi in Giappone, durante la prima guerra mondiale, eseguivano la sinfonia numero 9 di Beethoven. Ancor oggi vi sono orchestre professionali che percorrono in lungo e in lago il territorio nipponico proponendo questo brano nel periodo delle vacanze.
Un’altra tradizione è quella dell’albero di Natale, che viene venduto in gran quantità. Del resto, quasi tutti i bambini giapponesi (il 90%) fra i tre e i sette anni crede in Babbo Natale, che spesso compare nei centri commerciali nell’ottica di operazioni di marketing.
Per quanto riguarda invece il consumo di dolci, fra cui spicca una torta di pastafrolla alle fragole, una delle spiegazioni si riferisce all’uso di mangiare dolciumi quando si festeggiano ricorrenze che risalgono al passato. La pastafrolla natalizia, dunque, va anch’essa a ruba. Ovviamente, per avere a disposizione molte fragole nel periodo invernale, i giapponesi le coltivano nelle serre. Anche in questo caso, come avviene per il pollo fritto, i produttori e i rivenditori, a cominciare dalle pasticcerie, si prodigano per garantire a tutti il rifornimento, con le prenotazioni che partono con settimane di anticipo. E gli affari vanno a gonfie vele. Ce n’è per tutte le tasche. Si arriva a una torta di lusso, in vendita presso il Palace Hotel di Tokyo al prezzo di 178 dollari (162 euro). Per non parlare di un altro dolce natalizio, decorato con amaretti Dom Perignon, proposta per 495 dollari (451 euro) all’Hotel New Otani, sempre nella capitale nipponica.
Naturalmente vi sono dolci per chi non vuole o non può spendere troppo. Quanto al pollo, una confezione base è offerta intorno ai 35 dollari (32 euro) e comprende, oltre alla carne, l’insalata e la torta. Una sorta di kit gastronomico sotto l’albero.