ItaliaOggi, 22 dicembre 2015
Internet e la seconda giovinezza del cavo sottomarino, quello inventato nel XIX secolo e che ora collega il mondo intero
Lunedì 14 dicembre una delle sette navi posacavi della flotta di Alcatel Lucent network sottomarino (Asn) ha lasciato il porto di Calais per lo Sri Lanka, nell’Oceano Indiano, dove poserà cavi di fibra ottica per 5.300 chilometri tra Colombo e Gibuti. È la parte centrale del sistema di quasi 20 mila chilometri denominato SeaMeWe5, appartenente al consorzio di 17 operatori di telefonia europei e asiatici.
Servirà a mettere in comunicazione Tolone con Singapore, con allacci verso l’Italia, la Turchia, gli Emirati, il Pakistan, l’India, il Bangladesh e la Birmania.
Le operazioni di carico hanno richiesto tre settimane e hanno coinvolto tutti i 52 membri dell’equipaggio. I cavi sono stati trasferiti sulla nave direttamente dalla fabbrica che si trova nella zona industriale del porto di Calais attraverso un tunnel di 600 metri che passa sotto la strada e la banchina di imbarco. Il cavo era arrotolato in due cilindri di 19 metri di diametro: 5.300 chilometri pesanti all’incirca 5 mila tonnellate. Una volta arrivata nello Sri Lanka, la nave virerà verso l’Ovest per posare il cavo sul fondo marino, studiato nei minimi dettagli, a una profondità di circa 1.500 metri, seguendo un tracciato in trincea scavato da una sorta di aratro, da 35 tonnellate, circa, nel fondale marino. Il cavo termina la sua corsa, interrato, in una stazione di raccordo con la rete terrestre.
Il cavo sottomarino è stato inventato nel XIX secolo, ma dopo l’avvento di Internet e l’ esplosione delle comunicazioni elettroniche, sta conoscendo una seconda giovinezza. Contrariamente all’idea radicata, i satelliti giocano un ruolo minimo nel funzionamento di internet. Quasi il 99% del traffico telefonico internazionale e di dati passa dai cavi.
Il web in tutto il mondo è in piena espansione e la rete si disegna sul fondo delle acque. Nel 2015, le comunicazioni intercontinentali sono assicurate da 900 mila chilometri di cavi sottomarini (più di 340 reti che collegano tutti i continenti, la maggioranza delle isole abitate e anche le piattaforme petrolifere). Connettono numerose città situate sulla medesima costa: Barcellona-Genova, New York-Miami, Perth-Adelaide.
La fabbrica Alcatel Lucent network sottomarino, una ventina di costruzioni su 16 ettari, dove lavorano 410 persone, ha prodotto nel 2015 più di 20 mila chilometri di cavi. La fibra ottica, che misura 0,25 millimetri di spessore, arriva su giganteschi rotoli. I fili sono coperti da protezioni che permettono di resistere alla pressione dei grandi fondali e una guaina di rame come conduttore di corrente elettrica. Il tutto ricoperto di una plastica isolante. Infine, si fissa sul cavo un ripetitore che serve ad amplificare il segnale ottico.
Tra il 2016-2017, almeno 35 nuove reti saranno posate nel mondo da Asn e dai suoi grandi concorrenti, il giapponese Nec e l’americano Te Connectivity. Il sistema Aae-1 che servirà 19 città tra Marsiglia e Hong-Kong sarà lungo 25 mila chilometri mentre Perseid collegherà Sante-Croix a Tortola, due isole dei Caraibi. La cifra globale di affari annuale del settore oscilla da 1 a 3 miliardi di euro, secondo la variazioni cicliche del mercato.
La domanda crescerà nei prossimi anni grazie all’arrivo in forze di nuovi attori: i giganti americani del web con le loro necessità e l’utilizzo esclusivo. Il traffico internet aumenta ogni anno dal 20% al 25% a livello mondiale, ma all’incirca del 40% sulle linee che collegano gli Usa con il resto del mondo. La crescita è in gran parte generata da Google, Facebook e Microsoft e le loro applicazioni video. Quando Facebook ha deciso di mettere il video sulle sue pagine, il traffico video sui cavi sottomarini è quadruplicato in sei mesi.
In questi ultimi anni Google ha investito in diversi cavi verso l’Asia in partenariato con le compagnie di telefonia locali. L’ultimo, Faster, previsto per il 2016, collegherà la costa Ovest degli Usa con la Cina, il Giappone e la Corea del Sud. Facebook partecipa al finanziamento di un cavo regionale Asia-Pacifico che collegherà la Malesia, la Corea del Sud, il Giappone, Singapore e la Cina.
In Europa i nuovi progetti obbediscono sovente alle priorità fissate dagli Usa, dal momento che Google e Microsoft hanno scelto la Finlandia per costruire centri dati europei. E il governo finlandese ha deciso di costruire un cavo sotto il Baltico verso la Germania. Hibernia Express e AeConnect, due nuovi cavi che collegano l’Irlanda all’America del Nord messi in servizio nel 2015, sono utilizzati principalmente da Microsoft e accessoriamente da Google e Facebook che hanno stabilito le loro filiali europee in Irlanda per motivi fiscali e geografici.
In America Latina, Google partecipa ai finanziamenti di un cavo fra il Brasile e Miami mentre Microsoft si è alleato con il gruppo americano Seaborn Networks per lo sfruttamento del futuro cavo Seabras -1 che arriverà fino a New York.
Il governo brasiliano comincia a sviluppare una propria strategia autonoma per essere collegato al resto del mondo senza passare dagli Usa. In cooperazione con la Ue ha montato il progetto EulaLink, un cavo transatlantico verso il Portogallo previsto per il 2018. E anche nel 2017 tre cavi connetteranno direttamente il Brasile e l’Africa (Angola, Camerun, Africa del Sud) grazie a finanziamenti internazionali, principalmente cinesi. Una scelta strategica, sia politica sia economica.
La presidente Dilma Rousseff ha ricordato che i cavi sottomarini sono tra i principali strumenti utilizzati per lo spionaggio alludendo alle rivelazioni di Edward Snowden sui programmi di sorveglianza dell’Agenzia americana per la sicurezza (Nsa) che ha installato apparecchi per le intercettazioni nelle stazioni di arrivo dei numerosi cavi, ivi compreso il Regno Unito. C’è da notare che numerosi paesi, fra i quali Usa e Russia, possiedono sottomarini capaci di captare a distanza i segnali che corrono sui cavi sottomarini.
Inoltre, a Calais, Asn comincia a lavorare su un altro progetto di ampio respiro Artic Fibre che collegherà il Regno Unito al Giappone attraverso l’Oceano Artico, accorciando le distanze fra Europa e Asia di alcuni millisecondi che potranno essere utili per i trader delle borse di Londra e di Tokyo. La linea più corta è senza dubbio la più sicura, ma mai ancora utilizzata per via dei banchi di ghiaccio. Il riscaldamento climatico e i progressi tecnologici rendono ora il progetto realizzabile. Il sistema misurerà più di 15 mila chilometri e costerà all’incirca 700 milioni di euro. Artic Fibre appartiene a una omonima società canadese, con sede a Toronto, a un gruppo finanziario di New York e a Quintillion, una nuova compagnia di telefonia con sede in Alaska. In un primo tempo, servirà le installazioni petrolifere che potranno usufruire di internet a buon mercato e ad alta velocità. I lavori di posa cominceranno a primavera 2016.