La Gazzetta dello Sport, 23 dicembre 2015
Il campionato visto da Fabio Capello
Fabio Capello conosce il valore dei ritorni. Sa che possono essere positivi, non sempre però. Andò bene a Madrid, meno bene al Milan. Ora quando gli chiedono se tornerà al Real risponde «è un sogno», mentre se qualche amico suggerisce che lo si potrebbe rivedere al Milan dice «buona questa». La verità è che, chiusa l’esperienza con la Russia, Capello ha ripreso la sua vita: casa a Londra, viaggi in Medio Oriente, valigia sempre pronta e tv sempre accesa per tenersi informato, visto che ha ripreso a fare il commentatore. Lo specialista dei ritorni è l’ideale per analizzare il ritorno dell’Inter in testa alla classifica alla fine di un anno fantastico per la Juve: se hai allenato i bianconeri e il Milan, ai confronti con l’Inter sei, per forza, abituato.
Capello, alla fine dell’anno solare c’è aria di restaurazione sul campionato: i terzi incomodi non mollano, ma con la rimonta della Juve si riapre una rivalità antica.
«Quella fra Juve e Inter è una bella lotta, l’Inter è cresciuta molto. I risultati hanno permesso a Mancini di lavorare con tranquillità, ma lui è stato molto bravo. Ha messo ordine nella squadra, ha detto: tutti devono remare dalla stessa parte. È un messaggio forte. Ed è stato bravo Allegri a rientrare: gli altri club hanno dato tempo alla Juve di recuperare, ma non c’è solo questo nella classifica della Juve. Come avevo previsto la partenza di tre giocatori leader ha pesato, eppure Allegri è riuscito a integrare in fretta i nuovi nel tessuto della Juve. È stato aiutato dai senatori, ma è stato bravo».
Lo hanno criticato e ancora lo criticano per la gestione di Dybala. C’è chi dice: «se lo avesse fatto giocare subito, chissà».
«Che discorsi....All’inizio a Dybala pesava la maglia, non era pronto. È facile criticare, ma un allenatore vede i suoi giocatori tutti i giorni e il concetto è semplice: mette in campo la squadra migliore per vincere. Non conosco allenatori che facciano altri ragionamenti».
Secondo alcuni Allegri le somiglia per la capacità di leggere e cambiare le partite.
«Non lo so, però è bravo e i cambi li sa fare. Certo, io di partite ne ho cambiate tante... E vedo che Allegri fa i cambi spesso da solo, vuol dire che ha idee chiare. Perché un allenatore può sentire tutti, ma alla fine deve decidere di testa sua. Io almeno faccio così e mi pare che faccia così anche Allegri».
La Roma è ripartita in campionato dopo il crollo in coppa Italia, però è sempre contestata. L’ambiente è il primo problema?
«Non lo scopriamo ora, lavorare a Roma è difficilissimo. Non c’è equilibrio, a Roma si esaltano e si deprimono con una velocità straordinaria e il lavoro dell’allenatore diventa arduo. Roma fa questo effetto su tutti, anche sui politici, che magari arrivano con certi programmi e poi si lasciano ammaliare. Roma ti avviluppa, ma non sempre l’incantesimo fa bene. E sul calcio c’è una pressione pazzesca, lo so per esperienza personale».
Anche a Madrid c’è una pressione pazzesca.
«Sì, ma c’è anche una mentalità vincente che a Roma non tutti hanno. Roma è una città complicatissima».
A Napoli invece l’ambiente adesso sembra più tranquillo.
«Complimenti all’allenatore: Sarri ha capito velocemente di aver preso la strada sbagliata, perché il sistema di gioco che aveva scelto non rendeva. Allora è tornato all’antico, portando tante novità in un quadro noto. Il Napoli si muove tantissimo in verticale e con le qualità che ha in attacco e a centrocampo non può che fare molto bene per i suoi tifosi e molto male agli avversari».
Quando l’anno ricomincerà, le squadre italiane dovranno prepararsi a confronti europei complicati.
«Siamo stati sfortunati, ma ho fiducia per l’Europa League: i club italiani affronteranno squadre forti, però hanno tutti i mezzi per andare avanti. Le nostre squadre sono preparate e credo che i confronti saranno più difficili per gli avversari. In Champions League, la Juve ha chance anche se l’avversario sembra un ostacolo insormontabile. Se arriva con la squadra migliore, senza infortunati e con tutti i giocatori in forma, può farcela. La Juve ha gli strumenti per creare problemi al Bayern così come ha fatto nella stagione passata con il Real Madrid. Quanto alla Roma, che dire: ha problemi e il Real pure. Al momento è difficile immaginare qualcosa, in due mesi tutto può cambiare».
Si aspettava le critiche e le difficoltà che sta incontrando Benitez?
«Arrivando dopo un allenatore amabile e apprezzato come Ancelotti non è facile entrare in sintonia con i giocatori. Mi pare che la questione sia un po’ questa, e non è sorprendente».