il Fatto Quotidiano, 23 dicembre 2015
«Abbiamo festeggiato i 40 anni di Mara per fare il funerale a Renato». L’adunata di Forza Italia che non sopporta Brunetta e vuole la Carfagna al Senato
La battuta di due deputati commensali è crudele e riassume il senso del pranzo: “Abbiamo festeggiato i 40 anni di Mara per fare il funerale a Renato, lui presente”. “Mara” è Carfagna. “Renato” è Brunetta e il doppio evento, compleanno vero ed esequie politiche del capogruppo azzurro alla Camera, si è celebrato ieri in un ristorante frequentato dal potere romano, “L’Osteria del Sostegno”. L’ennesimo capitolo del caos nero che ha investito Forza Italia, devastata dalle scissioni e dai nuovi assalti dei verdiniani neorenziani.
Dunque, i 40 anni dell’ex ministra più bella del mondo nell’ultimo governo Berlusconi. Questo il punto di partenza. Così ieri mattina, Alessandro Ruben, compagno di Carfagna ed ex deputato finiano, si è sentito con Paolo Romani, capogruppo al Senato e grande nemico del “collega” Brunetta, dopo le figuracce forziste su Consulta e sfiducia a Boschi. “Perché non facciamo un pranzo a sorpresa per Mara?”. La scelta cade sull’“Osteria del Sostegno”, il locale prediletto di Romani dove pranza e cena a orari milanesi, alle 12 e alle 19. I due, Carfagna e Romani, si vedono però prima.
Il colloquio dura un’ora e sancisce il micropatto natalizio di quel che resta di Forza Italia: sostituire Brunetta alla Camera con l’ex capogruppo. Lei aspira da tempo e l’altro giorno, al Tempo, ha rilasciato un’ampia intervista parlando già da capogruppo. Al ristorante, in ordine sparso, arrivano anche “amici” collocati altrove, tipo il centrista Pier Ferdinando Casini e il verdiniano Ignazio Abrignani. Il clima è talmente cordiale, ufficialmente, che si presenta anche il de cuius Brunetta, de cuius ovviamente in senso politico, ignaro del nuovo accordo fatto alle sue spalle. Poco alla volta a tavola si accomodano deputati e senatori: Rizzotti, Caliendo, Gasparri, Pelino, Bernini, Fasano, Baldelli, Prestigiacomo, Ravetto, Calabria, Gelmini, Giacomoni, Napoli, Valentini, Polidori. Ci sono anche Lainati e Polverini, dati in partenza per il gruppo neorenziano di Denis Verdini. C’è, infine, la tesoriera dell’ex cerchio magico, Mariarosaria Rossi. Qualcuno fa notare, invece, l’assenza di Elio Vito e Roberto Occhiuto, altri due pretendenti alla carica di capogruppo e già bruciati.
Il menù parte con la gricia, tra i piatti più buoni della cucina romanesca, e finisce con una torta sormontata da un solo candelotto. A pranzo tiene banco soprattutto l’adesione della coppia Bondi e Repetti ai verdiniani, dopo la fuoriuscita di qualche mese fa da Forza Italia. Baldelli, noto imitatore, scimmiotta sia Bondi sia Verdini. I due, “Sandro” e “Denis” da grandi amici che erano, sono poi arrivati a odiarsi. Adesso nel supremo interesse di lei, Manuela Repetti, lui ha messo da parte l’odio e spera che il Partito della nazione garantisca un seggio alla compagna. Questo il senso della cosa.
Di finta pace in finta pace, a un certo punto si appalesa anche Silvio Berlusconi, proprio tramite lo smartphone brunettiano. Una telefonata veloce, neanche un minuto. Il tempo di benedire l’armonia ritrovata e poi “ciao ciao”. Ma sull’onda dell’armonia già si affilano i coltelli metaforici delle nuove idi contro Brunetta, Cesare assoluto e mal sopportato del gruppo alla Camera. Lui, inconsapevole del funerale, è stato più disponibile del solito, versando il vino a tutti.