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 2015  dicembre 23 Mercoledì calendario

Approvata la riforma della Rai • Arrestato dopo trentadue anni il killer del procuratore Caccia • In Europa nel 2015 sono arrivati un milione di profughi • In Cina è boom di scuole che formano maggiordomi per i miliardari • Donald Trump insulta Hillary Clinton

 

Rai Il Senato ieri ha approvato per alzata di mano la riforma della Rai. È uno strumento molto atteso perché affida all’attuale direttore generale, Antonio Campo Dall’Orto, i poteri di un amministratore delegato. La tv pubblica, almeno nell’ottica del governo, diventa un’azienda «normale» sottratta alle contrattazioni tra direttore generale e consiglio di amministrazione. Ma Campo Dall’Orto fa sapere di non sentirsi affatto «un uomo solo al comando» e che conterà sul gioco di squadra con la presidente Monica Maggioni e il consiglio di amministrazione per arrivare a scelte che non dividano. Il consiglio di amministrazione del 13 gennaio, convocato con l’assemblea dei soci, procederà alla modifica dello statuto Rai e da quel momento la riforma sarà efficace. È dato per sicuro entro gennaio un vasto ricambio di direttori di rete, testata e canali digitali: un appuntamento attesissimo dall’universo Rai. Archiviata la riforma Gubitosi con le due newsroom, l’informazione giornalistica cambierà comunque con la nomina del nuovo direttore editoriale per l’offerta informativa Carlo Verdelli, che coordinerà il lavoro tra i notiziari e avrà fondamentale voce in capitolo sugli approfondimenti. Per il sottosegretario allo Sviluppo economico e alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, «la Rai diventa un’azienda di servizio pubblico più moderna, più efficiente e trasparente, con un vero amministratore delegato e un cda non scelto dalla Vigilanza, ma da Camera e Senato con candidature pubbliche. Si rafforza il legame con le istituzioni e con il sistema-Paese, non con i partiti». Ovviamente soddisfatto anche Raffaele Ranucci, senatore Pd e relatore della legge: «Con questo provvedimento ora la Rai ha finalmente tutti gli strumenti per essere un’azienda moderna che può concorrere sul mercato televisivo e anche multimediale». Fortemente ostili, invece, le reazioni da Forza Italia. «Comanda tutto un amministratore delegato scelto dal governo, negando quattro sentenze della Corte costituzionale. Una leggina che sarà stracciata per la sua palese illegalità. Un atto di protervia che sarà la Corte ad abolire», dice l’ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che ha dato il suo nome alla legge ora riformata (P.Co., Cds).

Caccia Per dare un nome e un volto agli assassini del procuratore della Repubblica di Torino Bruno Caccia, ucciso la sera del 26 giugno 1983 a Torino, gli investigatori hanno avuto l’idea di inviare a cinque pregiudicati calabresi una lettera anonima. C’è il presunto killer, arrestato ieri, Rocco Schirripa, 64 anni, i fratelli Domenico, Giuseppe e Salvatore Belfiore e Placido Barresi. Legati alle cosche radicate da decenni in Piemonte. Tutti, in qualche modo, sono da anni sospettati di avere fatto parte del gruppo che ha ucciso Caccia con 14 colpi di pistola calibro 7,65 e di revolver 38 special, uscito di casa quella sera per una passeggiata con il cane, senza scorta. La busta bianca, con i nomi dei destinatari e gli indirizzi scritti con il normografo, è regolarmente affrancata. Dentro, ripiegato in quattro, la fotocopia di un articolo de La Stampa del 5 marzo 1987. Titolo: «Delitto Caccia, scoperti i quattro mandanti». Nel retro, sempre con il normografo: «Se parlo io, andate tutti in carcere alle Vallette. Esecutori: Domenico Belfiore e Rocco “Barca Schirripa”. Mandanti: Placido Barresi, Giuseppe e Sasà Belfiore». Sono elementi di spicco delle cosche calabresi radicate da sempre a Torino. Tutti, una volta lette le poche righe, strappano il foglio. Nel frattempo, gli investigatori li avvolgono in una rete di ascolto digitale - utilizzando uno spyware inoculato nei loro smartphone - simile alla tela di un ragno. Tacciono per una settimana. Poi, tra un incontro e l’altro, iniziano a parlare del caso. Frammento dopo frammento, emergono particolari che solo i killer potevano sapere (Numa, Sta).

Caccia 2 Caccia è l’unico magistrato eliminato dalle cosche nel Nord Italia. Che hanno voluto colpire la sua intransigenza, il suo rigore, la sua determinazione nel combattere la malavita.

Profughi Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) un milione di migranti ha raggiunto l’Europa nel 2015, quattro volte quanti ne arrivarono nel 2014. Oltre la metà proviene dalla Siria, profughi in fuga dalla guerra. Gli altri sono afghani, iracheni, eritrei, quasi tutti hanno seguito la rotta che dalla Turchia porta in Grecia.

Maggiordomi In Cina i miliardari sono 596, i multi-milionari oltre cinque milioni, ma i maggiordomi che possono vantare una formazione britannica sono appena poche decine. L’ultimo boom, quando si parla di istruzione, è così quello delle scuole che promettono di formare l’impeccabile maggiordomo inglese. A Shanghai, lo Yacht Club ha avviato i corsi di “gestione domestica”: per 4 mila euro al mese si insegna a coordinare squadre fino a otto collaboratori, capaci di governare ville da duemila metri quadri più giardino. Gli studenti, dal primo giorno, devono presentarsi in smoking nero, papillon e guanti bianchi. Un diploma da butler in tasca del resto è un investimento che rende più di una laurea in ingegneria, sogno classico del funzionario comunista. Un colletto bianco, a Pechino, guadagna meno di due mila euro al mese. Un assistente, capace di preparare la valigia adatta e di acquistare un volo sul web, almeno il triplo: cinque volte un operaio. Un sondaggio della tivù di Stato, effettuato tra gli studenti prossimi a sostenere i test per l’accesso all’università, ha rivelato che la risposta preferita alla domanda «cosa vuoi fare da grande?» è «il maggiordomo di un miliardario» (Visetti, Rep).

Trump Dopo aver dato della «grossa scrofa» alla conduttrice televisiva Rosy O’Donnell, e della «mestruata» a Megyn Kelly, giornalista di Fox news, Donald Trump ha offeso pesantemente anche Hillary Clinton. L’altro ieri, in un comizio, ha detto che è stata «got schlonged» da Obama nel 2008. «Schlong» è una parola gergale di provenienza yiddish che significa «pene». Si potrebbe tradurre, dunque, ma dopo molti lavaggi, con qualcosa tipo «rimanere fregati» (Sarcina, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)