Libero, 22 dicembre 2015
L’inquietante trailer del nuovo Twin Peaks
Montagne, sempre le stesse, irrorate di aria nebbiosa e musiche familiari. Il primo trailer di Twin Peaks 3, pubblicato in rete dallo stesso David Lynch, batte strade note, catapultando chi guarda in una dimensione atemporale in cui il passato sfiora il presente, fagocitandolo. Non fosse, infatti, che per il volto segnato di Michael Horse, gli anni a Twin Peaks sembrerebbero non essere passati. Il paesaggio è rimasto immutato: i prati sono verdi, le montagne in fiore. L’aria della cittadina appestata da un sentimento cupo, malinconico. Sotto il cielo, grigio e minaccioso, di quel luogo dimenticato da Dio risuona ancora il motivetto composto decadi fa da Angelo Badalamenti. Persino il cartello che segna l’arrivo in città è rimasto identico a com’era un tempo. «Benvenuti a Twin Peaks», recita. «Abitanti 51.201». Mentre, nel trailer, la telecamera indugia su una cifra apparentemente casuale, un brivido percorre la schiena dello spettatore più attento. Di anni, da che Laura Palmer è stata trovata supina e bluastra sulla riva del lago, ne sono passati 25. Eppure nessuno è andato, nessuno è venuto. Nella Twin Peaks contemporanea, abitano ancora 51.201 individui. «L’ambientazione, a volte, diventa personaggio», soggiunge placido Horse, quasi a voler sostanziare i troppi perché. «Ci sono luoghi sacri, quaggiù. Luoghi benedetti. Toccano la psiche: è come trovarsi in un quadro in movimento», ammette il vecchio assistente sceriffo con fare documentaristico, delegando alla propria voce il compito di traghettare lo spettatore in un viaggio nuovo. Interrotto d’improvviso da una presenza disturbante, e disturbata. In pieno stile lynchiano, l’idillio di cascate e vette viene stracciato da un’apparizione subitanea. L’abito è elegante, i capelli bianchi. La luce troppo forte per intuire chi possa nascondersi dietro una figura fin troppo simile a quella di Leland Palmer (Ray Wise). Bob? Il nano? Forse il gigante? Lynch, i cui meccanismi sono ormai noti, interrompe qui ogni comunicazione. Sostituendo alle immagini la promessa del «Coming Soon», che presto non è. Per capire, infatti, cosa la terza stagione di Twin Peaks abbia da offrire, è necessario pazientare ancora. E poi ancora. Fino allo scoccare del 2017. Solo allora, in un mese ancora imprecisato, la serie cult potrà tornare sul piccolo schermo, portando alla ribalta vecchie conoscenze e nuovi personaggi. Del cast originale, che nei primi anni Novanta ha condiviso successi e glorie della serie tv, sopravvivrà solo una parte. Tornerà Laura Palmer (l’attrice Sheryl Lee), con quei suoi capelli biondi, da reginetta scolastica. Tornerà lo sceriffo Harry Truman (Michael Ontkean). Poi Bobby Briggs (Dana Ashbrook), il faccendiere Benjamin Horne (Richard Beymer) e sua figlia Audrey (Sherilyn Fenn). Tornerà, infine, l’agente Cooper (Kyle MacLachlan), chiamato nel 1990 per sbrogliare una matassa fatta di presenze inquietanti, spiriti malvagi e morti violente. A loro, si aggiungeranno inoltre Amanda Seyfried e Balthazar Getty. Attori belli e bravi di cui, però, non è dato sapere nulla. David Lynch e Mark Frost, tornati in cabina di comando, hanno messo sottochiave copioni e sceneggiatura, rendendo noto quel tanto che basta da infiammare gli animi. Non sarà un reboot, hanno detto. Non sarà un remake. Twin Peaks 3, al via su Showtime nel 2017, sarà il proseguimento logico della serie originale. Terminata, in un progressivo affievolirsi di entusiasmi, nel giugno 1991. «Cosa verrà dopo non lo sappiamo. La riuscita dell’impresa sta nel risultato. Se ci divertiremo a farlo e tutti quanti lo ameranno; se verrà deciso che c’è spazio per farlo, allora andremo avanti», hanno dichiarato Lynch e Frost, aprendo le porte a scenari inediti.