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 2015  dicembre 23 Mercoledì calendario

Quando il Natale tira fuori il nerd che è in noi

Dove si nascondono le renne di Babbo Natale durante tutto l’anno? Probabilmente sui maglioni dei Mark Darcy di tutto il mondo. Dalla scena della festa nel Diario di Bridget Jones gli emuli del personaggio impacciato interpretato da Colin Firth devono avere preso coraggio. E questo Natale è la rivincita definitiva dei maglioni della nonna. In cerca di un tema prenatalizio per festeggiare in molti si sono affidati all’«Ugly sweater Christmas party», una specie di tappa intermedia tra Halloween e Carnevale, una gara a chi indossa il pullover più disgustoso. Il maglione brutto che, scelto apposta, diventa simbolo, non a caso inglese, dell’autoironia salvifica dell’Occidente.
Oltre alle feste, questo capo è di gran moda nelle sue versioni più portabili. Ralph Lauren, re del New England, l’ha sdoganato da tempo come abbigliamento da montagna o come girocollo davanti a un camino acceso. E, agli antipodi, H&M ha affidato la sua pubblicità natalizia alla cantante Katy Perry che balla tra soldatini di marzapane e modelli col maglione dai fiocchi di neve. Primark, una catena irlandese che abbassa i prezzi fino a tre volte meno di H&M e di Zara e che sbarcherà in Italia nel 2016, vende addirittura pullover con le lucine musicali. Uniqlo, catena giapponese di abbigliamento non ancora nel nostro paese, ha presentato quest’anno nei suoi negozi di Londra e Parigi parecchi maglioni insoliti, per esempio uno dedicato a Star Wars, classica saga da nerd che sta vivendo una seconda giovinezza e un travolgente successo nelle sale di tutto il mondo, sdoganando uno stile.
Ikeizzazione
È l’ikeizzazione dell’abbigliamento che cala dal Nord. La standardizzazione che individua un tema e lo cavalca. Ma anche la rivincita del maglione della nonna che si fonde con quella del nerd. Con questo termina si intende chi vive nel mondo della tecnologia più che in quello reale. La rivincita dei nerds è una commedia americana del 1984. Nella locandina si vedono i due protagonisti abbigliati con camicia a quadretti chiusa fino all’ultimo bottone, penne nel taschino, accessori vari. Il nerd c’è sempre stato ed è il cervellone totalmente privo di interessi estetici. Nell’era post Internet costui è diventato figo, ha fatto la rivoluzione tecnologica sbaragliando gli yuppies che ora si vogliono vestire come lui per non sentirsi tagliati fuori dalla Storia. Viva il maglione casalingo senza la cravatta, le camice a quadretti e i disegni fantasia. Anche le scarpe eleganti stanno cambiando e si fondono con quelle da ginnastica. Prada ha inventato quelle con l’aria sotto, una specie di fusione tra Church’s e Nike. E quel Mark Darcy che tempo fa ci sembrava uno sfigato è diventato il sex symbol del decennio per le donne di tutte le età.
Inutile chiedersi dove siano finiti i tronisti con le magliette attillate. Ma altrettanto folle sarebbe pensare che questa ondata di nerdume, oltre che corrispondere allo spirito del tempo, non abbia a che fare con quel senso della moda meravigliosamente rappresentato dalla frase di Meryl Streep ad Anne Hathaway ne Il diavolo veste Prada: «Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent a proporre delle giacche militari color ceruleo. Dunque il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l’hai pescato nel cesto delle occasioni, tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori delle proposte della moda».