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 2015  dicembre 23 Mercoledì calendario

Assalto a Ramadi, Isis all’angolo

Un ponte mobile galleggiante, del tipo di quelli usati dall’esercito Usa, ha permesso alle forze armate irachene di oltrepassare il fiume Eufrate e mettere piede nel centro di Ramadi. A sette mesi dall’umiliante sconfitta che ha permesso l’ultima avanzata dell’Isis in Iraq, il governo di Baghdad ha schierato il meglio a sua disposizione: i 15 mila soldati della Golden Division, corpi speciali addestrati dagli americani, genieri. Al loro fianco 1200 uomini delle tribù sunnite che si sono ribellate agli islamisti e poche milizie sciite selezionate. E soprattutto – ma su questo c’è la massima riservatezza per non urtare l’opinione pubblica – 200 «addestratori» statunitensi che guidano le avanguardie con l’appoggio di elicotteri d’assalto.
Ventimila contro 300
La riconquista completa di Ramadi, sostiene l’Esercito iracheno, «sarà completata in 72 ore». A fronteggiare i circa 20 mila attaccanti, sono rimasti «fra i 250 e i 300 combattenti dell’Isis», secondo l’Intelligence di Baghdad. Dopo mesi di assedio controllano solo la zona centrale del capoluogo della provincia dell’Anbar, la più importante città irachena in mano allo Stato islamico dopo Mosul. È la zona del palazzo di giustizia e degli edifici governativi, un rettangolo di circa quattro chilometri per due, circondato su tre lati dalle diramazioni del fiume. Con gli islamisti ci sono alcune decine di migliaia di civili, usati come scudi umani e a cui è stato ordinato di non lasciare la città.
I combattenti dell’Isis hanno fatto saltare tutti i ponti, disseminato le vie di accesso di mine e trappole anti-uomo e anti-carro. Hanno ancora alcuni veicoli kamikaze da lanciare contro i soldati iracheni, ma sembrano allo stremo. La riconquista di Ramadi ha soprattutto valore politico. Serve a dimostrare che Baghdad è in grado di battere l’Isis con forze militari miste, e non solo con le milizie sciite, temute dalla popolazione sunnita. Gli americani hanno puntato molto su questo schema, che sarà ripetuto appena possibile a Mosul.
Studentesse uccise
Ramadi era stata circondata dall’Isis durante la grande offensiva fra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Il centro era stato assediato per un anno e mezzo, fino al collasso della brigata che lo difendeva. Ora la marea è cambiata, l’Isis perde terreno, cerca di mantenere la presa con il terrore. In Siria, quasi al confine con l’Iraq, nove studentesse sono state uccise a Dayr az-Zur, nel quartiere di Hrabesh ancora controllato dai governativi.